The Nun 2, la recensione: un sequel migliore del primo, ma che non fa comunque paura

La recensione di The Nun 2, in sala dal 6 settembre con Warner Bros., che va a continuare l'universo di The Conjuring dopo 10 anni con il secondo capitolo dedicato alla suora demoniaca e al suo scontro con il personaggio interpretato da Taissa Farmiga.

The Nun 2, la recensione: un sequel migliore del primo, ma che non fa comunque paura

È doveroso fare una premessa all'inizio della recensione di The Nun 2, al cinema dal 6 settembre con Warner Bros. Chi scrive è affezionato fin dalla prima ora all'universo di The Conjuring creato da James Wan oramai 10 anni orsono, soprattutto perché era un nuovo modo di unire le storie horror al cinema, tra prequel e spin-off vari come una sorta di mostro tentacolare che, potenzialmente, potesse non finire mai. Questo sequel invece sembra voler mettere un punto sul proficuo franchise (al botteghino) chiudendo le storie della suora protagonista - inteso tanto come colei che rappresenta il Bene quanto il Male, a dimostrare l'ambivalenza del titolo fin dal primo capitolo.

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The Nun II - Taissa Farmiga in una scena del film

Sempre per chi scrive, il primo film avrebbe dovuto sfruttare il casting di Taissa Farmiga e la sua somiglianza biologica con Vera Farmiga (che è la sorella maggiore), interprete di Lorraine Warren in questo universo, raccontando l'origin story dell'incontro di quest'ultima con il demone travestito da suora anticipato in The Conjuring 2. Così non è stato, e non solo Colin Hardy aveva preferito andare in tutt'altra direzione ma aveva anche proposto forse il film più debole di tutta la saga a livello di trama e messa in scena (eppure il più redditizio al box office, complice un villain talmente iconico come Valak).

The Nun 2, un sequel più strutturato

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The Nun II - Anna Popplewell, Katelyn Rose Downey in una scena del film

La palla passa così a Michael Chaves, già voluto da James Wan dietro la macchina da presa di La Llorona e The Conjuring 3, non troppo convincenti come capitoli di questo universo cinematografico horror espanso, a cui spetta il compito di provare ad aggiustare il tiro ed imboccare una rotta più propizia. In parte ci riesce, ma non fino in fondo. Questo perché finalmente The Nun 2 propone una trama che abbia un inizio, uno sviluppo e una fine, provando a raccontare per davvero l'origin story della suora demoniaca e soprattutto il suo rapporto sempiterno con l'altro lato della medaglia, in questo caso Santa Lucia protettrice dei ciechi.

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The Nun II - Jonas Bloquet in una scena del film

"Vedere per credere" dice un proverbio le cui origini sono proprio nelle Sacre Scritture, e questo film sembra concentrarsi proprio su questo aspetto e quello ambivalente della fede religiosa, che può propendere tanto per il Bene quanto per le forze del Male, proprio come la protagonista. Una protagonista che è doppia: da un lato Suor Irene, dall'altro Valak, entrambe presentate e raffigurate come suore. Suor Irene diviene una sorta di final girl della tradizione degli horror, una sopravvissuta attraverso un miracolo dopo il primo incontro-scontro con il demone, e che ora soffre di disturbo da stress post-traumatico. Non vorrebbe aver più niente a che fare con quel Male puro e inquinante, come un virus, eppure è costretta a ritrovarsi faccia a faccia con esso a causa di una nuova serie di morti sospette all'interno della Chiesa, questa volta in Francia. Sarà proprio il Vaticano a dirle "Ci servirà un altro miracolo, sorella", come se fosse qualcosa da cui poter attingere alla bisogna, facendolo diventare un atto pratico e quindi replicabile, quasi fossimo in un procedurale soprannaturale (proprio come il terzo e poco apprezzato per questo motivo capitolo di The Conjuring), piuttosto che un atto di fiducia in qualcosa di più grande di noi e di conseguenza un unicum.

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Un film poco pauroso ed incisivo

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The Nun II - una scena del film

Michael Chaves sceglie di utilizzare in modo non troppo ispirato la macchina da presa, a volte attingendo a stilemi visti e rivisti nel genere - tutta la scena iniziale, poco incisiva, con la palla che rotola avanti e indietro dal buio di una stanza, facendo intuire la presenza di qualcuno - a volte diventando più creativo ed interessante - la sequenza ambientata nel vicolo con protagonista la giovane Farmiga e le riviste appese che continuano a sfogliarsi mostrando il volto della suora, o ancora quella nel corridoio che cita volutamente il secondo The Conjuring. Immancabili i momenti jump scare, alcuni più riusciti altri decisamente meno. Più coesa e coerente, la pellicola non fa pesare sul pubblico le due ore di durata ma avrebbe comunque beneficiato di una ventina di minuti in meno per snellire il racconto e il ritmo.

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The Nun II - Storm Reid in una scena del film

Inoltre The Nun 2 ha ben chiara la storia centrale che vuole raccontare ma si perde nei tentacoli nominati all'inizio, in questo caso interni al lungometraggio. Troppi personaggi collaterali le cui storyline spesso rimangono un po' troppo accessorie, come quella della suora partner in crime di Suor Irene interpretata da Storm Reid, o madre e figlia che Maurice (un altro ritrovato dal primo capitolo, l'attore belga Jonas Bloquet) avvicina al collegio per giovani ragazze in cui è ambientato questo seguito. Nuovamente un luogo di raccolta al femminile - dopo il convento di The Nun - La vocazione del male - che rappresenta la centralità e dualità del peccato originale che si espande. Inoltre, pur volendo riassumere importanti snodi narrativi del primo film per gli spettatori più distratti e per i quali sono passati troppi anni dall'episodio precedente attraverso alcuni dialoghi e flashback, finisce per perdersi in "spiegoni" un po' troppo lunghi e ridondanti in più di un'occasione. Taissa Farmiga conferma di incarnare bene la doppia natura del proprio personaggio e di reggere meglio sulle proprie spalle questo sequel del precedente, di esserne il vero cuore pulsante, soprattutto nelle sequenze maggiormente emotive che puntano sui suoi primi piani, ma purtroppo non basta.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di The Nun 2 felici di aver trovato un sequel più strutturato e fluido rispetto allo sprecato primo capitolo e che sembra mostrare un approccio verso la fine di questo franchise horror al cinema (aspettate la scena post credits). Allo stesso tempo però siamo dispiaciuti che altri aspetti della pellicola, come la parte squisitamente horror, risultino un po' troppo già visti e dilatati, insieme ad un cast eccessivamente numeroso le cui storyline si perdono facilmente nell’epilogo finale.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • La trama finalmente è presente e ha un proprio senso compiuto nell’origin story di Valak.
  • Taissa Farmiga si conferma il cuore di questa saga spin-off.
  • Alcune trovate creative.

Cosa non va

  • La regia di Michael Chavez, troppo debitoria ai precedenti del genere.
  • Troppi personaggi secondari, dalla caratterizzazione poco incisiva, e relativi archi narrativi.
  • Il riassunto delle puntate precedenti scivola facilmente in spiegoni.