Orlando-Buy, una coppia 'baciata' dal successo a Roma

Torna anche quest'anno durante il Festival Internazionale del Film di Roma il consueto appuntamento del duetto artistico dedicato ad attori e registi del cinema italiano. Stavolta è toccato a due bravissimi e simpatici interpreti nostrani comparsi più volte insieme sullo schermo.

Piccola tradizione inaugurata alla kermesse capitolina nel 2006 dall'incontro tra Bertolucci e Marco Bellocchio, il Duetto della sezione L'Altro Cinema - Extra rappresenta oggi un evento tra i più seguiti e apprezzati dal pubblico dell'Auditorium. A confrontarsi davanti alla platea, ripercorrendo le tappe più importanti della propria carriera cinematografica e mostrando una serie di clip selezionate personalmente, quest'edizione ha ospitato Margherita Buy e Silvio Orlando. L'incontro, che lo scorso anno aveva avuto per protagonisti Giuseppe Tornatore e Silvio Muccino, non ha deluso le aspettative dei fan degli attori, che ci hanno divertito rivelandoci il loro insormontabile imbarazzo di fronte alle scene del bacio realizzate insieme per più film e che invano il pubblico ha richiesto esplicitamente alla fine dell'evento. Attori maturi a poco più di cinquant'anni, Margherita Buy e Silvio Orlando, che si sono affiancati sia a teatro sia al cinema, sono riusciti ad attirare fin dalle prime battute le simpatie degli spettatori, raccontando episodi legati ad alcune produzioni insieme e dimostrando un'impressionante umiltà e rispetto reciproco. Ritenuto da sempre un attore di sinistra, categoria che ha dimostrato più volte di bypassare con grande intelligenza, Silvio Orlando ci ha tenuto a sostenere la significativa protesta contro i tagli del governo alla cultura organizzata dai Cento autori e che aveva già mobilitato la giornata di apertura del festival: "La cultura non si mangia, sostiene Tremonti", ma è "un nutrimento immateriale, fatto di emozioni e sogni" che "è stato smontato pezzo per pezzo!", ha letto l'attore. Lontano dai riflettori sempre più cupi dei sipari politici, Orlando ha dimostrato una sorprendente bravura nell'intrattenere parlando di sé e dell'attrice romana, meno loquace ma di straordinaria sensualità nella sua elegante mise in velluto nero, con la quale c'è da anni una bellissima complicità, portata in scena con un interessante scambio di battute.

Il primo incontro tra Margherita Buy e Silvio Orlando è avvenuto nel lontano 1993 sul set del film Arriva la bufera di Daniele Luchetti. Lui ci racconta scherzando com'è andata quell'esperienza e quanto è stato memorabile il "primo bacio": "Lei era la protagonista assoluta del film e io facevo una piccola e trascurabile parte. Col sadismo tipico di registi come Luchetti, decisero di avvicinarci subito nella scena del bacio, cosa che è risaputo a lei non vada a genio, con me poi ancora meno! La scena era di notte, sulla terrazza di un grattacielo di Rimini e lei ebbe una reazione terribile, sputava in continuazione". Margherita Buy sorride e sottolinea che "La seconda volta lui aveva l'herpes"! L'attore allora cerca simpaticamente di vendicarsi: "Lei posò il cellulare sperando che il compagno di allora, Sergio Rubini, la salvasse in tempo. Pensai che per fortuna il film successivo avrei avuto al mio fianco Francesca Neri".

Successivamente si ritrovano di nuovo insieme nel cast di Fuori dal mondo di Giuseppe Piccioni di cui rivediamo una scena impegnativa sul piano della recitazione, quella in cui la suora Margherita Buy si confronta con Ernesto-Orlando, entrambi personaggi solitari, sempre a un passo l'uno dall'altra.

