Ip Man - Le origini, la recensione: su Prime Video la saga di arti marziali continua

La recensione di Ip Man - Le origini, film che vede Dennis To vestire per la terza volta la versione giovane del personaggio, ancora una volta alle prese con l'odiato invasore giapponese.

Ip Man - Le origini, la recensione: su Prime Video la saga di arti marziali continua

La storia di Ip Man su grande schermo non tarda a scemare, come confermato anche dall'annuncio del ritorno di Donnie Yen nei panni dell'iconico personaggio: la saga principale sarebbe dovuta finire con il quarto capitolo, ma il grande successo di pubblico ha spinto l'attore e il regista Wilson Yip a proseguirne il percorso cinematografico. Ma questa figura storica, conosciuta anche per essere stata il maestro di Bruce Lee, ha vissuto non soltanto in altre raffinate produzioni d'autore e autonome - basti pensare all'immaginifico The Grandmaster (2013) del maestro Wong Kar-Wai - ma anche in una lunga serie di spin-off basati proprio sul franchise cardine.

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Ip Man: le origini - una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di Ip Man - Le origini, ci troviamo di fronte al terzo episodio della fase prequel, nella quale a vestire i panni di un più giovane protagonista è Dennis To. Un volto meno carismatico a livello di personalità, ma che possiede comunque una certa abilità nelle numerose sequenze coreografiche, che lo vedono al centro di buona parte del minutaggio: in quest'occasione la storia si concentra per l'appunto su un Ip prossimo a diventare padre e arruolatosi da poco nelle forze di polizia locali di Foshan.

Solo contro tutti

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Ip Man: le origini - una scena del film

Forze di polizia dove vige la corruzione, a cominciare proprio dal comandante, e l'arrivo in città di un subdolo uomo d'affari giapponese - il Paese nemico aveva espanso le sue mire anche sulla Cina e aveva già assoggettato diversi territori - scatenano una serie di violente diatribe nella comunità. Mentre una figlia cerca di vendicare la morte del padre, ucciso per essersi rifiutato di smerciare oppio in città, un ufficiale dell'esercito nipponico organizza un torneo di arti marziali al fine di promuovere una "finta pace" tra le due nazioni, e Ip Man dovrà prendere ancora una volta le difese del suo popolo. Anche diventando un giustiziere mascherato conosciuto come il Cavaliere Nero, che diventa un vero e proprio spauracchio per le forze invaditrici.

Ip Man 4, la recensione: Donnie Yen nell'ultimo capitolo della saga

Questo l'ho già visto

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Ip Man: le origini - una foto del film

Un intrattenimento ad uso e consumo del pubblico di appassionati, come conferma già il prologo nel quale il nostro affronta a mani nude decine e decine di avversari, in una sequenza che ricorda in versione più realistica i combattimenti tra Neo e le centinaia di Agenti Smith nella saga di Matrix. Azione, azione e ancora azione, con la profondità narrativa di volta in volta sacrificata all'altare delle evoluzioni coreografiche, che prendono progressivamente il sopravvento su tutto il resto. Non a caso nella seconda metà Ip Man - Le origini sembra "rifare" quanto già visto nello storico primo capitolo di Ip Man (2008), con tanto di sfida finale tra il maestro e l'avversario del Sol Levante che si tinge di note retoriche e nazionaliste, giacché una vittoria potrebbe determinare le sorti della Cina stessa e spronare il morale di una popolazione schiava delle proprie paure.

Ip Ip urrà

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Ip Man: le origini - un frame del film

Un pizzico di ironia qua e là - mentre la moglie di Ip è in pieno travaglio, lui sulle scale di casa a pochi metri viene aggredito dalla gang in cerca di vendetta per un disguido poi chiarito - e note melodrammatiche sparse, con tante di sequenze sacrificali accompagnate da pompose musiche a tema, con naturalmente il motivetto classico che fa il suo ritorno in alcuni passaggi. Dennis To recupera le movenze ormai archetipiche del personaggio, quel wing chun che ha fatto scuola e ancora oggi è praticato in ogni angolo del mondo. Una spruzzata di atmosfera avventurosa con l'entrata in scena del giustiziere mascherato - che guarda a livello di look più o meno consapevolmente al Jet Li de La vendetta della maschera nera (1996) - e il mix è servito. Ip Man - Le origini, a dispetto di un titolo italiano ingannevole, non è una origin story ma evolve il periodo giovane del personaggio, seguendo la falsariga dei precedenti capitoli, senza entusiasmare ma portando a casa l'onore delle armi.

Conclusioni

Un giovane Ip Man, prossimo a diventare padre, serve tra le fila della polizia di Foshan quando scopre che i suoi colleghi e il comandante stesso sono stati corrotti da un losco uomo d'affari giapponese. Quando il Paese invasore organizza un torneo di arti marziali tra le due nazioni, toccherà a lui difendere l'onore della Cina nonché seminare il panico tra i nemici indossando una maschera e diventando famoso come il giustiziere Cavaliere Nero. Nella recensione di Ip Man - Le origini vi abbiamo parlato di un film gradevole ma imperfetto, che espande la fase prequel di una saga che non ha bisogno di presentazioni per tutti gli amanti delle arti marziali. Dennis To veste per la terza volta i panni del giovane Ip Man ed è impegnato in serrati combattimenti uno contro tutti, con alcuni risvolti che riportano alla mente il primo storico capitolo con protagonista Donnie Yen, mentre la sceneggiatura paga appunto derivazioni varie e un paio di soluzioni improbabili.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Coreografie avvincenti, con diverse scene di massa appaganti.
  • Un discreto mix tra toni più leggeri e altri più drammatici.

Cosa non va

  • La sceneggiatura è ricca di forzature e richiama grossolanamente altri capitoli della saga, quasi rifacendoli.
  • Dennis To è bravo nei combattimenti ma non ha il carisma di Donnie Yen, e il resto del cast è altalenante.