Dune - Parte Due, le figure femminili: dallo scetticismo di Chani all’ambizione di Lady Jessica

Una riflessione sulle figure femminili in Dune - Parte due, il film di Denis Villeneuve che riadatta la celebre saga letteraria di Frank Herbert.

Dune - Parte Due, le figure femminili: dallo scetticismo di Chani all’ambizione di Lady Jessica

Negli ultimi anni la rappresentazione femminile nei prodotti audiovisivi è profondamente cambiata anche se, ad ora, sembra esserci ancora molta confusione sull'effettiva corretta raffigurazione di genere. Raccontare storie di donne forti di per se non sembra essere difficile, ma l'inciampo spesso arriva quando si parla del cosiddetto male gaze, termine coniato dalla critica cinematografica Laura Mulvey, che spiegato in parole semplici indica, come la traduzione delle stesse parole suggerisce, lo sguardo maschile, una visione slegata dall'identità della penna che scrive o la mano che dirige, ma che risente di secoli di cultura patriarcale e di un'immagine reiterata della donna come spettacolo erotico, come elemento atto a compiacere un certo tipo di spettatore. Fatta questa premessa possiamo ora andare a parlare più nello specifico del tipo di figure femminili che in Dune - Parte Due sembrano acquisire molta più rilevanza e tridimensionalità, sia rispetto al precedente lungometraggio che rispetto all'opera cartacea da cui nasce questo adattamento di Denis Villeneuve.

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Dune: Denis Villeneuve con Javier Bardem sul set del film, nel 2020

Il regista, in un'intervista a Den of Geek, ha infatti affermato di aver apportato, insieme allo sceneggiatore del primo film Eric Roth, diversi e profondi cambiamenti nella narrazione e nell'ingerenza che i personaggi femminili hanno nella storia che abbiamo avuto modo di vedere di recente al cinema. Nel fare questo ad acquisire una certa centralità sono stati i personaggi di Lady Jessica, Chani, Gaius Helen Mohiam e nel complesso tutto l'ordine delle Bene Gesserit, la cui influenza si sta facendo sempre più chiara. Ma il collocare queste figure al centro della saga può veramente bastare a rappresentare le donne nel modo adeguato? Ovviamente no e il perché ve lo abbiamo spiegato all'inizio di questo pezzo ma, nel caso di Dune, non si può ignorare il fatto che l'imponente saga cinematografica odierna affondi le sue radici in una serie di romanzi nati nella metà degli anni sessanta.

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Dune - Parte Due: una scena

Come sono mutati allora i personaggi e quali passi sono stati compiuti per renderli più moderni e adatti ad un pubblico contemporaneo? Cercheremo di spiegarlo in questo articolo raccontandovene alcuni che più di altri hanno subito gli interventi da regista e sceneggiatori. Ovviamente, se non avete visto i film, vi invitiamo a proseguire nella lettura solo dopo averli recuperati per non rovinarvi in alcun modo la visione.

La presa di coscienza di Lady Jessica

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Dune - Parte Due: una scena

Abbiamo conosciuto Lady Jessica per prima cosa come madre dell'erede degli Atreides ma, fin da subito, viene mostrato il suo stretto legame con le Bene Gesserit, un ordine al cui vertice risiedono esclusivamente donne, individui che hanno sviluppato una serie di capacità che vanno dalla coercizione alla decifrazione delle emozioni umane e che usano la propria influenza per deviare il corso della storia a proprio favore. Quello che sappiamo di Lady Jessica è che, anche se inizialmente strettamente legata alle sue superiori, compie un vero e proprio primo atto di disobbedienza mettendo al mondo un erede maschio invece che una femmina come vorrebbe l'ordine.