"Credo che questa scena raccontasse tutto del suo personaggio ma anche della sua bravura. L'idea che mi addormentassi durante il suo monologo fu un'idea sua. E trovare un'attrice che accetti qualcosa del genere non è facile. Questo dimostra tutta la sua superiorità rispetto alla meschinità e alla miseria degli attori medi. Io non l'avrei mai proposto!", ci rivela Silvio Orlando. Margherita Buy, commossa nel rivedersi sul grande schermo, ricorda con emozione un momento così importante della sua carriera: "Questo era un film speciale perché sentito tantissimo e ho molto amato il mio personaggio. Ogni scena era pensata e c'era molta concentrazione sul set. L'dea di spezzare la serietà del mio personaggio, una donna bella e ancora ingenua perché da poco diventata una suora, di farle accadere delle cose anche ridicole era interessante". Orlando interviene raccogliendo l'ennesimo applauso: "Avevamo girato anche qui la scena del bacio, ma poi è stata tagliata!", poi, tornando serio, "Questo è un film magico e io ero entrato dopo nel cast, dopo aver rifiutato ben due volte perché pensavo che il mio percorso fosse troppo funzionale al suo, che fossi una spalla e non mi andava. Il mio era un personaggio privo di luce che incontra una specie di "donna bionica" molto motivata mentre lui ha i suoi piccoli squallori quotidiani".

Fragoroso applauso incombe in platea anche dopo la visione di due esilaranti sequenze di Maledetto il giorno che t'ho incontrato, in cui la Buy ha il ruolo principale insieme a Carlo Verdone e Ferie d'agosto di Paolo Virzì in cui Silvio Orlando nel suo lungo monologo fa esplodere il proprio personaggio in un tempo brevissimo. "Margherita è l'attrice con cui io ho fatto più film in assoluto...", puntualizza Orlando. "Ma perché lo dici così?", gli chiede allora Margherita Buy.

Orlando prende di nuovo l'occasione per farci ridere: "Lei ha fatto l'accademia, io sono stato autodidatta", provoca. Buy raccoglie: "Ma io mi abbasso...". Silvio Orlando dice allora: "La verità è che lei è borghese, io sono piccolo borghese..." passando il testimone alla Buy che replica "Ma tu sei napoletano, è un'altra cosa...". La napoletanità dell'attore sembra per lui una sorta di arma a doppio taglio: "Nemmeno, perché sono del Vomero, la parte collinare di Napoli, dove abitano quelli che la vedono dall'alto... Quand'ero piccolo mia mamma mi diceva: - Ti porto a Napoli, come se fosse da un'altra parte del mondo. Non mi sono mai inorgoglito, ma l'ho sempre vissuto in senso critico, con la responsabilità di portare, specie fuori dalla mia città, dei segni così forti... Non l'ho mai presa come una scorciatoia che fa simpatia, una trappola bestiale da cui non esci più".

Protagonista eccezionale di film come La stazione, Le fate ignoranti e Lo spazio bianco, Margherita Buy riesce a recitare con una singolare intensità anche stando ferma, comunicando uno stato d'animo con un'espressività impressionante. L'attrice ci spiega: "A me piace molto l'ascolto dell'altro, mi piace sentire le cose addosso. Nei film ci sono spesso occasioni per farlo e a me piace accorgermene e sfruttare quel momento. Gli spazi bianchi sono quelli più interessanti, un po' come nella vita. Forse è un mio modo di esprimermi...Virzì ha detto una volta che maledice quando mi propone un ruolo perché all'inizio non mi sento mai all'altezza, ci sto male e solo dopo capisco che posso farcela. Anche nel teatro mi succede, mi è capitato anche insieme a Silvio...". Orlando conferma: "Con Margherita passi molto tempo a prepararla, per questo poi le fa bella figura e io no perché arrivo distrutto e senza più niente da dire!"

In film come Il portaborse e Il papà di Giovanna Silvio Orlando, nel ruolo di protagonista, si è invece calato nella sua parte recitando le sue battute sottotono. Del film con Pupi Avati Orlando ci racconta: "Il rapporto con la memoria è una cosa che ho sviluppato col tempo, prima ero più incosciente. La pellicola ti toglie sempre qualcosa della tua preparazione. Avevo paura perché mentre con Nanni Moretti un attore ha tante possibilità di girare una scena, 4-5 volte sul set, con Pupi Avati invece non è così. Al regista devi consegnare tutto quello che gli serve, solo se lui tiene per intera la tua scena è un trionfo! Nel caso de Il papà di Giovanna era stata tagliata la voce fuori campo quindi era stata una grossa soddisfazione".

