Son, la recensione: figlio del diavolo o di una mamma mentalmente disturbata?

La recensione di Son: grazie al blu-ray della Midnight Classic abbiamo scoperto l'horror a tinte forti dell'irlandese Ivan Cavanagh, dai frequenti rimandi a Rosemary's Baby e alla saga di Omen.

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Son: Emile Hirsch e Luke David Blumm in una scena del film

Altra preziosa uscita homevideo della Midnight Classic. Stavolta la collana horror di Koch Media ci permette di scoprire un film dell'irlandese Ivan Kavanagh che viaggia tra sette, bambini figli del male e madri sconvolte da qualcosa di più grande di loro. Il tutto abbinando all'aspetto psicologico anche raccapriccianti scene gore con litri di sangue. Come vedremo nella recensione di Son, i rimandi a Rosemary's Baby, alla saga di Omen o ad altri film che hanno come protagonisti bambini maledetti, forse figli del diavolo, comunque nati in circostanze oscure, sono numerosi.

La strana malattia del figlio e quel passato in una misteriosa setta

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Son: Erin Bradley Dangar e Andi Matichak in una scena del film

In Son, dopo un preambolo con una donna incinta che scappa da due loschi figuri e partorisce da sola in auto, la vicenda si sposta in una cittadina della provincia americana, circa otto anni dopo. La protagonista è Laura (Andi Matichak), madre single di David (Luke David Blumm) che per campare fa la maestra e conduce una vita tranquilla. Finché una notte, attratta da rumori sospetti, entra nella cameretta del figlio e vi scopre un sacco di persone minacciose. Quando arrivano le forze dell'ordine, però, delle persone non c'è traccia e non ci sono segni di effrazione nell'abitazione.
Ma poco dopo David comincia a stare moto male, avvertendo sintomi inspiegabili (fra cui piaghe del corpo da cui fuoriesce sangue) che i dottori non riescono a ricondurre a nessuna malattia. Gradatamente, con l'aiuto del comprensivo poliziotto Paul (Emile Hirsch) che instaurerà con lei una relazione, la donna scoprirà che il mistero si cela in realtà nel suo passato, nell'appartenenza a una setta che ha voluto dimenticare, e in un concepimento decisamente inquietante.

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L'atroce dubbio: figlio del diavolo o di una donna mentalmente disturbata?

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Son: Luke David Blumm in una scena del film

Di film con bambini concepiti in contesti satanisti se ne sono visti tanti. Qui Ivan Kavanagh ripercorre a lungo lo stesso canovaccio, con minor capacità di generare tensione rispetto a illustri precedenti, ma anche con una certa abilità in alcune scelte tecniche che trasmettono disagio e nella costruzione di alcuni suggestivi jump scare o comunque di scene che colpiscono o fanno sobbalzare, prima fra tutte le sorprendenti presenze nella stanza di David. Per non parlare del parto solitario iniziale, o delle visioni oniriche nelle quali il passato spinge per tornare a galla e scavalcare il rimosso traumatico che Laura aveva forse faticosamente costruito, costringendola a una necessaria riemersione. Ma la maggiore qualità del film sta forse nell'instillare continuamente il dubbio nello spettatore: Laura è davvero la madre di una sorta di demone, forse addirittura dell'Anticristo, oppure è solo mentalmente disturbata e le misteriose aggressioni di oscuri personaggi risiedono solo nelle sue fantasie paranoiche?

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Son: una scena del film

Un viaggio psicologico tra una voracità inaudita e fiumi di sangue

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Son: Emile Hirsch e Andi Matichak in una scena del film

Il viaggio nella psicologia tormentata di Laura con il figlio presenta però degli aspetti altalenanti e a tratti un po' forzati: per carità, la situazione che la donna sta vivendo è davvero ai limiti della follia e ogni reazione è giustificata tra sensi di colpa e dubbi soprannaturali, tuttavia alcune reazioni o atteggiamenti nei confronti di David sembrano sfuggire a ogni logica anche in situazioni oggettivamente borderline. E la sua difesa ad oltranza del figlio anche in situazioni mostruose e aberranti, non possono essere archiviate solo come amore materno.

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Son: Andi Matichak in una scena del film

David è infatti stupefacente nel trasformarsi, quando ha fame (lo scoprirete guardando il film), da un innocente bambino a un essere violentissimo e feroce, dalla voracità inaudita. Che poi sono i momenti nei quali il film spinge forte su truci sbudellamenti e fiumi di sangue, con banchetti umani e corpi sventrati che non possono lasciare indifferente lo spettatore. Il finale? Piuttosto sorprendente, anche piuttosto improbabile, però accattivante nella sua mostruosità.

Il blu-ray: video capace di gestire il buio e un audio che picchia forte sui bassi

Son Cover

Come detto, se possiamo apprezzare Son è grazie al blu-ray della Midnight Classic, che offre la consueta cura nella confezione con una bella slipcase con all'interno l'ormai tradizionale booklet di 12 pagine (che però resterà l'unico extra oltre al trailer). Il video è ottimo e riesce a gestire in modo soddisfacente situazioni oggettivamente complicate: ci sono molte scene notturne, o comunque piuttosto buie all'interno di abitazioni o squallidi motel. Il quadro resta però sempre compatto, c'è solo qualche accenno di rumore video ma le immagini vantano una buona solidità e soprattutto un dettaglio di rilievo anche in queste circostanze, con particolari che emergono dalle ombre. Ancora più convincenti le scene ben illuminate, mentre il croma è vivace con colori intensi e riproduce bene le luci al neon di locali e soprattutto l'abbondante sangue presente. Ancora più convincente l'audio, con un DTS HD 5.1 presente per entrambe le lingue: l'ascolto è di grande impatto, suoni e musica sono fondamentali per generare i momenti di grande tensione e paura e si uniscono agli effetti presenti in un mix sempre equilibrato. I diffusori sono sempre attivi, l'asse posteriore è preciso nella dislocazione dei rumori, ma soprattutto c'è un notevole utilizzo di bassi che in alcuni momenti ci vanno giù pesante e sono sempre ben esaltati dal subwoofer.

Conclusioni

A conclusione della recensione di Son, possiamo dire che l’horror dell’irlandese Ivan Kavanagh che abbiamo potuto scoprire grazie al blu-ray della collana Midnight Classic, e che ripercorre il filone delle sette e dei bambini possibili figli del diavolo, è costruito su scene di sana tensione, non lesina sequenze forti con abbondanza di sangue e instilla sempre il dubbio tra la spiegazione soprannaturale e il possibile disturbo mentale della donna. Non sempre però il film mantiene il suo equilibrio e a tratti l’aspetto psicologico convince meno.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • L’abile costruzione tecnica di alcune scene che generano effettivamente paura e tensione.
  • Il coraggio di pigiare forte su certe sequenze ad alto tasso di sangue.
  • La capacità di far restare sempre lo spettatore con il dubbio sulla sanità mentale della madre.

Cosa non va

  • Il tema non è molto originale.
  • Il percorso psicologico della madre non è sempre convincente.