Lunetta Savino e Sabrina Impacciatore, mamma e figlia per fiction

Abbiamo incontrato stamattina a Roma le protagoniste della miniserie Mediaset 'Due mamme di troppo' tra l'adesione all'odierno sciopero dello spettacolo e l'entusiasmo per una commedia che porta per la prima volta in tv un cast tutto al femminile, o quasi, come ribadisce Francesco Pannofino.

Presentata alla Casa del cinema a Roma la divertente e romantica fiction Due mamme di troppo, diretta da Antonello Grimaldi (Distretto di polizia). La miniserie in 6 puntate, che verrà trasmessa in prime time a partire da venerdì 26 novembre su Canale 5 (con un cambio di programmazione per gli ultimi due episodi), rappresenta il proseguimento dell'omonimo film per la tv andato in onda un anno fa e sceneggiato da Paola Pascolini e Stefano Ceccarelli. Protagoniste d'eccellenza nei panni di due consuocere esilaranti Angela Finocchiaro, assente alla conferenza stampa, e Lunetta Savino, che hanno già ricevuto consensi alla scorsa edizione del Roma Fiction Fest, che aveva consegnato loro ex aequo il Premio come Miglior Attrice TV Comedy.
La serie racconta le disavventure di una famiglia fuori dagli schemi in cui la quotidianità è movimentata dalle rocambolesche beghe di Gabry (Angela Finocchiaro) e Lellè (Lunetta Savino), l'una aristocratica e raffinata signora della Torino bene, l'altra massaggiatrice pugliese pratica e tradizionalista, che si ritrovano loro malgrado a far parte dello stesso nucleo familiare dopo che i rispettivi figli, Alessandro (Giorgio Pasotti) e Rita (Sabrina Impacciatore), si sono sposati. Nei panni di due donne agli antipodi, le signore Finocchiaro e Savino divertono il pubblico tra travestimenti da fanta-burlesque e gag spassose e genuine rivelando agli spettatori l'importanza di essere donne sul piccolo schermo. La commedia punta su un cast vario e valido, che vede tra gli altri le presenze di attori come Nino Castelnuovo, Maria Amelia Monti, Paolo Bessegato, Pamela Prati, Pierfrancesco Loche, Bebo Storti, Marco Cocci e la star borissiana Francesco Pannofino. Ad attirare su di sé tutte le attenzioni sono però i personaggi femminili, che calcano garbatamente la mano su tematiche interessanti come la crisi economica contemporanea sviluppandole su contrasti improbabili e spiritosaggini fantasiose. Insieme al regista, a una parte degli attori e ai produttori, Lunetta Savino e Sabrina Impacciatore ci hanno parlato dell'esperienza televisiva che le ha coinvolte e appassionate fin dalla lettura della sceneggiatura e hanno ribadito alla stampa la loro adesione allo sciopero dello spettacolo in corso oggi al cinema Adriano, dove avrebbero raggiunto poco dopo i colleghi per protestare insieme contro i tagli al Fondo unico dello spettacolo previsto dalla Finanziaria.

Signora Impacciatore vuole dirci qualcosa in merito allo sciopero in atto oggi e indotto dai sindacati degli attori?
Sabrina Impacciatore: Anche se sono qui, aderisco alla protesta della Sai, il sindacato degli attori perché sostengo la lotta per la cultura, che appartiene a tutti noi. Si tratta di uno sciopero che coinvolge tutti i membri del mondo dello spettacolo (attualmente oltre 250mila persone) e il taglio del 36,6 % rispetto al 2008 su quello che rappresenta "quel bene immateriale indispensabile per il corretto funzionamento della società umana" non è ammissibile. Rimpiangiamo sempre i grandi del passato come Monicelli, Visconti, Mastroianni, Gassman, Vitti, Magnani, ma in questo momento ci sono attori e registi che potrebbero far brillare il nostro cinema come i grandi del passato.
Lunetta Savino: Per noi è stato difficile aderire ma nello stesso tempo partecipare alla conferenza stampa perché non volevamo boicottare lo sciopero né essere assenti qui. Dopo raggiungeremo i nostri colleghi all'Adriano. Anch'io sono stufa di continuare a vedere il cinema sempre rappresentato dai grandi del passato. In questo momento sono impegnata con il teatro a Napoli dove quest'anno il San Carlo non avrà in cartellone nemmeno un'opera lirica e questo è gravissimo. Se vogliamo che qualcosa cambi dobbiamo promuovere la bellezza!
Sabrina Impacciatore: Vorrei aggiungere una cosa: un aspetto positivo della serie è come non sia un prodotto delocalizzato. Ultimamente si gira molto all'estero impedendo alle nostre maestranze di lavorare e di dimostrare le loro capacità e il loro talento e privando ai nostri attori giovani la possibilità di crescere. Quando queste serie vengono realizzate all'estero c'è sempre qualcosa che manca, qualcosa che si perde.

