Recensione Uomini & donne - Tutti dovrebbero venire... almeno una volta (2005)

Freundlich si ispira dichiaratamente al maestro Woody Allen, ma si dimostra un pessimo allievo, dotando il suo script di un rapporto personaggi-città che non trova mai un incastro perfetto.

Love & Sex in the city

Doppia coppia newyorchese con problemi di comunicazione sopra e sotto le lenzuola. Una con un rapporto di ferro, bambini pestiferi, ma adorabili, una bella casa e sedute settimanali di analisi per ricordarsi quanto si è felici. Unico problema: lei è un'attrice di successo, lui un casalingo frustrato, e i ruoli invertiti, si sa, non giovano certo al matrimonio e sanno minare l'intesa sessuale. In una situazione del genere le tentazioni extraconiugali rischiano di prendere, perciò, il sopravvento. L'altra vive un amore idilliaco da sette anni e la routine sembra non scalfire minimamente l'ormai granitico sentimento. Unico problema: lui è un inguaribile ragazzino che fugge le responsabilità, lei vorrebbe finalmente coronare il sogno del matrimonio e la gioia di diventare madre. La crisi di questi piccioncini di mezza età ad un passo dal fallimento sentimentale è tutta un problema di comunicazione: uomini e donne ancora non hanno trovato un punto di incontro nei loro discorsi e le conversazioni che muoiono presto sanno affossare anche i rapporti più durevoli.

Nessuna crisi, invece, per la coppia Bart Freundlich e Julianne Moore, innamoratissimi nella vita e affiatati sul set, giunti ormai al terzo film insieme, nei rispettivi ruoli di regista e attrice. Peccato che lui non sappia scriverle dei copioni all'altezza della sua incontestabile bravura e lei, per questo, si limiti semplicemente ad apparire bellissima. Uomini & donne è una patinata commedia con qualche licenza volgare di troppo che si addentra senza troppa convinzione nelle relazioni amorose di due coppie di annoiati borghesi, con i maschi che non riescono ad uscire dall'adolescenza e passano tutto il tempo a parlare di cose superficiali, come sport, cibo e sesso, e con le donne che si struggono in romantici voli in rosa con marce nuziali di sottofondo e questioni più pratiche, come il bisogno di essere gratificate da una folgorante carriera lavorativa. Ad interpretare un copione che sa fin troppo di già visto, e già superato, un gruppetto di attori poco affini alla commedia: da David Duchovny a Maggie Gyllenhaal, fino alla già citata Moore.

Freundlich si ispira dichiaratamente al maestro Woody Allen, ma si dimostra un pessimo allievo, dotando il suo script di un rapporto personaggi-città che non trova mai un incastro perfetto, con una Manhattan che non sa essere che neve e locali-ritrovo alla Friends, di una verbosità di dialoghi mai realmente incisivi, di un umorismo che vorrebbe essere fulminante, ma risulta invece terribilmente antiquato. Lontano dai capolavori del genio di Brooklyn, Uomini & donne sembra più un episodio poco riuscito di una sit-com sulle disavventure amorose di una duplice coppia di eterni insoddisfatti. I problemi degli innamorati borghesi di New York sono solo questione di comunicazione zoppicante? Naturale che alla fine gli uomini cambino e le donne si calmino, con il consolatorio e immancabile happy ending che arriva puntuale a chiudere la storia e a rimpolpare le relazioni sbiadite. Non è poi così male la vita di coppia ad Hollywoodland.