The Caine Mutiny Court-Marshal, la recensione: colpevoli (o innocenti) in nome dell'onore

William Friedkin ci regala la sua ultima acuta riflessione sulla natura umana con The Caine Mutiny Court-Marshal, che rilegge in chiave contemporanea la storia de L'ammutinamento del Caine.

The Caine Mutiny Court-Marshal, la recensione: colpevoli (o innocenti) in nome dell'onore

William Friedkin si è spento il 7 agosto scorso all'età di 88 anni, ma ci ha lasciato in eredità la sua ultima fatica, The Caine Mutiny Court-Marshal, presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. A 12 anni dal precedente film di finzione, Killer Joe, presentato anch'esso a Venezia, e a sei dal documentario sull'esorcista Gabriele Amorth, Friedkin ha ritrovato lo stimolo creativo grazie alla storia dell'ammutinamento del Caine raccontata nel romanzo di Herman Wouk, che aveva avuto un primo fortunato adattamento con Humphrey Bogart nel 1954. Il regista de L'esorcista e Il braccio violento della legge ha scelto di attualizzare la vicenda, calandola nel presente e spogliandola di tutti gli orpelli.

Il risultato è un legal thriller scarno ed essenziale di stampo quasi teatrale tutto incentrato su una manciata di ottime interpretazioni. Nel corso del processo viene ricostruita la vicenda dei Caine, dragamine che opera nel Golfo Persico il cui Comandante viene sollevato dai suoi doveri quando mostra segni di instabilità mentale mentre la nave si ritrova al centro di un tifone. Ammutinamento o atto di coraggio per salvare nave ed equipaggio?

Un remake che lavora per sottrazione

Friedkin Uncut William Friedkin
Friedkin Uncut - Un diavolo di regista: Friedkin in un'immagine del documentario

The Caine Mutiny Court-Martial ruota attorno a concetti come la legge militare, il rispetto delle regole e l'onore, temi universali fondamentali in un film in cui tutti i personaggi che appaiono appartengono alle gerarchie della Marina degli Stati Uniti. Ma ciò che sembra star più a cuore a Friedkin è la riflessione sul filo sottile che separa verità e apparenza. Chi, al di là di uno psichiatra, possiede la capacità di discernere sulla salute mentale di un individuo? E come si distingue una patologia vera e propria dalle ossessioni e paranoie che in misura diversa affliggono tutti noi?

La messa in scena scarna, la regia minimalista e la scelta narrativa di escludere tutta la parte di racconto ambientata sulla nave, condensandola nelle testimonianze in tribunale, sono probabilmente scelte legate a un budget ridotto (il film è una produzione televisiva per Showtime), ma il lavoro di sottrazione operato da Friedkin funziona molto bene infondendo nuova linfa vitale nel remake. Di fatto, le alterazioni rispetto alla storia originale sono minime, ma la scelta di concentrarsi su pochi eventi significanti dona un nuovo significato ai fatti narrati. Significato amplificato ulteriormente dalla decisione di trasporre i fatti al presente, volgendo al femminile personaggi chiave come il tenente Challee, avvocato dell'accusa che qui ha il volto di Monica Raymund, e spostando l'azione dall'Atlantico nella Seconda Guerra Mondiale allo Stretto di Hormuz, unica rotta marittima che consente il passaggio tra il Golfo Persico e il mare aperto.

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Un cast impeccabile per una sceneggiatura a orologeria

William Friedkin sdraiato su un muretto nel cortile di San Micheletto a Lucca
William Friedkin sdraiato su un muretto nel cortile di San Micheletto a Lucca

In un legal drama interamente ambientato in un tribunale come The Caine Mutiny Court-Marshal, a portare avanti la narrazione sono gli attori. William Friedkin si circonda saggiamente di un cast di altissimo livello, capitanato da Lance Reddick, anche lui scomparso di recente, nei panni del Capitano Blakely, chiamato a giudicare se la destituzione del Comandante del Caine da parte del Comandante in seconda Maryk sia stata un atto dovuto per proteggere l'equipaggio o un ammutinamento da punire col carcere. A interpretare l'ambiguo Capitano Queeg è un Kiefer Sutherland col volto deformato dal trucco prostetico che fornisce una delle sue migliori performance della carriera con il suo uomo di mare autoritario, ma fragile e nevrotico, ossessionato da tic e regole, il cui carattere emerge a poco a poco nel corso del procedimento.

Jason Clarke incarna, invece, Greenwald, l'avvocato della difesa di Mayrk (Jack Lacy), personaggio delicatissimo in quanto, come e più degli altri, ha accettato di ricoprire un ruolo che non gli appartiene. Ironico e sprezzante, Greenwald accetta di difendere Maryk e la sua scelta di prendere il comando della nave, destituendo Queeg, per portarla in salvo fuori dall'occhio del ciclone. Ma al tempo stesso la sua natura lo porta a mettere costantemente in discussione le conclusioni a cui Maryk e l'amico Keefer (Lewis Pullman) sono giunti osservando i comportamenti di Queeg tanto da instillare il seme del dubbio nei personaggi, e con essi nello spettatore.

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Valorizzare la storia con un finale ad hoc

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In fin dei conti, a William Friedkin, e prima di lui all'autore del romanzo originale Herman Wouk, non interessa stabilire se le manovre marittime di Queeg erano corrette o meno, quanto mettere in piedi un'acuta indagine sulla natura umana. E in tal senso, la galleria di caratteri al centro di The Caine Mutiny Court-Marshal è una delle più riuscite grazie alle impeccabili interpretazioni del cast e a una sceneggiatura a orologeria che contiene una ricca tensione interna e compensa la staticità della messa in scena con svolte improvvise e colpi di scena. Il tutto condito da alcuni tocchi d'ironia, tratto caratteristico del cinema di Friedkin. Chi conosce l'originale L'ammutinamento del Caine non resterà sorpreso del finale, ma ne riscoprirà il significato recondito grazie a una scelta che non anticipiamo, ma che valorizza il film gettando una luce nuova sulla vicenda.

Conclusioni

La recensione di The Caine Mutiny Court-Marshal loda l'operazione di adattamento del compianto William Friedkin di reinventare un classico di Hollywood come L'ammutinamento del Caine trasponendolo nel presente e lavorando di sottrazione per confezionare un acuto studio sulla natura umana. Il tutto sopportato da un cast di talenti capitanato da Kiefer Sutherland, Jason Clarke e Lance Reddick.

Movieplayer.it
3.5/5

Perché ci piace

  • Il cast eccezionale, un plauso soprattutto alle performance di Kiefer Sutherland e Jason Clarke.
  • La narrazione incalzante che procede attraverso le testimonianze non fa sentire la mancanza di una messa in scena più ricca.
  • Il lavoro di sottrazione valorizza il significato della storia.

Cosa non va

  • Conoscere l'originale L'ammutinamento del Caine o il romanzo da cui è tratto aiuta a cogliere tutte le sfumature della vicenda, mentre lo spettatore ignaro si troverà un po' spiazzato.