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Dune - Parte 2: Rebecca Ferguson in un'immagine

Attraverso di lei ci viene presentato il primo dei diversi "peccati" che muovono le gesta dei personaggi della storia: l'ambizione della concubina del duca Leto Atreides è quella infatti di dare alla luce il Kwisatz Haderach, proprio il messia protagonista di quella profezia che l'ordine si è tanto impegnato a promuovere tra le genti soggiogate di Arrakis, ed è per questo che istruisce sin da piccolo suo figlio Paul all'arte che viene insegnata dalle Bene Gesserit alle adepte. Nel secondo film le sue intenzioni non cambiano ma, dopo aver assunto il veleno del verme delle sabbie e aver così aggiunto al suo bagaglio le esperienze di generazioni di donne che l'hanno preceduta, è in grado di acquisire una serie di nuove consapevolezze che la porteranno a diventare manipolatrice attiva del destino di suo figlio e dei delicati equilibri socio politici che regolano i rapporti di potere. In tutto questo figura chiave è anche Alia, sorella di Paul, che fin dal grembo materno dimostra di possedere un potere senza pari e sul cui futuro probabilmente spenderemo sufficienti parole all'arrivo del terzo capitolo della saga.

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Lo scetticismo di Chani

In un mondo di credenti Chani sceglie di andare dalla parte opposta: eccola un'altra donna che sceglie di disobbedire, che va controcorrente non seguendo una strada tracciata ma piuttosto una propria, dettata da ideali e convinzioni non indotte. Lei non accetta la rassicurante via della profezia, non aspetta un messia che salvi il suo popolo ma fa ogni cosa in suo potere affinché le persone a cui tiene rimangano vive e al sicuro. Pur sperimentando un forte senso di appartenenza verso le tribù Fremen del nord, si rifiuta di accettare a testa basta ogni decisione che le viene imposta, anche se questa arriva dalla persona che ama.

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Zendaya in una scena

La Chani dei film di Denis Villeneuve è un personaggio perennemente in lotta con gli invasori ma anche con se stessa, divisa tra l'amore che prova per Paul e la giusta difficoltà di accettare qualcosa che va contro la sua ragione e, proprio per questo, assume in Dune - Parte Due una complessità ed una rilevanza che nelle opere letterarie e nei precedenti adattamenti non aveva mai avuto. La guerriera Fremen è l'elemento dissonante nella storia ed anche quella che più di altre si affranca da quel male gaze di cui parlavamo prima, apparendoci vera e autentica nei suoi dubbi e imperfezioni.

L'influenza delle Bene Gesserit

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Dune - Parte Due: una scena

Infine parliamo di loro, delle Bene Gesserit: l'ordine nel quale le massime cariche sono affidate a donne con capacità fuori dall'ordinario, donne che tramano nell'ombra e che seppur legate nell'immaginario all'idea della "strega cattiva", smantellano quell'ideale, figlio del sessismo benevolo, che vede le donne solo come creatrici di armonia e pace cosmica. Quante volte durante la giornata internazionale della donna abbiamo sentito frasi come: "se le donne governassero il mondo non ci sarebbe la guerra"? Ecco, se il prossimo 8 marzo sentirete questa frase consigliate al vostro interlocutore di vedere Dune, o per lo meno di studiare meglio la storia.

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Dune: Charlotte Rampling in un primo piano

Le Bene Gesserit sono donne colte, ambiziose e intelligenti, sono un esercito silenzioso e oscuro che rimane tale proprio perché la loro condizione femminile le rende invisibili: gli uomini al potere mirano al predominio sui pianeti e le risorse, le Bene Gesserit bramano quello sulla storia e sul suo corso. Dopotutto, dal punto di vista di chi siede sul trono cos'altro dovrebbero volere questo gruppo di ancelle silenziose se non occuparsi degli intrighi di palazzo e generare eredi, fiere del patrimonio genetico che portano in grembo? Che sia nella finzione o nella realtà l'equivoco è sempre lo stesso e ce lo ha spiegato nel lontano 1929 Virginia Woolf: "Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi dal potere magico e delizioso di riflettere raddoppiata la figura dell'uomo. (...) Perché se queste non fossero inferiori, gli uomini cesserebbero di ingrandirsi. Perché se lei comincia a dire la verità, la figura nello specchio si rimpicciolisce"