School Of Mafia, Emilio Solfrizzi: “Mi sono disegnato un neo per omaggiare De Niro”

Emilio Solfrizzi è un divertente boss mafioso in School of Mafia, film comico in uscita al cinema il 24 giugno; abbiamo incontrato i protagonisti del film Giuseppe Maggio, Michele Ragno e Fabrizio Ferracane.

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School of Mafia: un'immagine della commedia

La Mafia ritorna sul grande schermo. Ma è una Mafia tutta da ridere quella che vedrete in School Of Mafia, film comico di Alessandro Pondi in uscita al cinema il 24 giugno. School Of Mafia prende spunto dai grandi film di Mafia per parlare in fondo di tre padri e tre figli, che hanno idee diverse, che non vanno d'accordo. Un po' come in tutte le famiglie. Il fatto è che quando si parla di famiglie mafiose, tutto diventa più... esplosivo. E così accade nel film. Abbiamo intervistato due di questi padri e due dei figli che vediamo nel film. Michele Ragno è Tony Masseria, un ragazzo che fa l'insegnante di danza, qualcosa di lontanissimo dalla Mafia. Giuseppe Maggio è Nick Di Maggio, aspirante popstar che sta provando a entrare in un talent show. Il terzo "figlio d'arte" del film è il Joe Cavallo di Guglielmo Poggi. A richiamarli ci sono i padri, anzi i padrini. Abbiamo incontrato Emilio Solfrizzi, nei panni del boss Donato Cavallo, e Fabrizio Ferracane, che interpreta il boss Primo Di Maggio (Paolo Calabresi è il terzo padrino, Vito Masseria).

La nostra video intervista ai protagonisti di School Of Mafia

School of Mafia, la recensione: Cosa accade se i figli del padrino non lo seguono?

Emilio Solfrizzi e Fabrizio Ferracane: Boss dalle strade opposte

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School of Mafia: una scena del film

Il cinema è bello perché si può arrivare a dei ruoli da strade opposte. Emilio Solfrizzi nasce come attore comico, e qui ha un ruolo che fa divertire, ma ha anche qualcosa di dark. Grande appassionato di film di Mafia, si è ispirato ai grandi, come l'Al Pacino di Scarface e al Robert De Niro de Il padrino. "È stato un gioco" ci ha spiegato. "Quando con Alessandro Pondi abbiamo pensato al mio personaggio, avendo io l'età per aver vissuto quei miti cinematografici che sono stati Scarface e Il Padrino ho detto sì voglio assomigliare a De Niro e mi sono addirittura disegnato un neo che richiamasse quelle atmosfere. Ma è solamente per gioco. Grazie a Dio c'era un testo molto forte a disposizione del personaggio, situazioni in cui potesse esprimere comicità al servizio di un personaggio ferocissimo". Fabrizio Ferracane arriva invece a un ruolo comico da una strada opposta, quella di film drammatici come Anime nere e Il traditore. Che cosa cambia nel fare il mafioso sul serio o per gioco? "Cambia la maschera, cambiano i colori" ci risponde. "È tutto più esplosivo. In film come Anime nere e Il traditore c'è una recitazione molto più tenuta, molto più compatta. Qui c'è un vestito improponibile, delle cose in bocca per avere certe espressioni. Sei una maschera".

Giuseppe Maggio e Michele Ragno: Mafiosi, ma non per scelta

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School of Mafia: una foto

È un percorso particolare anche quello che ci raccontano due dei giovani protagonisti di School of Mafia. Giuseppe Maggio aveva già dimostrato grande versatilità nel passare da ruoli noir, come quello in Baby a ruoli brillanti, come la sorprendente rom com Sul più bello. Qui è tre personaggi in uno: un'aspirante rockstar, un mafioso per scelta degli altri, un giovane innamorato. "Il punto di partenza sono i suoi desideri, su tutti quello di diventare una popstar" ci risponde. "Gli viene imposto di essere un mafioso, quindi un abito, un modo di portare i capelli, una postura. E poi si imbatte casualmente in una ragazza, Rosalia, e nasce la storia d'amore. Il primo è voluto, il secondo è imposto, il terzo è casuale. Mi sono lasciato guidare in questi tre momenti dal regista". Anche Michele Ragno è sorprendente. È un ragazzo gentile, innocuo, ma guardate la scena in cui deve recuperare la macchina, e vedrete la grinta che è in grado di tirare fuori. "Il punto di partenza del personaggio di Tony è la sua sensibilità. la sua delicatezza, che vanno a descrivere un personaggio quasi femmineo, in piena ricerca della sua identità" ci racconta. "È il meno adatto di tre al ruolo, ma è anche quello che riesce ad appuntarsi tutto fino a mettere in pratica queste lezioni e riuscendo a suo modo a diventare una cosa simile a un mafioso. Mantenendo sempre la sua sensibilità".