Massimiliano Bruno sul suo Ritorno al crimine: “La banda è come gli Azzurri: una squadra che è una corazzata”

Intervista a Massimiliano Bruno, regista sceneggiatore e interprete di Ritorno al crimine, sequel di Non ci resta che il crimine, che diventerà presto una trilogia.

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Ritorno al Crimine: Carlo Buccirosso con Edoard Leo in una scena del film

Finalmente, dopo rinvii e salti temporali quasi a inseguire la trama del film, arriva su Sky Cinema il 12 luglio Ritorno al crimine, sequel di Non ci resta che il crimine, in cui ritroviamo Moreno, Sebastiano e Giuseppe, interpretati sempre da Marco Giallini, Alessandro Gassmann e Gianmarco Tognazzi alla prese con la malavita.

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Ritorno al crimine: il cast e il regista Massimiliano Bruno

Questa volta però è Renatino (Edoardo Leo), membro della banda della Magliana a dover fare i conti con il futuro. E con un clan camorrista guidato da Van Gogh (Antonio Gargiulo), boss che vanta una somiglianza con il noto pittore e minaccia la figlia di Sabrina (qui interpretata da Loretta Goggi, che sostituisce Ilenia Pastorelli).

Massimiliano Bruno scrive, dirige e interpreta di nuovo Gianfranco, esperto di viaggio nel tempo e di ponti di Einstein-Rosen. L'autore ha saputo capitalizzare il successo del primo film, trasformandolo in una trilogia: dopo Ritorno al crimine sarà infatti il turno di C'era una volta il crimine, in cui i protagonisti si ritroveranno nella Seconda Guerra Mondiale. Ne abbiamo parlato proprio con Bruno.

La video intervista a Massimiliano Bruno

Ritorno al crimine, la recensione: Massimiliano Bruno ci riporta nell'Italia del 1982

Ritorno al crimine: i nerds sono tornati

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Locandina di Ritorno al crimine

In Ritorno al crimine il concetto di "banda" diventa ancora più forte.

Il film racconta di un gruppo di amici, quando ero ragazzo io si chiamavano i nerds, la rivincita dei nerds. Persone che non sanno tanto difendersi nella vita e hanno dei gusti un po' bislacchi, non sono certo dei vincenti. Mentre nel primo film si ritrovavano a combattere contro la banda della Magliana, abbiamo messo alla berlina quel genere di delinquenza romana, scherzando un po' su Suburra e Romanzo Criminale, nel secondo la banda si ritrova a fronteggiare i camorristi di qualsiasi epoca. In Ritorno al crimine ci sono i camorristi anni '80, come quelli che si vedevano nei film di Mario Merola, e quelli moderni che ora vediamo in Gomorra. Noi li chiamiamo i "gomorristi". Il concetto è cercare di mettere l'amicizia e l'unione della banda al centro del film per risolvere il problema dell'affrontare gli altri. Creare questo "l'unione fa la forza" farà affrontare a tutti la battaglia finale con maggior consapevolezza e più voglia di farcela come squadra. Come gli Azzurri agli Europei di calcio: non hanno nessun campione particolare ma sono una squadra che insieme è una corazzata.

Ritorno al crimine come Ritorno al futuro, ma senza Totti

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Ritorno al Crimine: Alessandro Gassmann e Marco Giallini sul set

Le citazioni al calcio non finiscono qui: ci sono delle guest star famose e si parla dell'essersi persi Francesco Totti come di una tragedia.

Sì abbiamo Bruno Conti, uno di quei camei che mi diverto a inserire. C'è anche Achille Lauro in un ruolo molto divertente. Si dice che Totti è il re di Roma. Totti è un calciatore talmente speciale, divertente e iconico, ha segnato una generazione. È il primo calciatore della Roma che ha questo impatto così forte. La Roma in passato ha avuto Falcão, che era un grande calciatore brasiliano, ma non ha avuto lo stesso impatto. Totti è arrivato nell'era dei media, in un'epoca in cui il calciatore fa televisione, scrive libri, fa le pubblicità. Ha un'immagine incredibile, è il marito di una grande showgirl televisiva. Mediaticamente è una roba incredibile. Pensa a Renatino che viene dal passato e si è perso Totti. Quindi rosica.

Ritorno al crimine e lo stallo alla messicana

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Ritorno al Crimine: Marco Giallini e Gianmarco Tognazzi in una scena del film

Nel finale c'è un ballo che si trasforma in un "mexican standoff": come mai hai voluto inserire tutto quel sangue? Non è comune per una commedia.

Ci siamo ispirati un po' a Quentin Tarantino. Ispirati e basta, col nostro budget ci fa il catering, non possiamo competere. È stato molto divertente: abbiamo lavorato con gli stunt, colpi, sangue finto, pistole che sparano. Lo stallo alla messicana è proprio una citazione a quel tipo di cinema. La parte più bella di questa trilogia è stata proprio il cercare di superare i nostri limiti: provare a fare l'inseguimento, la sparatoria. Addirittura nel terzo film ci saranno esplosioni, sembrerà un film di guerra. Questi tre anni che ho dedicato a Non ci resta che il crimine, Ritorno al crimine e C'era una volta il crimine sono stati veramente divertenti. Con il cast che ho potete immaginare quanto si ride sul set. Nel primo film c'era soltanto un'uccisione: Renatino che uccide il Sorcio. Quest'anno ho voluto esagerare da questo punto di vista. Negli Stati Uniti lo fanno senza paura. Se lo fai in maniera divertente, se è una action comedy, diventa una cosa che fa meno paura. Giallini che spara e dice: ho sparato a cazzo de cane! è tutta un'altra cosa. Ho interpreto all'italiana i film come Arma Letale, genere in cui gli Americani sono dei maestri. Volevo fare come quando Mel Gibson è in mezzo a una sparatoria, può perdere la vita, ma ci infila una battuta per cui tutto il cinema ride. Speriamo di esserci riusciti.

Verso il terzo capitolo: C'era una volta il crimine

L'arte è molto presente in questo film. Van Gogh, la Gioconda.

La Gioconda i Franzosi ce la devono ridare! Tornerà anche nel terzo film. Ci piace molto l'arte a me e agli sceneggiatori Andrea Bassi, Alessandro Aronadio e Renato Sannio. Quindi ci è piaciuto chiamare un personaggio Van Gogh, un camorrista chiamato così perché ci assomiglia, tra l'altro Antonio Gargiulo è un cattivo perfetto, ha fatto un'ottima interpretazione. Lui tra l'altro è stato davvero nel cast di Gomorra. La Gioconda prima o poi ce la riprenderemo.

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Ritorno al Crimine: Alessandro Gassman e Massimiliano Bruno in una scena del film

Nel terzo?

L'epoca che ho scelto di raccontare nel terzo film è un'epoca che amo raccontare: è intrisa di storia, di malinconia, di tristezza, di rabbia ed è la Seconda Guerra Mondiale. Loro si ritroveranno nel 1943, nel giorno dell'armistizio, e avranno tanti nemici: dai Nazisti ai Fascisti agli Americani. Dal re Vittorio Emanuele a Mussolini. Addirittura i Partigiani di Sandro Pertini. Il terzo film sarà un'epopea straordinaria.