L'ultimo degli ingiusti: il DVD ideale per la Giornata della Memoria

La ricorrenza di un giorno particolare nel quale si ricorda la Shoah, è l'occasione per scoprire il film di Claude Lanzmann presentato a Cannes 2013, uscito in homevideo da pochi giorni e opera fondamentale basata su una vecchia intervista all'ultimo capo del Consiglio Ebraico del cosiddetto "ghetto modello".

Il 27 gennaio, data che nel 1945 segnò l'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, è da anni la cosiddetta Giornata della memoria, una ricorrenza internazionale indetta per ricordare la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, e commemorare le vittime dell'Olocausto. In questi giorni sono numerose le iniziative e le cerimonie a riguardo. Dal punto di vista cinematografico, e homevideo in particolare, è l'occasione per scoprire L'ultimo degli ingiusti, il film di Claude Lanzmann presentato a Cannes 2013 e uscito da pochi giorni in DVD grazie all'uscita targata CG Entertainment.

Con L'ultimo degli ingiusti, Lanzmann prosegue in pratica il suo lungo lavoro dando nuova vita ad un'intervista del 1975, quella del suo incontro con Benjamin Murmelstein in esilio a Roma, l'ultimo capo del Consiglio Ebraico di Theresienstadt (in Boemia), il "ghetto modello" nella terminologia nazista durante la Seconda guerra mondiale, ma in realtà solo l'ennesimo strumento della strategia omicida del regime. E in definitiva, per le persone di religione ebraica, l'anticamera per le camere a gas. Dal 1938 fino alla fine della guerra, Murmelstein ha dovuto negoziare e confrontarsi aspramente giorno dopo giorno con Adolf Eichmann: riuscì negli anni a far fuggire oltre 120mila ebrei ma venne accusato di collaborazionismo per aver trattato con i nazisti onde impedire la liquidazione immediata del ghetto.

Tre ore e mezza per riabilitare Benjamin Murmelstein

Le dernier des injustes: Claude Lanzmann insieme a Benjamin Murmelstein nel 1975 a Roma
Le dernier des injustes: Claude Lanzmann insieme a Benjamin Murmelstein nel 1975 a Roma

In tre ore e mezza di un percorso toccante, commovente e mai noioso, Claude Lanzmann cerca di riabilitare finalmente la figura di Benjamin Murmelstein (morto a Roma nel 1989) offrendo uno sguardo diverso sulle tragedie di quel periodo. La base è appunto l'intervista fatta da Lanzmann al capo del Consiglio ebraico di Theresienstadt nel 1975, che ha rappresentato l'inizio del suo lavoro per il monumentale documentario Shoah di quasi dieci ore. Ma lui ha conservato quel materiale e nel 2012, ormai 87enne, è tornato nel cosiddetto "ghetto modello" offerto in regalo da Hitler agli ebrei come soggiorno termale, luogo simbolo della menzogna nazista e poi ispiratore della soluzione finale immaginata dal Terzo Reich: il suo obiettivo quello di dare nuova vita e rielaborare proprio quella vecchia intervista di quasi quaranta anni prima e riabilitare definitivamente la figura di Benjamin Murmelstein.

Quell'intervista del 1975 e il silenzio di oggi

L'ultimo degli ingiusti: il regista Claude Lanzmann in una scena tratta dal documentario
L'ultimo degli ingiusti: il regista Claude Lanzmann in una scena tratta dal documentario

Con riprese effettuate in Austria, a Roma, in Polonia e Repubblica Ceca, l'autore cerca con passione di far emergere la figura tormentata di un uomo stretto tra le terribili direttive della Gestapo e la responsabilità di migliaia di ebrei. Un uomo che ha salvato migliaia e migliaia di vite, ma che proprio per le sue accuse di collaborazionismo non ha mai potuto mettere piede in Israele. Murmelstein parla della sua vita, della sua precedente esperienza nella gestione degli ebrei austriaci, delle sue difficili scelte nei momenti cruciali, del discusso processo a Eichmann (per il quale non venne neppure chiamato a testimoniare). Il suo racconto e la narrazioni delle reali condizioni di vita a Theresienstadt, viene alternato con grande efficacia ai materiali di repertorio e alle riprese di oggi, caratterizzate da un suggestivo silenzio, nelle quali un invecchiato Lanzmann ripercorre le orme degli ebrei deportati verso il ghetto. Nel mezzo filmini di propaganda nazista per costruire il grande inganno di Theresienstadt: una farsa per attirare ulteriori vittime, visto che si prospettavano agli ebrei tranquillità e cure termali. Quella che emerge da Lanzmann attraverso le parole del rabbino, è una testimonianza importantissima e fondamentale di quella tragedia, soprattutto in questi giorni di ricordo. Un monito pesante all'umanità, perché il male non trionfi di nuovo.

Il DVD: buon video e negli extra un'intervista esclusiva

Una scena del documentario L'ultimo degli ingiusti
Una scena del documentario L'ultimo degli ingiusti

Il DVD CG Entertainment con il quale L'ultimo degli ingiusti è da qualche giorno disponibile in homevideo, è molto valido dal punto di vista tecnico e contiene materiale interessante anche nei contenuti speciali. La cosa che balza più all'occhio è che nonostante le tre ore e mezza di durata del film, che vanno tra l'altro sommate ai 45 minuti degli extra, il video regge alla grande la compressione, dando sempre la sensazione di una certa compattezza e non dando mai vita a particolari sbavature. Certo, qua e là qualcosina il quadro la concede: in qualche momento critico affiora qualche pixel sullo sfondo, appaiono delle sgranature e ci sono cenni di aliasing attorno alle figure. Inoltre le scene più scure sono caratterizzate da una maggior rumorosità video, ma si tratta di difetti molto contenuti che non superano mai il livello di guardia. Inoltre il dettaglio resta sempre soddisfacente e la tenuta complessiva del quadro è più che dignitosa, senza particolari problemi nonostante le oggettive difficoltà della riproduzione di un film così lungo.

L'audio presenta un'unica traccia originale in dolby digital 5.1, facilmente ascoltabile con i puntuali sottotitoli italiani. Una traccia che si rivela comunque di buon valore: ai dialoghi sempre chiari e puliti, si abbina anche un'inattesa cura per l'ambienza, riscontrabile in modo netto già nel passaggio dei treni della scena iniziale, da cui prendono vita puntuali effetti panning. Ulteriore chicca dell'edizione il reparto dei contenuti speciali, di solito molto povero in caso di documentari di questo tipo. Ebbene qui invece c'è un contributo lungo e significativo, ovvero un'intervista esclusiva a Claude Lanzmann di ben 44 minuti.