HollyBlood, la recensione: su Netflix un teen-horror vampiresco

La recensione di HollyBlood, produzione spagnola ambientata in un liceo, dove la presenza di un vampiro rischia di scombinare i piani di alcuni ingenui studenti.

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Hollyblood: Óscar Casas, Isa Montalbán in una scena del film

Il giovane Javi si è da poco iscritto a un nuovo liceo e su un forum online ha conosciuto la bella Sara, appassionata di cinema horror e di vampiri. Lui per avvicinarla ha fatto finta di essere una ragazza e tramite l'anonimato online intende mantenere il segreto, nella speranza di conoscerla meglio e poi frequentarla tenendola all'oscuro dell'inganno. Come vi raccontiamo nella recensione di Hollyblood l'occasione per il loro primo incontro è alle prima cinematografica dell'omonimo film, un titolo molto atteso dagli adolescenti, e proprio al termine dello spettacolo Javi salva, con un po' di fortuna, Sara che rischiava di essere travolta dalla caduta di un sostegno di ferro. Da quel momento lei comincia a pensare che il compagno di classe sia il leggendario vampiro Azrael, che proprio sul forum sopraccitato era dato come attivo in città proprio durante quei giorni. Javi decide di assecondare la falsa credenza e continua la finzione nella speranza di conquistarla, ma la situazione si complica inevitabilmente quando il vero Azrael fa la sua comparsa...

Questo l'ho già visto...

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Hollyblood: Jordi Sánchez, Óscar Casas in una sequenza

Un teen-horror a base di vampiri e adolescenti dai bollenti spiriti, che cerca di riformulare in chiave comica e leggera un immaginario recente del genere, quello legato alla generazione cresciuta con Twilight. Non è un caso che proprio la saga (s)cult tratta dai romanzi di Stephenie Meyer venga evidentemente citata nella proposizione di Hollyblood, la pellicola trasmessa nelle sale che vede una giovane ragazza contesa da tre muscolosi sfidanti - uno uomo, l'altro vampiro e l'ultimo lupo mannaro. Peccato che questa messa alla berlina degli stereotipi non sia supportata da una scrittura all'altezza, tanto che in più di un'occasione si ha l'impressione di imbattersi in situazioni già viste e in una stanca riproposizione di topoi senza arte ne parte, resi ulteriormente anonimi da una caratterizzazione ridicola dei numerosi personaggi coinvolti.

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Mancanza di carisma

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Hollyblood: Óscar Casas, Tyler Shamy, Isa Montalbán in una scena del film

Personaggi che devono fare inoltre i conti con un cast inesperto e poco in sintonia con i tempi filmici, tanto che spesso i giovani attori sembrano recitare ognuno per conto proprio, senza badare troppo a quello che sta effettivamente accadendo in scena. Difficile creare empatia con figure così anonime e anche il divertimento viene meno a causa di dialoghi che adoperano battute scontate e poco ispirate - basti pensare al "vampiro vegano che beve sangue di soia" - e sequenze che sembrano gratuite e inutili ai fini della trama, come nel balletto nella palestra della scuola. Giunto nel catalogo Netflix, HollyBlood arriva a qualche settimana di distanza da un'altra comedy-horror, dal budget assai più ampio e con nomi di richiamo, quale Dayshift - A caccia di vampiri (2022) ma a livello di produzione e scarsità di mezzi può riportare alla mente il meno recente Vampires vs. the Bronx (2020), anch'esso disponibile in esclusiva nel catalogo della piattaforma di streaming.

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Un film anonimo e con poche sorprese

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Hollyblood: Jordi Sánchez, Óscar Casas, Isa Montalbán in una scena del film

Con un breve background affidato al voice-over durante i titoli di testa, che ci introduce ad una spartana mitologia relativa alla stirpe dei succhiasangue, e un prologo che suggerisce un potenziale falso indizio su eventi che avranno poi da lì a venire, il film di Jesús Font - una lunghissima esperienza sul piccolo schermo la sua - palesa evidenti limiti tecnici e concettuali, mai capace di "mordere" al punto giusto e per un titolo che parla di vampiri questo è quanto meno paradossale. Battute sugli omosessuali, sulle persone diversamente abili o ancora lo stesso bullismo quale evento scatenante sono tematiche profonde del nostro contemporaneo qui svilite ad uso e consumo di una narrazione superficiale e inerme, che si affida a cliché e ad accentuati sussulti parodici e citazionisti per nascondere il vuoto co(s)mico che si porta dietro.

Conclusioni

Vampiri e adolescenza, una dicotomia che sembra riportare alle atmosfere di Twilight e non è un caso che proprio la saga con Robert Pattinson e Kristen Stewart venga a più riprese parodiata nel fittizio film al centro del racconto, che dà anche poi il titolo all'operazione. Come vi raccontiamo nella recensione di HollyBlood, questa produzione spagnola è un teen horror che punta tutto su una demenziale rilettura dell'immaginario vampiresco, ad uso e consumo di un pubblico di giovanissimi più o meno coetanei degli anonimi protagonisti. Novanta minuti di visione dove è spesso il ridicolo a farla da padrone, con buona pace (eterna) di quei signori della notte che avrebbero meritato un miglior trattamento su schermo.

Movieplayer.it
1.5/5

Perché ci piace

  • Un paio di battute divertenti...

Cosa non va

  • ...non bastano a risollevare una verve comica mediocre.
  • Un cast e relativi personaggi anonimi.