Autismo: 7 film (e 3 serie) per conoscerlo

Il 2 aprile è la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo (WAAD, World Autism Awareness Day) e vogliamo celebrare questa giornata presentandovi una serie di film, di finzione e documentari, e una serie, per conoscere l'autismo.

Autismo: 7 film (e 3 serie) per conoscerlo

"La gente pensa che quelli con l'autismo non vogliano stare con le altre persone. Questo è sbagliato. La verità è che noi vogliamo quello che vogliono tutti. Ma qualche volta siamo maldestri, e non sappiamo come comunicare con gli altri". Sono le parole di Owen Suskind, ormai adulto, un ragazzo autistico che sta raccontando la sua esperienza in una conferenza sul tema. Lo vediamo in Life, Animated, un documentario sull'autismo, uno dei film da vedere per conoscere questa realtà che vi presentiamo oggi. Il 2 aprile è la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo (WAAD, World Autism Awareness Day) e vogliamo celebrare questa giornata presentandovi una serie di film, di finzione e documentari, e una serie, per conoscere l'autismo. C'è ovviamente Rain Man, il primo film che ha fatto parlare di autismo. Ma che è stato anche fuorviante per come dipinge la persona autistica, vista come un genio, o un eroe. Parlando con persone che hanno a che fare quotidianamente con ragazzi nello spettro dell'autismo ci è stato fatto notare che per tanti l'autismo oggi è ancora quello di Rain Man. Mentre si tratta di qualcosa di molto più particolare, sfaccettato. Allora vediamo come è stato raccontato sotto un'altra luce.

1. Rain Man

Dustin Hoffmann e Valeria Golino in Rain Man
Dustin Hoffmann e Valeria Golino in Rain Man

Rain man - L'uomo della pioggia (1988) di Barry Levinson è uno di quei film hollywoodiani che conquistano e commuovono, di quelli che poi vanno dritti verso i premi Oscar. In quegli anni di autismo non si parlava mai e il film ha senz'altro il pregio di aver fatto conoscere questa condizione. È un film forte dell'interpretazione da manuale di Dustin Hoffman, di un Tom Cruise appena esploso come star del cinema, e della presenza della nostra Valeria Golino, di uno script ad effetto. È la storia di Charlie Babbit, venditore d'auto di successo che, in seguito alla morte del padre, viene a sapere di avere un fratello maggiore: Raymond, un uomo autistico, di cui aveva sempre ignorato l'esistenza. Il loro incontro è uno di quei tipici racconti che va dalla iniziale diffidenza, all'interesse personale, fino all'affetto e all'empatia. Una curiosità: il film avrebbe dovuto essere diretto da Steven Spielberg, che dovette rinunciare per girare il terzo Indiana Jones. Rain Man è uno film spettacolare, in fondo fuorviante, ma che per primo, ha fatto parlare di autismo. Rain Man è su Timvision e Prime Video.

2. Adam

Un'immagine di Hugh Dancy dal film Adam
Un'immagine di Hugh Dancy dal film Adam

"Sono cioccolatini". "Ma io non sono Forrest Gump". A parlare sono Elizabeth e Adam. Lei è di famiglia ricca, fa la maestra a sogna di fare la scrittrice. Adam, il suo vicino di casa, soffre di una sottile forma di autismo, la sindrome di Asperger che comporta una serie di problemi a livello di interazione sociale, una sorta di ossessione per alcuni ristretti argomenti di interesse, e un comportamento spesso ripetitivo. La sua è una "cecità mentale": non capisce cosa pensano gli altri, e si sofferma all'aspetto letterale delle parole; non riesce a mentire, e finisce per essere brutalmente diretto e sincero. Adam (2009) di Max Mayer, è un film delicato e controllato: i due protagonisti, Hugh Dancy e Rose Byrne, recitano con una sensibilità e una misura che fa entrare immediatamente nel film, e assistere alla storia come se si trattasse di quella di due amici. È un film che scalda il cuore, come il momento in cui capisci che una persona che conosci è diventato un tuo amico. O che un'amicizia è forse un amore. Adam è un Forrest Gump del nuovo millennio, più intimo e minimalista, come i tempi che stiamo vivendo, più sommesso e senza le sovrastrutture pop del film di Zemeckis. Ma, in fondo, con lo stesso cuore. Il film è a noleggio su Prime Video, YouTube, Google Play e Apple Tv+.

