Night Swim, la recensione: un horror acquatico e il sogno americano che diventa incubo

La recensione di Night Swim: Kerry Condon e Wyatt Russell in un horror a "bassa profondità" ambientato in una piscina maledetta. Tra suggestioni, intrattenimento e metafore contemporanee.

Night Swim, la recensione: un horror acquatico e il sogno americano che diventa incubo

L'acqua è sempre stata un elemento naturale nella cinematografia horror. Nave fantasma del 2002, Blu profondo nel 1999, oppure The Abyss del 1989, a suo modo Lo squalo di Spielberg e, andato più indietro nel tempo, Il mostro della laguna nera del 1954. L'abisso come panorama sconosciuto, dove l'ignoto prende il sopravvento. Acque torbide, dove lo spavento galleggia a filo. Profondità inospitali, brecce marine, fondali senza luce. Invece, molto più accomodante, teoricamente, il comfort di una piscina. Perimetro pre-stabilito, dove sollazzarsi in totale tranquillità. La piscina, paradigma di benessere e agio, uno status symbol che - soprattutto nell'iconografia americana - suddivide i ceti sociali.

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Night Swim: un frame del film

Da questo spunto, Bryce McGuire tira fuori Night Swim, horror soprannaturale direttamente tratto da un suo vecchio cortometraggio datato 2014 (diventato virale su YouTube). Materiale interessante, quindi, anche perché frutto di una visione legata proprio al mito de Lo squalo, e alla piscina di McGuire (qui la nostra intervista) nella sua casa d'infanzia, in Florida, immaginando "qualcosa che saliva dal fondo, puntando verso di me". Essenzialmente, Night Swim è proprio questo: un horror a bassa profondità, che però lavora di suggestione e di architettura, puntando più sull'idea che sulla sostanza.

Night Swim, la trama: una piscina maledetta

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Night Swim: una foto

Seguendo la sceneggiatura, Night Swim entra poco a poco nel climax soprannaturale, partendo dal 1992. Una ragazzina, Rebecca, intenta a recuperare una barchetta nella piscina della casa, viene risucchiata sott'acqua da un'indecifrabile figura. Andando avanti nel tempo, eccoci ai giorni nostri. I Waller (Kerry Condon e Wyatt Russell, oltre a Amélie Hoeferle e Gavin Warren) stanno cercando una nuova casa, in quanto Ray, papà e marito di Eve, è stato costretto a lasciare la carriera nel baseball a seguito di una malattia degenerativa. Quale casa sceglieranno di Waller? Esattamente.

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Night Swim: una scena del film

Una volta pulita la piscina, gli viene detto che l'acqua proviene da una sorgente sotterranea, dunque è autosufficiente. La piscina fa comodo a Ray per gli esercizi fisici e, nuotata dopo nuotata, si rende conto che sta riacquistando forza fisica. Lo scotto da pagare, però, è altissimo: i figli, Izzy ed Elliot, sembrano spaventati da alcune visioni, ogni qual volta si tuffano in acqua. C'è qualcosa di strano, di malvagio. Cominciando ad accadere cose al limite dell'impossibile, degenerando quando i Waller decidono di organizzare un pool party con tutto il vicinato.

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Suggestioni, più che paura

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Kerry Condon in Night Swim

Il riferimento a Lo squalo, almeno nella scena del party, è abbastanza palese, e in qualche modo funzionale alla storia. Poi, come detto, Night Swim, prodotto da Blumhouse, non cerca lo spavento facile (il jumpscare è ridotto al minimo), né cerca l'armonia cupa degli horror arthouse. Piuttosto, vive di paradigmi, mettendo in raccordo la purezza dell'acqua all'oscurità di una vicenda che apre domande, più che suggerire risposte. Vedendo il film di Bryce McGuire, infatti, siamo incuriositi dall'origine di questo male (un'idea per un prequel?), ipoteticamente fascinoso e, sicuramente, coordinato con il mezzo cinematografico (mezzo supportato dai bravi Kerry Condon e Wyatt Russell).

Se non tutto gira al meglio, con una messa in scena attraente ma lontana dall'incutere un vero e proprio terrore (e con degli effetti visivi diremmo improbabili), Night Swim tiene coesa la linearità narrativa che si prefigge di seguire, arricchendo lo script di una metafora che incalza a più riprese il tipico sogno americano (con l'emblema della casa-con-piscina), sfruttandolo invece per raccontare un incubo da cui è impossibile riemergere. In tutti i sensi.

Conclusioni

Intrattenimento, suggestioni e una buona idea. Night Swim lavora per immagini, senza cercare lo spavento concreto. Tutto viene suggerito, e poco viene mostrato. Se lo spunto funziona, alcune trovate finiscono per incastrarsi. Valore aggiunto il cast, Kerry Condon e Wyatt Russell, e il poco utilizzo del jumpscare. Buona la metafora tra l'incubo e il sogno americano, in una piscina che viene destrutturata dall'iconografia tipica e confortevole.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Kerry Condon e Wyatt Russell.
  • Una buona suggestione.
  • L'idea.

Cosa non va

  • Un'idea non sempre portata avanti nel verso giusto.