Dune, la recensione: benvenuti su Arrakis, sarà un lungo viaggio

La recensione di Dune, l'attesissimo film di Denis Villeneuve presentato fuori concorso a Venezia 78: il mastodontico ed emozionante primo capitolo della saga tratta dai romanzi di Frank Herbert.

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Dune: Timothee Chalamet in una scena tratta dal film

Incredibile ma vero, un nuovo film di Dune è realtà. Anzi, diciamo le cose come stanno: una nuova saga cinematografica è realtà. Anche perché il regista Denis Villeneuve lo mette in chiaro fin dai titoli di testa, quando a quella scritta Dune ormai così familiare - dopo averla vista troneggiare per anni su trailer e poster - aggiunge subito un "Parte prima" che è una dichiarazione di intenti ben precisa. Qui non si sta cercando di prendere uno dei più importanti (e complessi) romanzi di fantascienza di sempre e farne un "semplice" film, così come aveva provato a fare David Lynch negli anni '80. No, questa volta il progetto è ben più ambizioso, perché l'idea è effettivamente quella di rendere il più possibile giustizia all'universo creato da Frank Herbert.

Ed è per questo che, come vedremo in questa recensione di Dune, almeno due film sono assolutamente necessari. Anzi, dopo aver visto questa prima parte, ci viene da pensare che addirittura una trilogia potrebbe non essere affatto una cattiva idea. E chissà che non fosse proprio questa la speranza e l'idea iniziale di Villeneuve. Ma prima di pensare al futuro, facciamo un bel passo indietro e andiamo a scoprire insieme cosa rende tanto speciale questa saga.

Chi controlla la spezia, controlla l'universo

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Dune: Jason Momoa in una scena

Innanzitutto partiamo dal titolo: Dune non è altro che il soprannome del pianeta Arrakis, il più importante dell'universo creato da Frank Herbert negli anni '60. Perché è così importante? Semplicemente perché tra le gigantesche dune di sabbia che compongono gran parte del pianeta è possibile raccogliere la rarissima spezia, una droga che non si trova da nessun'altra parte e che invece è diventata ormai essenziale per l'intero universo. Proprio per questo motivo, il pianeta Arrakis non appartiene a nessuno, nemmeno all'Imperatore, ma il suo controllo viene di volta in volta assegnato a una delle tante Casate che compongono l'alleanza galattica.

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Dune: Timothee Chalamet in un'immagine

La storia che vediamo ha inizio proprio quando l'Imperatore decide di affidare il pianeta in questione ai saggi e leali Atreides dopo quasi un secolo di gestione dei brutali Harkonnen. Una mossa politica che ha il preciso scopo di dare inizio ad una vera e propria guerra tra le due casate rivali e che finirà col cambiare il destino dell'intero universo. Ma per capire bene in che modo dovremo ancora aspettare parecchio, visto che, come accennavamo in apertura, questo primo film ha lo scopo principale di creare le basi per tutto quello che verrà dopo. E quindi presentarci i (tanti) protagonisti, mostrarci le varie ambientazioni, darci insomma tutto il contesto necessario per poter apprezzare al meglio una storia così complessa e strutturata.

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Dune: Zendaya e Timothee Chalamet in una scena

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Coniugare la fantascienza e il kolossal

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Dune: Zendaya in una scena

Il più grande difetto di questa prima parte di Dune è proprio questo: nel suo essere un primo atto che necessariamente deve raccontare e in alcuni casi addirittura spiegare un universo intero, fatto non solo di tanti pianeti diversi gli uni dagli altri ma anche concetti "filosofici" nuovi, che non possono certo essere dati per scontati. Anche perché è vero che Dune è stato fonte di ispirazione fondamentale per molto di quello che è venuto dopo, ma è anche vero che a differenza di tante altre saghe che hanno letteralmente saccheggiato il lavoro di Herbert (Star Wars in primis), Dune è fantascienza vera, e quindi complessa, adulta e ricca di significati e suggestioni. Proprio per questo motivo si è scelto di prendersi più tempo, realizzare un film che fosse molto "preparatorio" per tutto quello che seguirà, rinunciando in alcuni casi a quel ritmo e quell'azione che avrebbero potuto renderlo un blockbuster a tutti gli effetti.

