Scivolando sulla Neve, la recensione: un film di Natale all black e troppo zuccheroso

La recensione di Scivolando sulla Neve, il nuovo film di Natale targato Disney+ dal 17 novembre sulla piattaforma, che propone una location e una community diverse dal solito, ovvero quella black, ma inciampa nell'alta glicemia delle festività.

Scivolando sulla Neve, la recensione: un film di Natale all black e troppo zuccheroso

Siamo combattuti tra due sensazioni nello scrivere la recensione di Scivolando sulla Neve, il nuovo film originale Disney+ di Natale 2023, interpretato da Lil Rel Howery e Chris 'Ludacris' Bridges, che arriva dal 17 novembre sul servizio streaming. Questo perché da un lato è la classica commedia natalizia per famiglie che prova a modernizzare ed attualizzare il racconto, ambientandolo ad Atlanta (proprio quella che ha raccontato Donald Glover ma più ripulita) con un cast all black e un Babbo Natale tecnologico, che è un merito. Dall'altro cade in tranelli di ricatto emotivo e riconciliazione di coppie separate che pensavamo di esserci lasciati alle spalle, che è un demerito.

La trama

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Scivolando sulla Neve: Lil Rel Howery e Ludacris in una scena

La trama di Scivolando sulla Neve è da manuale e ricorda un po' quella di Miracolo nella 34° strada: Eddie (Ludacris) è un assistente sociale che collabora con il dipartimento di polizia di Atlanta e durante la Vigilia di Natale si trova a compiere un viaggio improbabile e surreale lungo la città insieme alla figlia di 9 anni Charlotte (Madison Skye Validum), che lo aiuterà a ricordare la gioia e la magia della stagione. Questo perché saranno in buona compagnia: nientemeno che quella di Babbo Natale (nero) interpretato da Lil Rel Howery. Un Babbo Natale - che Eddie crede semplicemente un uomo confuso sulla propria identità che ha bisogno di aiuto - che prova a sfatare tutti i miti che lo caratterizzano dall'alba dei tempi: la barba bianca in realtà è tinta per una sorta di crisi di mezza età, utilizza un iPad e non una vecchia pergamena per la lista aggiornata dei bambini buoni e cattivi che cambiano ogni anno e ha una sorta di telecomando GPS per la slitta e le renne come fosse un'automobile. A fare da contraltare la moglie Allison (Teyonah Parris, ora al cinema in The Marvels), che vorrebbe che l'ex marito non si concentrasse troppo sul lavoro e passasse più tempo con la figlia almeno durante la Vigilia, mentre lei si occupa degli acquisti last minute.

Tornare a credere nel Natale

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Scivolando sulla Neve: Ludacris e Madison Skye Validum in una scena

Quelli fin qui nominati non sono gli unici strumenti che questo Babbo Natale ha a disposizione per aggiornarsi e non rimanere indietro con la mole di lavoro che ogni anno riempie la notte di Natale. Nel frattempo Santa Claus è braccato da tre altrettanto improbabili elfi che hanno uno scopo non subito cristallino ma chiaramente losco che ha a che fare con un politico cittadino (un ritrovato Oscar Nuñez di The Office). Tema centrale del film è sicuramente quello di molte commedie di questo genere, ovvero il tornare a credere nello spirito delle festività, fede che si è persa con l'età adulta e la disillusione che questa comporta.

Eddie - anche questo un classico delle pellicole natalizie dei buoni sentimenti - è separato dalla moglie e stanno facendo terapia di coppia per capire se il rapporto debba essere salvato. Qualcosa di simile accadde al protagonista quando era bambino e scrisse una lettera a Babbo Natale per far fare pace ai genitori che litigavano costantemente con un regalo-stratagemma. Quel trauma se lo porta dietro ancora oggi ed è diventato la sua professione: provare ad aiutare gli altri perché non è riuscito a farlo con se stesso. Si mette così in atto quindi lo scontro tra il suo pragmatismo e scetticismo e la fiducia di Charlotte che invece crede non solo a Santa Claus ma anche al potere dello spirito natalizio di riconciliare le famiglie.

Gli aiutanti di Babbo Natale

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Scivolando sulla Neve: Lil Rel Howery è Babbo Natale

Non ci sono solo i tre elfi birichini in veste di scagnozzi lungo la strada del Babbo Natale di Scivolando sulla Neve ma anche tanti assistenti sparsi per la città e per il globo, una sorta di filiali che vengono in soccorso della notte più trafficata dell'anno in quanto a regali. Tra questi una coppia di Elfi che vive sotto copertura e una famiglia vestita a tema (di origine latina, per rendere il film il più possibile inclusivo) che gira in un camper iper-tecnologico (ecco che l'attualità ritorna) per rintracciare la leggendaria figura e presentarsi come i perfetti aspiranti aiutanti di Babbo Natale dato che lo venerano.

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Scivolando sulla Neve: Teyonah Parris in una scena

Tra inseguimenti improbabili, alti e bassi narrativi e un ritmo che non sempre mantiene alta l'attenzione, si arriva a una conclusione canonica (comprensibile dato il tipo di genere affrontato) ma allo stesso tempo troppo zuccherosa, che proprio in virtù dell'attenzione all'attualità messa alla base, sembra dimenticarsi di rimanere ancorata alla realtà piuttosto che vivere in un mondo idilliaco che non esiste più o che comunque si è evoluto, sporcato, sfaccettato. La regia di Tim Story e la sceneggiatura di Scott Rosenberg, che provano ad elevare la figura femminile tanto che Santa prende sostanzialmente ordini dalla moglie, sembrano insomma affidarsi troppo al genere di appartenenza finendo per svecchiarlo solo apparentemente.

Conclusioni

Di tornare a credere nello spirito natalizio abbiamo parlato nella recensione di Scivolando sulla Neve, poiché entra perfettamente nei canoni del genere delle commedie per famiglie dedicate alle festività. Il film vuole provare a modernizzare e attualizzare l’opera, sia a livello tecnologico sia a livello di comunità black sulla quale è evidentemente basato, con la location inedita di Atlanta, ma non ci riesce fino in fondo, presentando un epilogo un po’ troppo a tarallucci e vino.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • Lil Rel Howery e Ludacris funzionano abbastanza insieme.
  • Atlanta come location e il cast black e latino.
  • Un Babbo Natale moderno…

Cosa non va

  • …che però alla fine cade nel tranello del politically correct pur essendo inclusivo.
  • I personaggi femminili.
  • Il finale.