Flaminia, Michela Giraud dietro la macchina da presa: sì, anche regista!

"Grazie alla fragilità di questi personaggi ho affrontato la mia": intervista a Michela Giraud e Rita Abela, protagoniste di Flaminia, esordio alla regia dell'attrice, in cui racconta il rapporto con sua sorella. In sala dall'11 aprile.

Flaminia, Michela Giraud dietro la macchina da presa: sì, anche regista!

Delle differenze tra Roma Nord e Roma Sud ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia. Cresciuta a Balduina, quindi appartenente alla fazione nord, Michela Giraud è invece una scheggia impazzita in quella realtà che racconta dall'interno ma di cui non condivide molti dei valori. Dopo averne parlato sul palco e sui social, ora è arrivato anche il momento del cinema: l'attrice debutta infatti alla regia con Flaminia, film da lei scritto, interpretato e, appunto, anche diretto.

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Flaminia: Michela Giraud in una scena del film

In sala dall'11 aprile, la trama di Flaminia segue la vita impostata e molto poco genuina di Flamina De Angelis, laureata in giurisprudenza e prossima alle nozze con il rampollo di una famiglia borghese con urgente bisogno di liquidità. Tutto sembra ormai avviato, fino a quando non arriva a scombinare tutto Ludovica (Rita Abela), sorellastra della protagonista nello spettro autistico. Scappata dalla comunità dove risiede dopo aver dato fuoco a un materasso.

Ispirato in parte alla storia vera di Michela Giraud e di sua sorella Cristina, di cui la comica ha parlato pubblicamente la prima volta nello speciale Netflix La verità, lo giuro!, il film dosa commedia e toni più drammatici. Anche se il vero shock è vedere una tifosa della Roma come Giraud interpretare una laziale. Non potevamo che partire da qui nella nostra intervista: "Lì è Strasberg. Ho fatto un periodo in America. Diciamo che, in questo gioco della perversione che è cercare di essere una persona che non sei, volevo che Flaminia avesse delle caratteristiche. E tra queste c'è il volersi adeguare a un determinato standard sociale, che comprende la lazialità. Io inserisco l'essere laziali all'interno di quello che è vivere in un contesto sociale alto. È stato un modo silenzioso e ironico per scherzare sulla mia chiara fede calcistica. Anche perché tutta la mia famiglia da parte di madre è della Lazio. Flaminia è un personaggio al quale ci si affeziona col tempo e, all'inizio, per identificarlo come personaggio un filo respingente ho usato anche la Lazio".

Flaminia: intervista a Michela Giraud e Rita Abela

Michela Giraud la conosciamo come comica, ma nel suo primo film da regista dimostra anche notevoli doti drammatiche. Insieme alla sua co-protagonista, Rita Abela, sono fantastiche. In particolare in una scena, quella degli abiti da sposa. Com'è stato trovare questa sintonia sul set? Abela: "Quella scena è stata potentissima. L'avevamo già provata diverse volte e con Michela è stata bellissima anche la preparazione. Ma stare sul set ha raddoppiato questa valanga di emozioni. È stato travolgente e molto commovente. Poi entrano in campo anche dinamiche personali. Per cui sappiamo che quando ci vediamo con gli occhi degli altri probabilmente vediamo qualcosa che noi stessi non percepiamo".

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Per Giraud invece: "Tu non ci crederai, ma, paradossalmente, le scene più commoventi per voi sono quelle più facili da fare per noi. Perché io e Rita siamo sempre state Flaminia e Ludovica. Eravamo dentro questa sorta di trance, di concentrazione perpetua, nella quale noi dalle 9 del mattino alle 4-5 del pomeriggio eravamo Flaminia e Ludovica, senza uscire mai dal personaggio. Quindi, stando sempre dentro, era un mutevole scambio emotivo: avevo bisogno che lei mi desse qualcosa e, grazie a quello che lei mi dava, ho fatto quello che hai visto. Rita mi ha aiutato tantissimo: senza di lei non avrei raggiunto quella credibilità che hai visto".

Una storia d'amore tra due sorelle

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Flaminia: Rita Abela in una scena del film

Quella scena è importante perché per la prima volta Flaminia si mette davvero nei panni della sorella. Quanto è importante cercare di farlo? Giraud: "È molto difficile: è un periodo in cui siamo molto incentrati su noi stessi. Io spesso lo sono. Ma basta un attimo e in quell'attimo bisogna essere coraggiosi e spogliarsi di tutto quello che è io, io, io. Perché intorno c'è veramente tanto. E in realtà è nel momento in cui ti spogli di te che ti ritrovi negli occhi dell'altro. Fare la regista, da questo punto di vista, mi ha aiutato anche in questo. Dopo tanto tempo nel quale mi sono sempre messa tanto davanti, tirare fuori le mie fragilità da loro, costringendoli anche ad andare in meandri della loro fragilità, è stato un modo per affrontare e superare anche la mia. Li ho usati!".

Nel cast di Flaminia anche Nina Soldano

Michela Giraud ha da sempre dichiarato di essere una grande fan di Un posto al sole. E, tra tutti i personaggi e gli attori della soap, la sua preferita è la Marina di Nina Soldano. Sì, nel cast di Flaminia c'è anche lei e Giraud le ha affidato il ruolo di Jacqueline, madre super snob di Alberto (Edoardo Purgatori), suo futuro sposo. Cosa ha fatto più paura a Rita Abela? Affrontare lo sguardo di Nina Soldano o cantare davanti a una stanza piena di persone? Giraud è entusiasta di poter aver avuto anche lei sul set: "Era il mio sogno avere Nina Soldano di Un posto al sole. E l'ho avuta!".

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Flaminia: Nina Soldano in una scena del film

Abela invece: "Nessuna delle due perché in verità Nina Soldano è una persona dolcissima e gentilissima. Per cui è stato bellissimo lavorare con lei: le giornate delle scene con lei sono state molto divertenti". Giraud è entusiasta di poter aver avuto anche lei sul set: "Era il mio sogno avere Nina Soldano di Un posto al sole. E l'ho avuta!".