Quasi Natale, la recensione: un piccolo film familiare ottimamente recitato per riscaldare l'animo

La recensione di Quasi Natale, il film di Francesco Lagi con Anna Bellato, Francesco Colella, Silvia D'Amico e Leonardo Maddalena, da oggi on demand su Sky Primafila.

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Quasi Natale: una foto del film

In un periodo in cui cinema e teatri ci mancano da morire, arriva la sintesi perfetta di Francesco Lagi, come evidenzia la nostra recensione di Quasi Natale, disponibile da oggi on demand su Sky Primafila. Il film, presentato in anteprima al Festival di Torino lo scorso novembre, è l'adattamento dell'omonimo spettacolo teatrale della Compagnia del Teattrodilina, fondata dallo stesso Lagi. Dal momento che squadra che vince non si cambia, Lagi ha trasposto il suo testo, a tratti struggente a tratti divertente con l'aiuto del medesimo cast. Quasi Natale è interamente ambientato nella casa di famiglia di tre fratelli, Isidoro, Chiara e Michele, interpretati, rispettivamente, da Francesco Colella, Anna Bellato e Leonardo Maddalena. Mentre il Natale è alle porte, i tre si riuniscono su iniziativa di Isidoro per far visita alla madre che si trova in ospedale e deve dir loro qualcosa di importante. Il fratello minore, che vive all'estero, si presenta con la fidanzata Miriam, interpretata da Silvia D'Amico, che ben presto si rivelerà il personaggio più empatico del gruppo.

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Quasi Natale: una scena

Con poca azione e pochi cambi di ambiente, Francesco Lagi crea una pellicola serrata fatta di confronti, ricordi, battibecchi e rivelazioni che vedono protagonisti i tre fratelli. Isidoro, colui che è rimasto sempre vicino alla madre, sente il peso di una responsabilità che non ha potuto condividere coi fratelli. Non certo con la nevrotica Chiara, alle prese con un matrimonio allo sfascio per via di reciproche infedeltà coniugali, non con Michele che ha scelto di tagliare i ponti col passato trasferendosi in un altro continente e che di fronte ai problemi cerca sempre una via di fuga arrivando a infilare le scarpe da ginnastica e uscire in una bellissima sequenza di corsa, una delle rare scene all'aperto dei film. E quanto a Miriam, che a Isidoro e Chiara sembra ricordare tanto qualcuno, non è forse anche lei una scappatoia?

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Quasi Natale: un'immagine

In una sorta di Aspettando Godot familiare, i tre fratelli di Quasi Natale continuano a lambiccarsi il cervello su cosa potrebbe voler dire la madre gravemente malata prima di lasciarli. Divisi tra la necessità di sapere e la voglia di mettere la testa sotto la sabbia ignorando volutamente, i tre continuano a confrontarsi sulla questione litigando perfino per chi deve andare a trovare la madre in ospedale. Dall'altro del suo essere estranea alla famiglia, Miriam rappresenta l'osservatrice esterna, la voce della ragione, colei con cui è più facile confidarsi perché non porta sulle sue spalle il peso del vissuto comune degli altri tre. Quando infine Chiara, Isidoro e Michele trovano il coraggio di recarsi in ospedale, Miriam resta sola nella grande casa di famiglia a fare i conti con fantasmi che non le appartengono, ma che non per questo sono meno presenti.

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Quasi Natale: una sequenza

L'impianto teatrale di Quasi Natale è ben visibile eppure Francesco Lagi riesce nella magia realizzando un adattamento perfettamente cinematografico nella tensione che serpeggia per tutta la durata della pellicola, che si svolge quasi in tempo reale, nei confronti tra personaggi, nella cura estrema dei dettagli e nei ganzi sparsi qua e là nella sceneggiatura che mantengono viva l'attenzione dello spettatore. Neanche a dirlo, i quattro interpreti sono tutti impeccabili, forti di una lunga interiorizzazione dei loro personaggi di cui ripropongono tic, manie e debolezze. Particolarmente riuscito il personaggio di Chiara, con le sue continue nevrosi che avvicinano la performance di Anna Bellato a una Valeria Bruni Tedeschi meno schizofrenica. La regia è perfettamente funzionale a valorizzare gli interpreti, membri di una famiglia disfunzionale le cui energie sono incanalate nello sfuggire alle loro responsabilità. Perché sentire cosa la madre gli vuol dire significa accettarne la perdita, significa diventare adulti e questo fa tanta, tanta paura a qualsiasi età.

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Quasi Natale: un'immagine dal set

In Quasi Natale si ride, anche se il film non è una commedia vera e propria, ci si commuove, si condivide l'ansia e lo smarrimento dei personaggi grazie a un'opera che, seppur piccola, è tutta da scoprire per il suo concentrato di ricchezza e umanità. Un film di interni, nel vero senso della parola che, tra luci dell'albero di Natale malfunzionanti, telecomandi che non sono mai dove dovrebbero essere e bauli pieni di ricordi, ci ripropone il calore domestico avvolgendo lo spettatore in un caldo abbraccio con un finale culinario che ha il sapore di casa nostra non senza un retrogusto dolceamaro che appartiene a ogni famiglia.

Conclusioni

Piccolo, delicato, ma anche carico di tensioni e colpi di scena: la recensione di Quasi Natale sottolinea i pregi del bel lavoro di Francesco Lagi che adatta il suo testo teatrale portandolo sul grande schermo con lo stesso team di attori composto da Anna Bellato, Leonardo Maddalena, Silvia D'Amico e Francesco Colella. Una storia familiare che ruota attorno all'assenza – materna – in un film che parla di incontri, scontri, prese di coscienza, ricordi e di tutti quei piccoli episodi che appartengono alla vita di una famiglia messi in scena qui con garbo e passione.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • La perfetta sintonia tra i quattro interpreti valorizzata da una regia ad hoc.
  • La tensione mantenuta alta grazie alla costruzione della sceneggiatura nonostante l'azione, nel film, sia minima.
  • La suggestiva ambientazione domestica.

Cosa non va

  • Qualche domanda lasciata inevasa, soprattutto sul personaggio di Miriam ci piacerebbe saperne di più.