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Dune: una scena di distruzione dopo l'attacco degli Harkonnen

E invece Dune un blockbuster non lo è, semmai un kolossal, visto il cast a disposizione e lo sforzo (e sfarzo) produttivo. Ma non per questo smette mai di essere fantascienza d'autore, con il lavoro di Frank Herbert che ha sempre e comunque il sopravvento anche sul buon lavoro di Villeneuve. Da parte sua il regista riesce a regalarci tante sequenze di grande effetto, in cui si uniscono eleganza e maestosità, nonché un lavoro sui personaggi e sugli attori che davvero riesce a rendere giustizia a (quasi) tutti i numerosi personaggi su schermo. In particolare alcune scelte di casting che già sulla carta sembrano davvero azzeccate si dimostrano davvero perfette, in particolare quella di Timothée Chalamet nel ruolo cult di Paul Atreides o Rebecca Ferguson in quello della madre di lui, Lady Jessica. Ma da Josh Brolin a Jason Momoa, passando per Stellan Skarsgard e Charlotte Rampling, è davvero difficile non rimanere favorevolmente colpiti da un cast tanto numeroso quanto ben sfruttato. Soprattutto anche in prospettiva del futuro.

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Visioni dal futuro

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Dune: Oscar Isaac è il Duca Leto Atreides

E parlando di futuro non possiamo non commentare la scelta che più ci ha lasciato perplessi in questo primo film: per tutta la sua durata il giovane Paul continua a fare strani sogni e a vedere un personaggio (quello interpretato da Zendaya) di cui non conosce nemmeno il nome. Si tratta di un qualcosa che è presente anche nel libro ma che nel film di Villeneuve assume un significato ben diverso visto che sembra quasi una sorta di promessa allo spettatore, quasi a dire: "tranquillo, ci aspettano grandi cose, abbiamo una lunga storia da raccontarti!". Considerata la natura poco pop e l'appeal non troppo commerciale del progetto capiamo perfettamente il motivo per cui si sia sentita questa esigenza e anche il perché della troppa insistenza su queste sequenze, ma ciò non toglie che il film in quanto tale ne risenta per ritmo e fluidità di narrazione.

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Dune: Timothée Chalamet e Josh Brolin in una nuova foto

Sarebbe stata sicuramente auspicabile una soluzione diversa, anche se ci rendiamo conto che probabilmente l'unica reale alternativa sarebbe stata quella di realizzare un film che fosse davvero standalone e che non dovesse dipendere dai capitoli successivi. Il che, a sua volta, avrebbe portato ad una fedeltà verso il romanzo originale di gran lunga inferiore e quindi ad un progetto completamente diverso. A nostro parere se è solo questo il prezzo da pagare per avere un adattamento di Dune finalmente rispettoso del romanzo, ben venga questa prima parte fortemente introduttiva. Ben vengano anche i difetti e così come una certa "freddezza" in qualche modo tipica di questa fantascienza più cerebrale che action. Anche il romanzo di Frank Herbert all'inizio richiede un qualche sforzo da parte del lettore, ma poi ripaga in pieno con un crescendo di emozioni e colpi di scena. Lo stesso probabilmente accadrà anche con questi film, ma nel frattempo possiamo dirci comunque soddisfatti di aver visto sul grande schermo un Dune come finora avevamo osato solo sperare.

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Dune: Zendaya e Timothee Chalamet in una scena

Conclusioni

L'operazione fatta da Villeneuve e la Warner non era affatto semplice. Perché Dune è un romanzo difficilissimo da adattare, anche con a disposizione un ricco budget e una lunga durata. Nel valutare questo film, anzi questo progetto, non si può non tenere conto di tutto questo, anche perché un giudizio definitivo potrà essere dato soltanto dopo la seconda parte. I difetti non mancano, anzi saranno probabilmente evidenti a tutti già ad una prima visione, ma al tempo stesso sono talmente tanti gli aspetti riusciti che viene piuttosto semplice chiudere un occhio e aspettare già il prossimo capitolo. Con un dubbio però: saranno solo due film o si punterà addirittura ad una trilogia?

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • L'universo creato da Frank Herbert è finalmente sul grande schermo in tutta la sua grandezza e complessità.
  • Visivamente bellissimo, fotografia e scenografie sono davvero di altissimo livello.
  • Il cast brilla in ogni suo elemento e in particolare i protagonisti sembrano perfettamente a loro agio in questi personaggi così iconici.
  • Non vediamo l'ora del secondo capitolo...

Cosa non va

  • ...anche se il film, certe volte, indugia troppo su quello che avverrà in futuro, finendo per influire negativamente sulla narrazione.
  • Molti potrebbero non apprezzare particolarmente un primo film così introduttivo e niente affatto autoconclusivo. Bisogna andare in sala con la giusta consapevolezza.