Recensione Toy Story 2 (1999)

Secondo capitolo della saga di Woody e Buzz, i giocattoli preferiti di Andy. Questo Toy Story 2 conferma l'eccezionalità dei film targati dalla Pixar, fatti per essere apprezzati dai più piccoli, ma anche dai più grandi, grazie a numerose citazioni cinematografiche e ad un'ottima caratterizzazione dei personaggi.

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Come definire questo Toy Story 2? Un film divertente, delizioso, ma comunque destinato al pubblico dei più piccoli?
Sicuramente il secondo capitolo delle avventure di Woody e Buzz, i giocattoli viventi di Andy, ragazzino americano, realizza per i suoi coetanei l'avverarsi del sogno più comune: che i balocchi abbiano una loro esistenza segreta, fatta di avventure e risate. E sicuramente in questo la pellicola non sbaglia; ci trasporta sulle ali della fantasia per far tornare tutti bambini, scaraventati in un mondo in cui le proporzioni sono tutte gigantesche, in cui aprire le porte può essere un problema e attraversare la strada qualcosa di quasi impossibile.
Ma Toy Story non è solo questo. La sceneggiatura di Andrew Stanton, Rita Hsiao, Doug Chamberlain e Chris Webb strizza l'occhio anche agli adulti e in particolar modo ai cinefili.
Questo piccolo gioiellino cita infatti moltissimi film, nelle inquadrature, nelle battute e in certe spassosissime trovate (un esempio fra tutti: godetevi i dialoghi fra Buzz e il suo arcinemico Zurg: i fan di Guerre Stellari andranno in visibilio).

Ma il segreto di questa pellicola è comunque la formula brevettata Disney: comicità, buoni sentimenti e in questo caso anche un briciolo di rimpianto.
Questo film infatti unisce ad alcune spassosissime situazioni, un malinconico peana sull'infanzia che finisce, sugli amici che si perdono per la strada e che purtroppo sono destinati ad abbandonarci.
Il tutto è particolarmente gradevole, e questo anche grazie alla ottima caratterizzazione che è stata data ai vari personaggi, ognuno con un proprio carattere ben delineato, ognuno strettamente sinergico con i suoi coprotagonisti.
Il merito di questa verosimiglianza va sicuramente agli attori che doppiano i personaggi, Massimo Dapporto (nei "panni" di Buzz) in primis, ma soprattutto alla grandiosa tecnica della Pixar, capace di dare tridimensionalità agli amici di cartone.
Il risultato è un film a tutto tondo, con più metri di lettura, adatto a ogni tipo di pubblico, ben diretto, ben sceneggiato, ben recitato.
E questo non è affatto poco.