Andrea Segre, regista di Molecole: “Un film intimo ma anche scientifico”

Intervista ad Andrea Segre, regista di Molecole, documentario girato nella Venezia del lockdown, presentato come pre-apertura della 77esima Mostra del Cinema.

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Molecole: una sequenza del documentario

Dopo il passaggio a Venezia 2020, dove è stato presentato come pre-apertura, Molecole, documentario di Andrea Segre girato proprio tra i canali del capoluogo veneto, è in sala dal 3 settembre.

Molecole è un film imprevisto: le riprese, cominciate a febbraio 2020, sono state letteralmente travolte dalla quarantena. Il regista all'epoca si trovava a Venezia per raccontare due dei problemi più importanti della città: il turismo e l'acqua alta. Con il lockdown, costretto a rimanere nella casa della sua infanzia, Andrea Segre ha invece ritrovato vecchie foto, filmati, lettere e ha cominciato a riflettere sul suo vissuto: quello che doveva essere un racconto macroscopico è quindi diventato testimonianza di una condizione unica, la possibilità di mostrare canali e ponti vuoti, silenziosi.

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Molecole: Andrea Segre, il regista

A questo si aggiunge la ricerca della soluzione a un mistero rimasto tale per anni: quello del padre del regista, Ulderico Segre, stimato professore universitario di chimica, che ha passato gran parte dei suoi anni a studiare elementi e reazioni, cercando di dare un senso all'imprevedibilità dell'esistenza umana. Ne abbiamo parlato proprio con l'autore, che abbiamo incontrato al Lido di Venezia.

La video intervista ad Andrea Segre

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Molecole: un film in equilibrio tra arte e scienza

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Molecole: una scena del documentario

Seguendo la scienza il primo, l'arte il secondo, Ulderico e Andrea Segre non sono così distanti: entrambi hanno cercato e cercano di capire la vita con un approccio sperimentale. Padre e figlio, pur percorrendo strade apparentemente opposte, grazie al documentario Molecole si sono ritrovati e avvicinati.

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Molecole: un'immagine

D'accordo il regista: "Un amico, quando ha visto il film, mi ha detto che secondo lui è poetico, intimo, ma anche scientifico. È un film che si sofferma lentamente sulle cose come fa lo scienziato con il microscopio. Cerca di andare a capire ciò che non vedi della materia per spiegare ciò che vedi. È quello che mi è successo con questo film: non sapevo che cosa stavo vedendo, però mi sono fermato a osservarlo e ho cercato in quella visione qualcosa che non potevo vedere. In questo forse ha ragione il mio amico: è anche un film scientifico."