Il portaborse è, per il rapporto che i due hanno con la mimica corporea, un po' equivalente a La stazione. Silvio Orlando ci spiega come si è avvicinato al mestiere dell'attore: "Per un attore i difetti sono una carta d'identità che riassume la sua storia. Io nasco come comico. Per di più non sentivo da piccolo questa passione, amavo la musica, ma non ero ricambiato! Fu un mio amico avvocato che mi convinse. La prima volta che sono andato in scena mi sono sentito testimone del mondo, anzi pensavo di avere dei segnali dal mondo. Lentamente ho preso coscienza dei mezzi fino ad arrivare a Il portaborse, che mi ha aperto la strada come attore civile, cosa che sognavo, ma non mi aspettavo. Moretti è stato il primo a darmi un ruolo da protagonista, solo dopo è venuto tutto il resto. E' iniziata una carriera che andava aldilà delle mie aspettative, tanto da essere stato inquadrato come un attore drammatico e non più comico: all'inizio cercavo per i miei personaggi di mascherare la mia tragicità, che invece è venuta fuori piano piano". Orlando continua raccontandoci provocatoriamente del suo rapporto con i registi: "Una volta mi chiesero perché lavoravo tanto e io risposi scherzando che ero servile. Uscì fuori che gli attori di sinistra lavorano tanto per via del loro servilismo. Però io mi sento gregario per tutta la vita, oggi i don Chisciotte non esistono più e tutti si sentono poco riconosciuti. Io invece mi sento fin troppo riconosciuto quindi cerco sempre di capire fino in fondo un regista cosa voglia dire. I registi sono spesso portatori di un'intelligenza superiore, sono degli intellettuali e io non sarò mai regista perché non sono un intellettuale".
Chiediamo allora a entrambi se c'è un regista con il quale vorrebbero lavorare in futuro. Margherita Buy risponde titubante: "Un regista bravissimo potrebbe fare un film orribile proprio con me quindi non lo so. Magari desideri lavorare con un regista e quello tira fuori il film più brutto della storia del cinema"! Silvio Orlando invece fa un nome preciso: "Mi piacerebbe lavorare con Paolo Sorrentino perché fa un cinema così lontano dal mio mondo che mi farebbe confrontare per la prima volta con qualcosa di diverso".

L'ultimo film in cui abbiamo visto insieme Silvio Orlando e Margherita Buy è stato Il caimano. L'attore ci racconta: "Ogni volta che vedo queste scene mi commuovo e ripenso alle condizioni in cui sono state girate. Girare a Roma, dove c'è un odio generale per il cinema, specie quando blocca il traffico, è pazzesco". Il direttore della sezione, Mario Sesti, chiede allora se quando si rivede sullo schermo, Silvio Orlando si piaccia e lui risponde: "Più quando non parlo. E' un'ottima immagine per quando sarò morto. Poi bisogna sempre stare attenti al giorno in cui si muore perché metti che uno muore il giorno in cui tutti parlano del Bunga Bunga..."
L'ultima domanda ai due attori riguarda il personaggio che stanno ancora aspettando e che vorrebbero gli venisse proposto. La Buy, indecisa, ci dice: "Non lo so, io faccio tutto. Mi piacerebbe fare un thriller." mentre Silvio Orlando è chiaro: "Mi piacerebbe far parte di una biografia sui De Filippo, una storia che ricostruisca la storia attraverso il rapporto tra questi tre geni, tra il loro talento e i loro progetti. Dovremmo chiedere a Toni Servillo..."

Dopo il rifiuto ribadito più volte dalla signora Buy alla richiesta di recitare con Silvio Orlando una scena del bacio sul palco, l'attore chiosa: " Siccome questo è un dibattito sull'arte dell'attore forse avremmo dovuto essere più seri...", ma la verità è che il pubblico non ha mai applaudito e non si è mai divertito tanto all'incontro tra due attori. Due personalità come queste, educate e acute il cinema italiano farà meglio a tenersi stretti.