Hors-saison, Guillaume Canet e Alba Rohrwacher: "Il nostro incontro magico con Stéphane Brizé"

Hors-saison (Out of Season) chiude il concorso veneziano con uno struggente incontro sentimentale in una località balneare francese che vede coinvolti Guillaume Canet e Alba Rohrwacher.

Hors-saison, Guillaume Canet e Alba Rohrwacher: 'Il nostro incontro magico con Stéphane Brizé'

Il Concorso di Venezia 2023 si chiude parlando d'amore. E l'amore di Hors-saison (Out of Season) è quello che un tempo ha unito un noto attore francese interpretato dal bel Guillaume Canet e una donna italiana che vive in una città francese di mare che ha il volto di Alba Rohrwacher. Una vera e propria svolta per Stéphane Brizé, regista impegnato che finora ci regalato opere di impegno politico-sociale. Come lui stesso ricorda, però, "prima de La legge del mercato ho fatto film più personali, ho toccato più volte temi intimi. Sono attraversato da correnti diverse, perciò vorrei avere la libertà di trattare i temi che sono il mio bisogno del momento".

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Hors-Saison: Guillaume Canet a Venezia 2023

Il cineasta d'Oltralpe rivela di aver percorso lo stesso cammino dei suoi personaggi: "Lo faccio sempre quando scrivo. Tutti i miei personaggi subiscono una disillusione, la stessa che io vivo con loro. Durante la pandemia siamo stati tutti costretti a fermarci e per qualcuno l'introspezione è stata molto dolorosa. Il film è frutto di questa esperienza".

Per Guillaume Canet tutto parte della sceneggiatura

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Hors-Saison: Alba Rohrwacher durante il photocall della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia 80

Per raccontare la storia d'amore tra Guillaume Canet e Alba Rohrwacher, Stéphane Brizé ha lavorato a lungo sulla costruzione dei personaggi, plasmando le corazze che hanno costruito per difendersi oltre le quali trapelano le loro debolezze. A parlare del suo attore in crisi è Guillaume Canet, che ha costruito il personaggio basandosi prima di tutto sulla sceneggiatura: "La qualità dello script ci permette di sapere come interpretare un personaggio. Prima leggiamo il copione con Brizé, poi dobbiamo dimenticarlo e andare sul set pronti a recitare in libertà. La sua direzione degli attori è molto intensa".

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Hors-Saison: il cast durante il photocall della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia 80

La necessità di interpretare un attore, attingendo al suo vissuto personale, non sembra aver preoccupato più di tanto Canet che assicura di non essere stato preoccupato dai cliché: "Credo che la descrizione del personaggio fosse molto giusta. Quest'uomo deve sembrare felice anche se non lo è, è sottoposto a una sfida, deve ricostruirsi in un periodo della sua vita in cui il dubbio regna sovrano. Le persone gli chiedono selfie e autografi e lui deve sempre fare finta. Adesso, però, è arrivato al punto di rottura e ha capito che forse è giunto il momento di smettere di fare finta. Sono anni che volevo lavorare con Stéphane e sono felice che lui mi abbia proposto questo ruolo nel momento giusto".

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La magia del ruolo giusto per Alba Rohrwacher

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Hors-Saison: una scena del film

Alba Rohrwacher ricorda il suo incontro magico con Stéphane Brizé a Parigi. "Mi ha parlato di questa storia e del suo modo di lavorare che trovo molto speciale" spiega l'attrice. "In aereo ho letto lo script e ricordo di aver provato un senso di appartenenza alla storia e al modo di guardare i personaggi. Ero talmente coinvolta che ridevo e piangevo in aereo, gli altri mi guardavano molto desiderosi di leggere quello che io stavo leggendo. Poi lavorato un giorno con Stéphane a Roma. Ero terrorizzata che il mio francese potesse essere un limite, ma poi ho capito che le mie paure le potevo mettere da parte, ero nelle mani di qualcuno che sapeva reggermi. Questo non accade spesso, ma quando accade è miracoloso. Quello che ho provato in aereo l'ho provato in un mondo nuovo guardando il film qui alla Mostra".

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Hors-Saison: una foto del film

Ma c'è un terzo protagonista in Hors-saison, la location balneare invernale in cui sorge l'hotel che ospita il divo interpretato da Guillaume Canet. Un luogo molto speciale che fa il paio con il disagio e la sofferenza dei personaggi. "Non avevo mai usato lo spazio come significante simbolico di qualcos'altro" confessa Brizé. "Di solito è un posto in cui la scena si svolge, ma avevo voglia di fare qualcosa di nuovo. Ho avuto meno paura di usare lo spazio interiore e la natura per raccontare i personaggi. Le inquadrature amplificano la sensazione di smarrimento così come l'hotel, lussuoso, ma anche austero, in cui Guillaume si perde. Il luogo ripropone lo stato di vuoto in cui si trova il personaggio. La sua stanza è molto cara, ma ha un'aria noiosa, è austera. Non è l'hotel in sé a essere noioso, è il modo in cui è mostrato perché stavolta avevo voglia di sperimentare".