Recensione La mia vita senza me (2003)

In una battuta del film la protagonista rivela a se stessa: «Hai appena scoperto che tutta la tua vita è stata un sogno e solo ora ti sei svegliata...».

Quando la morte significa vivere

Sarah Polley è la bravissima attrice canadese cui è stato affidato il ruolo della ventitreenne protagonista, sposata con due figlie, che riscopre la vita dopo che le viene diagnosticato un tumore alle ovaie. Girata in inglese e ambientata in Canada, la pellicola si avvale della regista di Barcellona Isabel Coixet, del produttore esecutivo Pedro Almodóvar e del bravo Mark Ruffalo che interpreta il ruolo di Lee. L'attore ha contribuito considerevolmente allo svolgimento delle riprese portando com'esempio il dramma che l'ha coinvolto in passato; gli è stato diagnosticato un tumore al cervello e credeva che ogni speranza per lui fosse ormai svanita. Fortunatamente l'operazione chirurgica al quale si è sottoposto lo ha salvato.

Pedro Almodóvar, nonostante non sia mai stato fisicamente sul set, telefonava alla regista alle quattro del mattino per dissertare energicamente sulle scelte artistiche della donna. Si è ricreduto soltanto a film completato, dopo aver costatato quanto trasparisse la gentilezza del tocco femminile nella costruzione della storia. È sorprendente che il paese in cui abbia avuto più successo sia stato il Giappone. Hanno persino acquistato i diritti per farne un remake. Isabel Coixet se lo spiega affermando che «è un film che ama la vita e credo che abbiamo trovato la giusta traduzione filmica nel raccontare questa storia stabilendo un contatto tra i personaggi e lo spettatore».

Rispetto al filone americano sui malati terminali, vedi My life, Scelta d'amore e in parte Sweet November - Dolce novembre, che sollecitano lo spettatore a contorcersi sulla poltrona, La mia vita senza me è un intimo percorso che la protagonista vive privatamente dedicando a se stessa le sue ultime settimane di vita. Il concetto dell'esistenza non è più quello di prima per lei, affronta le giornate con assoluta lucidità conferendo un'importanza estrema ad ogni piccolo gesto, ogni parola, ogni sguardo. La sua anima invecchia rapidamente e colma i vuoti di una giovinezza che non vivrà mai. La ragazza accetta coraggiosamente il corso del destino e sceglie di custodire segretamente il suo dolore fino alla fine, come ultimo atto d'amore verso le persone a lei care. In una battuta del film rivela a sé stessa «Hai appena scoperto che tutta la tua vita è stata un sogno e solo ora ti sei svegliata...».