Saw X, la recensione: la vendetta è un piatto che va servito al sangue

La recensione di Saw X, il nuovo sanguinoso film della saga che va a collocarsi idealmente dopo il capostipite del 2004.

Saw X, la recensione: la vendetta è un piatto che va servito al sangue

Dopo quasi vent'anni e dieci film, la saga di Saw e il suo killer Jigsaw si sono ormai assicurati un posto d'onore nell'iconografia dell'horror contemporaneo. È un dato a cui difficilmente si può controbattere, per un percorso di sangue e violenza iniziato nel 2004 con James Wan alla regia e proseguito per sette sequel, uno spin-off e ora un decimo film, quello di cui vi parliamo nella recensione di Saw X, che fa un passo indietro.

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Saw X: una foto del film

Pur mantenendo la X, e quindi il 10, nel titolo, infatti, il nuovo film della saga di Saw diretto da Kevin Greutert (già regista di Saw VI e Saw 3D) sceglie di affrontare le tematiche del filone in modo diverso, guardando al passato e approfondendo la figura del maniaco assassino protagonista da un punto di vista diverso, collocandosi temporalmente subito dopo il primo capitolo del franchise, tra Saw - L'enigmista e Saw II - La soluzione dell'enigma.

Una trama che va a colmare un gap

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Saw X: una scena del film

Va quindi a colmare un vuoto, Saw X, e ci racconta quanto accaduto tra i primi due capitoli della saga per seguire un John Kramer malato, disperato per il cancro che lo affligge e disposto ad affidarsi a un'ultima speranza: accetta di recarsi in Messico per sottoporsi a una procedura medica sperimentale, rischiosa ma presumibilmente miracolosa per trattare il cancro di cui soffre. Una terapia che si rivela una frode messa in piedi con lo scopo di truffare i più fragili e vulnerabili e che rende i truffatori le vittime e cavie perfette per l'opera di Jigsaw, che non può far altro che dedicarsi a loro con il suo inconfondibile stile, fatto di prove di volontà all'insegna di violenza e mutilazioni, per capire se e quanto i malcapitati abbiano effettiva voglia di restare in vita.

Meno enigmi, ma tanto intrattenimento gore

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Saw X: una foto del film horror

Se confrontiamo questo Saw X con il primo capitolo Saw - L'enigmista, c'è un aspetto di cui abbiamo sentito la mancanza: la componente misteriosa, l'enigma, il puzzle, da cui Jigsaw prende direttamente il nome. Non può esserci perché l'approccio alla storia è ben diverso, perché sappiamo fin da subito chi è il killer, perché compia le azioni che gli vediamo portare avanti e perché abbia scelto quelle vittime nello specifico. Fatta questa eccezione, gli elementi della saga di Saw ci sono tutti, a cominciare dalla creatività, efferatezza e sadismo delle prove a cui sono sottoposte le cavie degli esperimenti del serial killer interpretato da Tobin Bell. Elementi che si erano già consolidati nel corso della saga togliendo spazio alla componente più misteriosa, quindi non sarà una sorpresa o una delusione per gli spettatori affezionati, che si divertiranno a vedere le nuove fantasiose torture, psicologiche quanto fisiche, messe in piedi da John Kramer/Jigsaw e la sua assistente Amanda.

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Più John Kramer che Jigsaw

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Saw X: un'immagine del film

In questo spostamento di attenzione, in questo mettere John Kramer al centro del racconto a cominciare dal suo dramma personale, abbiamo modo di apprezzare il lavoro fatto dal suo interprete Tobin Bell sul personaggio: l'attore americano ha modo di aggiungere sfumature al suo John, lavorare su registri diversi che permettono allo spettatore non di giustificare, ma comprendere le motivazioni alla base della folle deriva sperimentale del killer, con uno spostamento di equilibrio tra Jigsaw, che diventa più protagonista rispetto al primo capitolo in cui l'avevamo conosciuto, e la sua vera identità.

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Saw X: un'inquadratura del film

Con Saw X il franchise si conferma in salute e in grado di intrattenere il suo pubblico, di avere ancora da dire in termini di cruenta creatività e sanguinose idee, con nuovi macchinari messi in piedi per mettere alla prova le vittime e maggior approfondimento per John e Amanda in vista di possibili sviluppi della saga, al netto di qualche inevitabile eccesso meno credibile che fa parte del gioco e della ricerca del cosiddetto effetto wow. E vi consigliamo di restare in sala fino al termine dei titoli di coda, perché presente una scena post-credits che cambia qualcosa rispetto a quanto già noto del mondo di Saw.

Conclusioni

Nella recensione di Saw X vi abbiamo parlato di un buon sequel, soprattutto per la sua natura di estensione diretta del film originale della saga lanciata da James Wan nel 2004. Per impostazione della trama e per la scelta di mettere al centro il killer John Kramer, si perde qualcosa dal punto di vista degli enigmi e della componente misteriosa dell’intreccio, ma chi ama la saga per le morti violente e creative troverà pane per i suoi denti in questo decimo capitolo.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Un certo gusto per la messa in scena delle sequenze delle uccisioni, tra creativo sadismo ed eccessiva violenta.
  • La costruzione generale che cattura l’attenzione dello spettatore e intrattiene dall’inizio alla fine.
  • La prova di Tobin Bell, a fuoco sul personaggio e le sue maggiori sfumature.
  • La maggior attenzione a John Kramer/Jigsaw e le sue motivazioni che lo spingono a scegliere quelle specifiche vittime…

Cosa non va

  • … ma in parallelo l’affievolirsi della parte di enigma e mistero della storia.
  • Qualche eccesso di troppo che richiede una forte sospensione dell’incredulità.