Gasoline Rainbow, la recensione: il Furore della nuova generazione americana

La recensione di Gasoline Rainbow: né un documentario, né un film quello di Bill e Turner Ross, piuttosto un'esperienza di viaggio, catartico e colorato, di un gruppo di ragazzi americani.

Gasoline Rainbow, la recensione: il Furore della nuova generazione americana

Di magie e di generazioni, di libertà e di scoperte. La costa del Pacifico, e la luce dell'Ovest, dove gli Stati Uniti, tra cowboy, avventurieri e cercatori d'oro, hanno forgiato gli Stati Uniti d'America. Mischiando TikTok a Jack Kerouac fino ai Guns N' Roses - che meraviglia le commistioni, o no? - Bill e Turner Ross, a tre anni dal documentario Bloody Nose, Hollow Pockets, tornano con il loro cinema scapigliato e scompigliato, tra l'istinto di una sceneggiatura che non esiste e una visione quasi documentaristica, che ha come fine e come inizio la ricerca di una nuova felicità, di una nuova identità. Per questo, come John Ford per Furore, quella che mettono in scena i Ross è una Grande Depressione 2.0, tratteggiando una generazione estemporanea e irrequieta. Questo, e tanto altro, è Gasoline Rainbow.

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Gasoline Rainbow: un fotogramma del film

Un film affidato all'istinto, alla luce, all'interpretazione naturale di cinque attori che attori non sono (un punto che rimarchiamo nella nostra recensione), e forse per questo efficaci nel trasportare un realismo affamato e dirompente, portandoci al centro di un road movie che segue le tracce impolverato del selvaggio west, oggi terra periferica di un impero irriconoscibile. Per ammissione dei registi, in Gasoline Rainbow (presentato a Venezia 80), c'è Easy Rider e c'è Il Mago di Oz, inflessioni altissime per raccontare, in un'esperienza al limite del reale, com'è, oggi, vivere i diciotto anni. Un percorso lastricato di scoperte, di scenari e di panorami, che lascia sorpresi per la sua indole cinematografica postmoderna, e sfocata nel suo linguaggio e nella sua struttura.

Gasoline Rainbow: furore, verso la Fine del mondo

Una struttura che non molla un attimo i cinque amici, che usano i loro veri nomi: Micah Bunch, Nathaly Garcia, Nichole Dukes, Tony Aburto, Makai Garcia. Hanno appena finito la scuola, e partendo dalla provincia dell'Oregon si mettono in viaggio, alla ricerca di un'avventura, lontani dalle aspettative di una società tendenziosa e giudicante. Un cammino che si allunga, verso la costa del Pacifico. Oltre ottocento chilometri. In treno, a piedi, in barca, in furgone (a cui vengono rubate le ruote).

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Gasoline Rainbow: una scena del film

Un copione che non esiste affidato alla mappa tracciata dai fratelli Ross, guidando il gruppo in un'avventura delineata dai fantasmi, dai reietti, dagli sconfitti, dai ladri buoni e dai vagabondi dimenticati. Natura e spaccati industriali, il cuore degli Stati Uniti d'America, e il tempo come falsa percezione di una vita da mordere. Scena dopo scena, intanto che la confidenza tra il gruppo e i registi si consolida (ripetiamo, Gasoline Rainbow sfugge alle etichette), i ragazzi si aprono, rivelando frammenti delle loro storie, enfatizzando così il loro disagio verso un mondo troppo stretto.

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Un nuovo romanzo americano

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Gasoline Rainbow: un' frame del film

La ricerca del proprio posto, della propria identità, la riscoperta di sé stessi, abbandonando la zona di comfort (il liceo, in questo caso) per aprirsi ad un futuro da festeggiare. Sarà forse banale, sarà forse scontato, eppure il cammino di Gasoline Rainbow, che ci porta alla Festa della Fine del Mondo, fotografa le ansie della Gen Z, estrapolandone i sogni e le frontiere, ed elaborando - tra le righe - il concetto che bisogna vivere adesso, come se non ci fosse lo stesso futuro imposto dalla società. Film istintivo, sfuggente nella sua architettura, esperienza narrative nonché visiva, come se fosse un romanzo immaginato che ci accompagna nelle notti d'estate, quando le stelle irrompono nel buio più profondo.

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Gasoline Rainbow: una scena del film

Grande lavoro di fotografia (firmata dai Fratelli Ross), grande lavoro di linguaggio, grande lavoro di comprensione, puntando ad una realtà che incontra la speranza e l'ottimismo di una generazione compressa in uno schermo che altera la percezione del tempo e dello spazio. Così, negli anfratti di un percorso impervio, e nella rivelazione finale che irradia luce e bellezza, Gasoline Rainbow, che nel suo titolo contiene già un cortocircuito immaginifico, elude qualsiasi tipo di genere affidandosi alla libertà selvaggia di cinque amici, tenendosi per mano, puntando verso l'ignoto. Un documentario, un film, un romanzo. Un tripudio estetico, il risorgimento di un American Dream ammaccato. Più di tutto, però, Gasoline Rainbow è un'esperienza preziosa.

Conclusioni

Un grande romanzo americano, più che un film o un documentario. Un romanzo on-the-road, una narrazione di viaggio, attaccata al nuovo ideale che avvolge il sogno americano. Come scritto nella recensione di Gasoline Rainbow, l'opera di Bill e Turner Ross è un'esperienza da vivere e assaporare. Quasi catartica.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • Il panorama del North West.
  • La soundtrack.
  • Un genere indefinito, ma suggestivo.
  • La parte finale.

Cosa non va

  • Forse un po' lungo.