E la festa continua!, la recensione: un inno alla vita, alla politica e al coraggio dell’utopia

La recensione di E la festa continua!, il nuovo film di Robert Guédiguian che torna al cinema a lui più caro: civile, politico e immersivo.

E la festa continua!, la recensione: un inno alla vita, alla politica e al coraggio dell’utopia

Il cinema sociale di Robert Guédiguian è una garanzia, si sa. Il senso di appartenenza, l'immersione in una realtà dove passione e politica finiscono quasi sempre per incrociarsi, la costa marsigliese accarezzata dal sole, il suo sodale gruppo di attori (quasi tutti amici), una tribù di volti ormai familiari che ritornano film dopo film a partire da Ariane Ascaride. E la festa continua! (di cui scriviamo la recensione) non fa eccezione e ancora una volta il regista francese di origini armene (rispolverate anche nel film in sala dall'11 aprile) racconta un'umanità abbarbicata alle sue contraddizioni e fragilità, indaffarata tra attivismo politico, nostalgiche rivendicazioni del passato e un sentimento di tenerezza verso la vita e il tempo che rimane da vivere.

La storia: dalla cronaca alla commedia umana

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E la festa continua!, il cast al gran completo

Il titolo E la festa continua! fu deciso prima ancora di iniziare a girare, per stessa ammissione del regista "avevamo preso la decisione irrevocabile di fare un film che avrebbe avuto un lieto fine". Non è un caso infatti che il disincanto che albergava ne La casa sul mare, qui sembri cedere il passo a una "serena malinconia", un ottimismo di fondo che si manifesta tanto negli slanci appassionati delle generazioni più giovani, quanto nella quieta riconciliazione con la vita dei più anziani. Perché "niente è finito ed è solo l'inizio". E qui tutto comincia da un fatto di cronaca realmente accaduto il 5 novembre 2018, quando due palazzine fatiscenti a Rue d'Aubagne nel cuore di Marsiglia, abitate dalle fasce più fragili e disagiate della cittadinanza, crollarono uccidendo otto persone.

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E la festa continua!: un'immagine

Nel film la tragedia viene evocata da una didascalia, "improvvisamente, un fracasso terribile", che nella scena d'apertura accompagna alcune immagini di repertorio. Sono i confini entro i quali si inscrivono le vicende umane dei personaggi di questa istantanea del contemporaneo: una comunità che si stringe attorno alla tragedia dimostrando solidarietà e un profondo senso di appartenenza. Il cuore e l'anima della storia e del quartiere popolare in cui si svolge, è Rosa (Ariane Ascaride), sì, proprio come Rosa Luxemburg (per volere del padre, un immigrato armeno), una donna in là con gli anni, vedova e ormai prossima alla pensione, alla guida di una famiglia numerosa e unita, che si divide tra il lavoro da infermiera e il suo impegno da militante di sinistra a favore dei più deboli. Siamo alla viglia delle elezioni cittadine e Rosa è una delle candidate, ma le sue illusioni cominciano a vacillare salvo rendersi conto che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni, soprattutto dopo l'incontro con Henri (Jean-Pierre Darroussin), un libraio di passaggio e padre della nuova ragazza del figlio, che le farà perdere la testa.

Un cinema di impegno civile

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I protagonisti, Ariane Ascaride e Jean-Pierre Darroussin

Quello nel quale lo spettatore verrà trascinato è il cinema che Robert Guédiguian ama fare da sempre: civile, sociale e immersivo. Anche in questa commedia umana si torna a Marsiglia, la sua città Natale, palcoscenico della tragedia di partenza attorno alla quale si sviluppa la vita quotidiana della comunità locale e della famiglia di Rosa. Una collettività impegnata nella lotta politica come dimostrano le attività di volontariato nella chiesa occupata o nel vicino centro di permanenza per migranti, e le mobilitazioni dei cittadini indignati per le condizioni di disagio in cui versavano le vittime del crollo. Tutto si svolge tra la piazzetta del quartiere su cui vigila silenziosa la statua di Omero, le sezioni di partito dove Rosa si batte per trovare un accordo sul capolista, le case vista mare, le stradine che conducono al porto e le calette dove ci si abbandona al piacere dell'ozio.

Intorno si incrociano i destini dei vari personaggi a partire proprio da Rosa, una pasionaria che si muove tra le corsie d'ospedale e le riunioni di partito, decisa a strappare il governo della città al dominio della destra che dura da decenni. "Per cambiare il mondo bisogna essere smaniosi" e Rosa questo lo sa, come sa che per battere l'avversario politico servono tre cose: "Uno il programma, due il programma e tre... il programma"; per tutta la vita ha desiderato che il mondo somigliasse a quello delle cinciallegre, e oggi, ammette, "il mio cuore appartiene più alle cinciallegre che ai compagni"; con Henri riscopre l'amore e lo spirito battagliero della vecchia sinistra; e poi c'è suo fratello Tonio (in onore di Antonio Gramsci) "tassista perennemente innamorato", l'ultimo comunista rimasto a Marsiglia. Ma ci sono anche i due figli di Rosa: Sarkis, che gestisce un bar armeno e sogna una famiglia numerosa insieme alla nuova compagna, e Minas che invece vorrebbe partire per aiutare i combattenti del Nagorno Karabakh.

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Gérard Meylan, Lola Naymark, Robinson Stévenin nel film

Marsiglia diventa crocevia di vecchie e nuove istanze politiche, luogo di utopie e battaglie sociali, di solidarietà e condivisione, teatro di un confronto tra generazioni. Ne E la festa continua! si parla di rivoluzione, di identità, di radici, di ideologia e di crisi della sinistra, stanca e incapace ormai di intercettare i bisogni della classe operaia; ma anche di speranza e amore verso gli altri, perché "bisognerebbe avere due vite: la prima per aiutare se stessi, la seconda per aiutare gli altri". Un film sul coraggio di ricominciare magari davanti a un piatto di "linguine, acciughe e noci", un inno alla vita, all'umanità ritrovata e alla politica come atto collettivo.

Conclusioni

E la festa continua!, come già spiegato nella recensione, prosegue la narrazione a cui Guédiguian ci ha da sempre abituati: cinema di impegno civile con uno sguardo struggente e malinconico sul presente. Ancora una volta ideologia e commedia umana, sentimenti e politica si intrecciano in uno straordinario ritratto della contemporaneità: il regista francese racconta un’umanità abbarbicata alle sue contraddizioni e fragilità, indaffarata tra attivismo politico, nostalgiche rivendicazioni del passato e un sentimento di tenerezza verso la vita e il tempo che rimane da vivere.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • Il cinema sociale di Guédiguian: malinconico, struggente e raffinato nel tentativo di restituire un’istantanea del contemporaneo.
  • La commedia umana che si intreccia con la cronaca sociale e politica.
  • Marsiglia, come luogo di confronto generazionale, crocevia tra passato e presente.

Cosa non va

  • Un pubblico poco avvezzo a una narrazione che si prende i suoi tempi, potrebbe non apprezzare.