Sabrina quali motivi l'hanno spinta ad accettare il ruolo di Rita, una giovane madre che cerca di coniugare l'ambizione lavorativa nel mondo dei fumetti e l'amore per un manager di successo?
Sabrina Impacciatore: Ho accettato di partecipare a questa fiction perché quando ho letto la sceneggiatura ho subito notato che per la prima volta le protagoniste femminili non erano due donne fallite solo perché sono senza un uomo. Ci sono tre figure femminili che invece di considerare le loro vite in relazione a un uomo, pensano a realizzarsi in maniera imprevedibile e assolutamente divertente come molte donne moderne fanno. Due di loro sono donne che ne fanno di tutti i colori e credo che Savino e Finocchiaro siano una coppia paragonabile a Jack Lemmon e Walter Matthau. Io invece interpreto una giovane donna contemporanea che cerca di realizzarsi sia come madre e moglie che come donna indipendente nel mondo del lavoro con tutti i conflitti che ne seguono. Non è una donna in carriera, ma una donna che cerca di realizzare le sue potenzialità di disegnatrice di fumetti. Questi conflitti la porteranno a vivere dei dissidi...

Signora Savino com'è stato avventurarsi in questa commedia "nuova"?
Lunetta Savino: Mi sono divertita molto in questo continuo e rocambolesco travestimento del mio personaggio e di Gabry, due personaggi che cercano il testamento insieme e si muovono attraverso le situazioni più imbarazzanti e divertenti, in cui credo potranno riconoscersi parecchie donne. Una è una snob della Torino bene, l'altra una massaggiatrice del sud che ha dovuto sempre fare tanti sacrifici. E' stata una cavalcata insolita e divertente che spero incontrerà il gusto del pubblico che ci vedrà.

Qual è la caratteristica del suo personaggio che l'ha intrigata di più?
Lunetta Savino: Sicuramente il contrasto tra l'essere una donna del sud che ha cresciuto da sola la figlia e l'essere completamente sprovveduta sulle storie amorose. Viene presa in giro, ma poi si ritrova a giocare col sesso, di fronte al quale è impreparata. Poi nella vita quotidiana ha una grande forza e praticità, a differenza di Gabry, una signora snob che scopre l'impegno del vivere e con la quale instaura un bellissimo rapporto.

Il lavoro di attrice continua ad appassionarla come sempre o le piacerebbe avere un ruolo diverso?
Lunetta Savino: Continuo a fare il mio lavoro con grande interesse e curiosità e non passerei mai dietro la macchina da presa. Mi piace la possibilità di alternane cinema, teatro e televisione con ruoli e storie sempre diversi. Qui ho provato il gusto del travestimento, che credo sia la base della recitazione.

Quali sono secondo voi gli elementi che distinguono questa serie dalla classica fiction televisiva?
Sabrina Impacciatore: Abbiamo tutti quanti cercato di avvicinarci il più possibile alle atmosfere cinematografiche e per la prima volta si fa satira televisiva: la tv prende in giro sè stessa perché mostra la possibilità di perdersi nella realtà televisiva, effimera e piena di lustrini, ma che porta talvolta lontano dai propri punti di riferimento. E' una commedia romantica per la televisione: uno strano mix di caratteristiche desuete per la tv con una sperimentazione col surreale. Dal secondo episodio il mio personaggio infatti si confronta con il suo alter ego fumettistico. I disegni sono di Donald Soffritti. Pensavo che i potenti mezzi della tecnologia mi avrebbero aiutato, invece ho dovuto recitare con un pupazzo invisibile! Questo pupazzo, a cui ho dato la mia voce, evidenzia tutte le contraddizioni del mio personaggio.
Lunetta Savino: Lo stile di recitazione usato in Due mamme di troppo si avvicina a quello europeo. Nella prima puntata c'è la scena esilarante di due mamme che fumano lo spinello che ricorda L'erba di Grace. E' un miscuglio tra quella e la commedia nostrana.
Antonello Grimaldi: Sono contento di aver avuto attori come questi, che hanno contribuito a dare il giusto ritmo alla commedia. Era un progetto interessante sia perché le protagoniste sono due donne sia per le tecnologie utilizzate, che finora erano state sperimentate da pochi. Mi viene in mente Maurizio Nichetti. Sono stati molto divertenti i travestimenti delle due signore e in questo ci ha aiutato molto il contributo del costumista Claudio Cordaro. Nel primo episodio Lunetta e Angela sembrano Totò e Peppino De Filippo sia per come sono vestite sia per lo slapstick. Abbiamo girato la serie come se fosse un film di 9 ore e io ho cercato di usare carrelli, steadycam e altri espedienti tecnici utilizzati al cinema e non per la televisione.
Renata Rainieri, produttrice: Questa è una novità per i contenuti perché mostra come due donne piacenti che non hanno più trent'anni riescano ancora a divertirsi e confrontarsi con i componenti della loro famiglia, una famiglia non tradizionale ma moderna. E' stato un privilegio per me divertirmi e lavorare nello stesso tempo.
Carlo Fuscagni, produttore: Con Due mamme di troppo assistiamo alla nascita di una commedia con una coppia femminile. Finora abbiamo sempre avuto duetti maschili, stavolta abbiamo dimostrato che ci sono brave attrici che possono interpretare coppie che funzionano bene. Un grosso merito va agli sceneggiatori, Tommaso Capolicchio, Stefano Ceccarelli e Paola Pascolini, per aver inserito la crisi economica internazionale, per aver tentato di mettere in luce le storture della televisione spazzatura, per aver accennato ad argomenti come l'occultismo: c'è molto contenuto e non solo un'occasione per divertire. Ci auguriamo che raddoppieremo il successo già riscosso col film.
Si può parlare di una commedia femminile allora?
Renata Rainieri, produttrice: Abbiamo fatto una squadra al femminile e questo è stato molto divertente. Avrei voluto partecipare come produttrice a Speriamo che sia femmina e ho potuto rimediare con questa serie. Oggi non c'è più differenza di qualità tra la fiction e il cinema: se ci pensiamo Due mamme di troppo è stato precursore del successo attuale di Benvenuti al sud.
Sabrina Impacciatore: C'è stata dietro la nostra serie un comportamento davvero pioneristico da parte della produzione, aperto a tutti i suggerimenti anche di noi attori, che tentavamo di improvvisare e fare del set un continuo work in progress.
Francesco Pannofino: Sono contento che sia stato fatto un filmone di 9 ore che rivendica la presenza femminile, ma non dobbiamo dimenticare quella maschile! Anche io e Cocci facciamo una bella figura e io, che interpreto l'ispettore Lo Monaco, farò coppia con la Monti, scusate se è poco!
Maria Amelia Monti: Nella fiction io sono nei panni di una maitresse, dirigo un gruppo di escort e per copertura gestisco un centro di massaggi in cui capita suo malgrado Lellè, che con le sue manine finirà per portarmi tutta la polizia al centro.

