Il Colore Viola, Fantasia Barrino e Danielle Brooks da Oscar nel film sul musical

"Grazie al cinema possiamo trovare il coraggio di cambiare": intervista a Fantasia Barrino, Danielle Brooks nominata all'Oscar, e Corey Hawkins, protagonisti di Il colore viola, musical diretto da Blitz Bazawule.

Il Colore Viola, Fantasia Barrino e Danielle Brooks da Oscar nel film sul musical

Prima il libro, vincitore del premio Pulitzer, di Alice Walker, poi il film di Steven Spielberg, infine il musical di Marsha Norman e Brenda Russell: Il Colore Viola ha avuto tante vite e adesso è diventato anche un secondo film, diretto da Blitz Bazawule, che porta sul grande schermo l'omonimo spettacolo di Broadway.

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Il colore viola: un'immagine di Fantasia Barrino

Dopo il passaggio nelle sale, Il colore viola di Bazawule arriva in homevideo dal 28 marzo. Il film può contare su un ottimo cast: Fantasia Barrino è la protagonista Celie, che viene separata forzatamente dalla sorella e data in moglie al violento Albert "Mister" Johnson (Colman Domingo). Danielle Brooks è Sofia, amica di Celie, che le insegna a essere forte e opporsi alle ingiustizie: per questa interpretazione ha ricevuto una nomination all'Oscar come migliore attrice non protagonista.

Corey Hawkins è Harpo Johnson, figlio di Mister, che mette su un locale in cui si viene a esibire anche la cantante Shug Avery (Taraji P. Henson), che sarà fondamentale per l'emancipazione di Celie. Nella nostra intervista agli attori e al regista scopriamo come Il Colore Viola sia una storia che ha sempre il grande potere di ispirare le nuove generazioni.

Il colore viola: intervista a Fantasia Barrino, Danielle Brooks e Corey Hawkins

In una delle scene più emotive, Celie confessa a Sofia di essere gelosa di lei, perché lei sa difendersi e combattere quando subisce un'ingiustizia. Reagire non è facile. Come si fa? Secondo l'attrice Danielle Brooks: "A volte farlo da soli è difficile: non sai come si fa. Quindi devi cominciare a entrare in sintonia con ciò che ti circonda. Devi riuscire a trovare una connessione con ciò che magari ammiri in un'altra persona, che ha il potere che vorresti. Una volta che lo vedi in qualcun altro, puoi cominciare a farlo tuo. Bisogna fare dei piccoli passi. Tutti siamo destinati ad avere problemi e momenti difficili: quindi l'unica cosa da fare è procedere mettendo un piede dopo l'altro, cercando di capire cosa ti rende felice. Finché fai questo sei sulla strada giusta".

Il colore viola, recensione: un musical dal grande cast

Per Fantasia Barrino: "Io e Danielle siamo donne del sud e siamo state cresciute in modo diverso. Siamo cresciute in chiesa e siamo state abituate a non essere ribelli in pubblico. Ma oggi parliamo a una nuova generazione: e oggi essere ribelli va bene! Anche se mia nonna mi diceva: lascia anche qualcosa all'immaginazione. Puoi essere sempre chi sei davvero, ma senza urlarlo a tutti. Il personaggio di Shug rappresenta questo e all'epoca le persone non erano abituate a questo comportamento. Anche se in fondo anche lei, come molte donne, vuole soltanto l'amore di suo padre. Se molte donne avessero l'affetto e il rispetto dei padri e dei fratelli non si metterebbero nei guai".

Il colore viola: intervista a Blitz Bazawule

All'inizio de Il colore viola si dice, in senso dispregiativo, che Shug Avery è "una donna senza guinzaglio". Oggi è sicuramente un complimento. Quanto è importante non avere un guinzaglio? Secondo il regista Blitz Bazawule: "Sono interessanti le etichette che vengono alle donne semplicemente per essere loro stesse. E penso che siano destinate soprattutto alle donne che si rifiutano di rimanere dentro gli spazi molto ristretti che gli uomini hanno creato per loro. Penso che il personaggio di Shug offra la possibilità di esplorare il percorso di una donna che ha deciso di vivere secondo le proprie regole e si rifiuta di scusarsi per questo".

Il colore viola: Taraji P. Henson è una strepitosa Shug Avery

A un certo punto Shug porta via Celie e le dice: "È ora di andare a vedere il mondo!" e per prima cosa la porta in un cinema. Possiamo davvero vedere e capire meglio il mondo grazie a un film? Per il regista: "Quella è una scena che ho voluto fortemente: quando ho letto la sceneggiatura all'inizio non c'era. Da bambino cresciuto in Ghana, sono riuscito a trovare le mie ali proprio grazie ai film. Certo, leggevo libri, ascoltavo musica, ma il potere del cinema sta nel fatto che è un'unione di tutte le altre arti. È letteratura, musica, fotografia tutte insieme per creare un'esperienza profondamente emozionante. In quel momento per Celie il cinema è come una porta che si apre. Grazie al cinema riesce a immaginare di poter provare un sentimento per Shug. Per me da bambino è stata la stessa cosa: ogni volta che vedevo un film lo reinterpretavo in molti modi diversi. Proprio perché è un media che scatena i sentimenti".