3. Il mio nome è Khan

Shahrukh Khan (al centro) nel film Il mio nome è Khan
Shahrukh Khan (al centro) nel film Il mio nome è Khan

"Il mio nome è Khan, e non sono un terrorista". Una frase che è come un mantra, come un'ossessione. Indiano emigrato in America, affetto dalla sindrome di Asperger, una leggera forma di autismo, Rizvan Khan si innamora e sposa Mandira: vive a San Francisco e diventa un padre per il figlio che lei ha avuto da un precedente matrimonio. A dividerli è l'11 settembre. O meglio, quello che accade dopo. L'intolleranza americana verso tutto ciò che è, non solo musulmano, ma indistintamente orientale, li travolge. Il mio nome è Khan (2010) è Rain Man che incontra The Millionaire: anche quando la tragedia delle Torri Gemelle di New York entra prepotentemente nella storia, e i toni si fanno più cupi, il film non perde mai quel tono di speranza e quella che è la sua struttura principale: quella di una moderna favola. A proposito di sindrome di Asperger, il regista del film, Karan Johar, ha dichiarato di aver letto Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon, libro che racconta in prima persona un ragazzo autistico. Il mio nome è Khan ha la sua forza proprio nella sua ingenuità di fondo, che poi è l'ingenuità del protagonista.

4. The Special Need

Una sequenza tratta da The Special Need
Una sequenza tratta da The Special Need

Uno dei più bei film sull'autismo che abbiamo visto è il tenero e spassoso The Special Need (2013), di Carlo Zoratti, documentario che racconta la storia di Enea, ragazzo autistico di 30 anni, e la sua ricerca dell'amore, affettivo e fisico, con l'aiuto dei suoi amici. Sì, a Enea manca è la "morosa", come si dice a Udine, la ragazza. Fare l'amore. E non è facile se sei un ragazzo autistico. Carlo Zoratti ed Enea si sono conosciuti a 15 anni, quando Carlo ha iniziato a fare volontariato. Dopo alcuni anni lontano da Udine, Carlo ha rincontrato Enea, e dalla domanda se avesse una ragazza è nata l'idea del film. The Special Need è tutto il suo protagonista, Enea. La sua vitalità, il suo entusiasmo per la vita, la voglia di amare si impadroniscono di un documentario dove tutti si scordano della macchina da presa e assistiamo alla vita reale senza mediazioni. The Special Need è un road movie coinvolgente, fatto di luci chiare e una colonna sonora electro-rock (di Dario Moroldo). Fresco, commovente, sincero fino a essere disarmante. Come il suo protagonista. Lo trovate su Prime Video.

5. Life, Animated

Life, Animated: un'immagine animata tratta dal documentario
Life, Animated: un'immagine animata tratta dal documentario

Così come è tenero e disarmante, e davvero interessante, Life, Animated (2016), il documentario di Roger Ross Williams che racconta la storia di Owen Suskind, un ragazzo autistico, ed è tratto dal libro del premio Pulitzer Ross Suskind, Life Animated: A Story Of Sidekicks, Heroes And Autism. Owen è un bambino affetto da autismo che ha saputo trovare la chiave per comunicare con il mondo attraverso i cartoni animati classici della Walt Disney. A tre anni Owen, come un personaggio di "Peter Pan", "scompare": non dorme più, ha difficoltà motorie, dice parole incomprensibili. La diagnosi è disturbo pervasivo dello sviluppo: autismo. Ma i genitori scoprono che Owen si appassiona ai cartoni della Walt Disney: sono figure disegnate a mano, con espressioni ed emozioni esagerate, e per lui sono più facili da interpretare. Quello dei cartoni è un mondo che non cambia mai, mentre nel mondo reale intorno a lui tutto cambia - il fratello cresce, i genitori invecchiano - e Owen si aggrappa a questo. I personaggi che ama sono tutti degli "aiutanti": non gli eroi, ma dei comprimari, personaggi secondari, buffi, ma importantissimi per la missione dei protagonisti. Questa sua passione per gli aiutanti è la consapevolezza di non poter essere mai un protagonista, ma anche quella di poter trovare il proprio posto nel mondo, il proprio ruolo nella vita sua e di chi gli sta vicino.

Life, Animated: una storia che scalda il cuore e punta all'Oscar

6. Sul sentiero blu

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Sul sentiero Blu: una scena del film

Sul sentiero blu (2022), documentario di Gabriele Vacis, è il racconto di un viaggio di un gruppo di ragazzi autistici lungo la via Francigena, duecento chilometri da percorrere a piedi fino a Roma, a Città del Vaticano. Il professor Roberto Keller fa fare loro un allenamento fisico, ma anche una serie di lezioni sulle abilità sociali. Il film racconta anche i sentimenti di questi ragazzi, che sono delicati, a metà tra quelli di un bambino e quelli di un adulto. L'arrivo a Roma, il momento in cui si staglia la figura del Cupolone, è emozionante. Così come l'incontro con Papa Francesco, la guest star di questo film. Ma le vere star sono i ragazzi: quando cantano "il più grande spettacolo dopo il Big Bang siamo noi" sembra che parlino di sé, che dicano "ce l'abbiamo fatta", "siamo spettacolari". È il modo giusto di raccontare questi ragazzi, speciali ma normali, far vedere che sono in grado di fare le cose che fanno tutti.