Antonello ci sono punti di contatto e delle differenze tra il film e la serie, entrambi da lei diretti?
Antonello Grimaldi: La serie è un'evoluzione del film, che presentava i personaggi e li delineava bene prima di farli muovere. Il film verteva molto sul contrasto delle due mamme di fronte alle nozze dei loro figli, era quindi una storia chiusa. Nella serie invece abbiamo messo i personaggi in situazioni fuori da quelle ordinarie, siamo riusciti così a sviluppare le loro psicologie e a inserirli nei problemi reali con cui si ha sempre a che fare.

Com'è stato lavorare con Antonello Grimaldi?
Marco Cocci: Antonello Grimaldi riesce sempre a portarsi dietro il suo gruppo di lavoro e questo contribuisce al risultato finale perché c'è dietro un'armonia eccezionale.
Francesco Pannofino: Antonello aveva partecipato a Boris e dopo il ruolo del fantasma mi ha contattato per questa parte.
Nino Castelnuovo: Ho iniziato nel '59 con Un maledetto imbroglio del bravissimo Pietro Germi quindi faccio parte di un tipo di cinema che ha 50 anni. Ma ho seguito anche gli autori giovani che mi piacevano molto come Nanni Moretti. Poi però c'è stato un momento di involuzione per il mondo del cinema e io ho preso un po' le distanze. Quando Grimaldi ha diretto Caos Calmo mi sono reso conto che c'erano ancora equipe di un certo livello. Sul set di Due mamme di troppo mi sono emozionato perfino più di quando ho esordito e sono molto contento di aver partecipato a un progetto di altissimo livello artistico, un lavoro che trovo eccezionale.

La programmazione de I Cesaroni probabilmente ha influito anche sulla sua riuscita. Nel caso di questa serie è prevista una programmazione più continua? Giancarlo Scheri, direttore Fiction Mediaset: I Cesaroni è un prodotto che si basa molto sulla fidelizzazione, che conta sul rapporto col pubblico. Per Due mamme di troppo l'appuntamento fisso sarà al venerdì sera tranne per le ultime due puntate, che saranno anticipate al 23 e al 30 dicembre perché trasmetterle alle vigilie sarebbe stato impossibile.

Nei giorni scorsi Fabrizio Del Noce ha fatto un bilancio per la Rai considerando la fiction un prodotto vincente. Come risponde a questa osservazione? Giancarlo Scheri, direttore Fiction Mediaset: Se qualcuno definisce la fiction vincente, ne sono solo contento. C'è la difesa di un genere, da parte della Rai e di Mediaset. L'offerta che viene dalle serie americane continue a essere importante, ma lunga vita alla fiction prodotta dalla televisione generalista. L'incidente di Le Due Facce dell'Amore, una fiction molto attesa, è stato un caso unico: il 2010 è stato un anno che ci ha dato tantissime soddisfazioni!