Recensione Intervista con il vampiro (1994)

Alla fine Intervista con il vampiro, anche se intelligente e poeticamente doloroso, risulta essere tutt'altro che perfetto: a momenti folgoranti per ricchezza di invenzioni narrative e figurative si alternano pause in cui pesa la monotonia dell'estenuante esistenza dei vampiri.

I tormenti dell'immortalità

Tratto dall'omonimo romanzo di Anne Rice e diretto dall'irlandese Neil Jordan (La moglie del soldato), Intervista con il vampiro denuncia immediatamente la sua natura di adattamento letterario grazie alla raffinatezza delle immagini ed alla colta ricercatezza della voce narrante che accompagna gran parte del film. Questa voce appartiene al protagonista, il bel vampiro Louis, che narra la sua secolare vicenda ad un giovane giornalista partendo proprio dal giorno in cui divenne un vampiro.

Ripercorriamo così in flashback l'incontro del giovane, proprietario di una piantagione in Louisiana, con il feroce vampiro Lestat, la sua trasformazione e la conseguente ossessione del sangue, la fuga dalla splendida magione in seguito ai sospetti ed al crescente terrore della schiavitù e la bella vita dei salotti di New Orleans. La vicenda esistenziale di Louis è accompagnata da una scia di sangue e dolorosi sensi di colpa verso le vite umane spente una dopo l'altra per placare la sete di sangue finché il vampiro non si imbatte in Claudia, rimasta orfana a causa della peste, che viene adottata dalla coppia di vampiri dopo essere stata trasformata anch'essa in creatura della notte da Lestat. La seconda parte del film vede spostarsi l'azione nel vecchio continente; dopo aver dato fuoco a Lestat, Claudia e Louis fuggono in Europa alla ricerca della libertà e soprattutto di altri componenti della propria stirpe giungendo così, dopo anni di ricerche, al Théatre des Vampires dove, guidati dal lascivo Armand, "alcuni vampiri fingono d'essere persone umane che fingono d'essere vampiri".
Dopo l'atroce morte di Claudia, divorata dalla luce del sole, Louis decide di ritornare a casa, in Louisiana, dove ritroverà Lestat, sopravvissuto al rogo di New Orleans, e scoprirà, in un estatico omaggio metariflessivo all'invenzione del cinematografico, la possibilità di rivedere la luce del giorno, anche se solo su uno schermo.

Neil Jordan mantiene nel corso di tutta la pellicola uno stile di regia elegante e misurato, con un unico guizzo di follia nel sorprendente finale, riuscendo a creare un film tanto lugubre e misterioso quanto spettacolare. Gran parte del merito dell'assoluta bellezza delle immagini va ai suoi collaboratori, lo scenografo Dante Ferretti, autore della ricostruzione della paludosa Louisiana di fine '700 e delle suggestioni della Parigi di fine '800, ed il direttore della fotografia Philippe Rousselot, maestro nel creare l'atmosfera fumosa e decadente, in una dolente attrazione per le tenebre.

Alla fine Intervista con il vampiro, anche se intelligente e poeticamente doloroso, risulta essere tutt'altro che perfetto: nel corso della pellicola, a momenti folgoranti per ricchezza di invenzioni narrative e figurative si alternano pause in cui pesa la monotonia dell'estenuante esistenza dei vampiri, talvolta il ritmo rallenta eccessivamente cedendo il posto ad una cupa malinconia che avvolge epoche, cose e persone.
Il classico orrore generato dai "vampire movies" viene qui sostituito da una sensualità decadente, da un erotismo malato e perverso che contagia tutto e tutti, espresso nei vari personaggi da un cast di prima qualità: la coppia di vampiri velatamente omosessuali/bisessuali e pedofili è interpretata da Brad Pitt - Louis, dolente vampiro che cerca in ogni modo di rinnegare la propria natura conservando quel poco di umanità, e Tom Cruise - Lestat, gaudente e privo di scrupoli, qui in una delle migliori prove attoriali della propria carriera nonostante l'iniziale diffidenza dell'autrice del romanzo. La piccola Claudia, donna imprigionata per l'eternità in un corpo da bambina che instaura con Louis un rapporto di amore filiale venato di desiderio sessuale, è interpretata superbamente da una giovanissima Kirsten Dunst, mentre Christian Slater presta il volto al giornalista che raccoglie le confessioni di Louis. A Parigi incontriamo anche Antonio Banderas nel ruolo del seducente e tenebroso Armand e Stephen Rea, attore feticcio di Jordan presente in quasi tutte le sue pellicole, qui alle prese con un vampiro-attore crudele e privo di scrupoli.

Movieplayer.it

4.0/5