Sul sentiero blu, la recensione: Il più grande spettacolo dopo il Big Bang sono loro

7. Io ci provo

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Io ci provo: una scena del film

È quello che fa anche Io ci provo, il documentario di Francesco Paolucci, nato da un'idea di Francesco Paolucci e Rosario Sabelli, psicologo psicoterapeuta che lavora con 58 ragazzi nello spettro dell'autismo in un centro di riabilitazione dell'Aquila. È stato appena presentato nelle scuole e verrà presentato al Trapani Film Festival a giugno. È un film intenso che, come pochi altri, dà voce a questi ragazzi. In particolare, il film ne segue 5, tutti con una loro consapevolezza di essere particolari e di come fare per superare i loro limiti: provarci. Io ci provo ci porta nella loro vita di questi ragazzi. Ci mostra i loro punti di forza, le loro passioni. Doppiare i cartoni animati, la chitarra elettrica, la palestra, i tatuaggi, il servizio civile, il mixer, guidare. Il film è fatto di metafore, come quella della barca che supere le onde, come il doppiaggio, che vuol dire mettere se stesso, la propria voce, all'interno di un altro personaggio, voler essere qualcun altro. Ma è anche molto ancorato alla realtà, attraverso tante cose tangibili, gli oggetti e le attività di cui stiamo parlando. C'è la voglia di mostrare quanto possano fare, a livello manuale e intellettuale, nella vita reale, questi ragazzi. Il messaggio è: si può fare. La regia si sofferma sugli sguardi, tenuti anche dopo la fine di una frase. Perché lo sguardo dopo aver detto qualcosa di importante aggiunge molto di più di qualsiasi altra parola. Per organizzare proiezioni si può contattare: lacasadimicheleautismo@lavoriamoinsieme.org, cooperativa.lavoriamoinsieme@gmail.com.

8. Il mondo di Leo

Il Mondo Di Leo
Il mondo di Leo: un'immagine

Il mondo di Leo è la prima serie animata italiana che racconta le avventure di un bambino con disturbo dello spettro autistico, prodotta da Rai Kids e Brand Cross e ideata per parlare direttamente a bambini e ragazzi con autismo e contemporaneamente a tutti i bambini in età prescolare, nel segno dell'inclusività. I cartoni animati rendono i bambini felici. È un aspetto scientifico, provato. E Il mondo di Leo è un cartone animato bellissimo, dolce, che scalda il cuore. Il protagonista di queste storie è Leo, un bambino che vede il mondo in modo speciale, tutto suo. Grazie all'aiuto del suo migliore amico, il peluche Babù, e della sua bassottina Lola, troverà sempre una soluzione a tutti i problemi, anche a quelli che sembrano insormontabile. Diretta e illustrata da Dario Piana e scritta e sceneggiata da Nicola Brunialti, Il mondo di Leo ha l'obiettivo di stimolare nei bambini con autismo l'abitudine a determinati comportamenti che non sempre sono semplici o scontati per loro come lo sono per gli altri, basandosi sulla convinzione scientifica che il linguaggio dei cartoni animati sia una valida via d'accesso al superamento di alcune barriere nell'interazione ambientale che impediscono ai ragazzi nello spettro autistico di fruire delle normali occasioni educative. Lo trovate su RaiPlay.

9. Atypical

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Atypical: Keir Gilchrist in una scena della stagione 3

"Sono strano. È quello che dicono tutti. A volte non capisco quello che dicono le persone e questo mi fa sentire solo". Inizia così, con le parole di Sam, Atypical, serie tv delicata e sorprendente che, come The Special Need, parla del bisogno d'amore dei ragazzi autistici. Un adolescente con disturbi dello spettro autistico decide di trovarsi una ragazza e il suo bisogno d'indipendenza spinge l'intera famiglia a rimettersi in discussione. Atypical è raccontata dal punto di vista di Sam, e questo ci consente di entrare nel suo mondo, le sue manie, le sue paure, il suo modo di ragionare. La scrittura di Robia Rashid è lieve, dolce, empatica. E, nel ruolo della madre di Sam, c'è una grande Jennifer Jason Leigh. Atypical è su Netflix.

10. L'amore nello spettro

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Trovare l'amore è difficile per chiunque, e può sembrare un sogno irrealizzabile. L'amore nello spettro segue alcuni giovani nello specchio autistico mentre esplorano il confuso mondo delle relazioni e degli appuntamenti, dal primo appuntamento alla prima scintilla, per arrivare alle unioni che durano tutta la vita. L'amore nello spettro è una docuserie che - con leggerezza, delicatezza e il giusto tatto - viaggia nei sogni e nei desideri, nel bisogno d'amore di ragazzi nello spettro dell'autismo. Trovare l'amore può non essere facile di per sé. Ma per i giovani adulti autistici addentrarsi nell'imprevedibile mondo degli appuntamenti rappresenta una sfida unica. Trovate L'amore nello spettro e L'amore nello spettro - Australia su Netflix.