Tra Dune e Final Fantasy VII: due storie che esplodono nei secondi capitoli

Sono arrivaati insieme Dune - Parte Due e Final Fantasy VII: Rebirth, e sono simili nel modo in cui affrontano l'evoluzione delle loro storie e dei loro personaggi.

Tra Dune e Final Fantasy VII: due storie che esplodono nei secondi capitoli

Cinema e videogiochi. Due mondi che si avvicinano e contaminano da diversi anni, che si influenzano a vicenda e che mai come questa settimana percepiamo vicinissimi. Perché? Perché a distanza di un giorno arrivano al loro appuntamento con il pubblico due Big di entrambi i settori, ovvero Dune - Parte Due che ha debuttato nelle sale e Final Fantasy VII: Rebirth, nuovo capitolo del remake dello storico Final Fantasy VII del 1997. Due secondi capitoli, due prosecuzioni di storie di ampio respiro che ci hanno dato sensazioni simili per come portano avanti l'evoluzione del racconto e del percorso del personaggi. Due ottimi titoli, bene ribadirlo, che catalizzeranno l'attenzione del pubblico nei rispettivi settori. E anche oltre.

Aprirsi al mondo

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Dune - Parte Due: un'immagine del film

Sia Dune che Final Fantasy VII Remake avevano un ruolo introduttivo nel presentare la storia e il mondo su cui appoggia. Entrambi gettano le basi e portano avanti una porzione di racconto, ma in entrambi i casi è palese che sia solo l'inizio di un cammino e si arriva alla fine con la voglia di proseguire il viaggio. Entrambi i primi capitoli lasciano la sensazione di un'esperienza castrata, quantomeno incompleta. Introduttiva, appunto. Lo fa il Dune di Denis Villeneuve presentandoci un mondo e aggiungendo un personaggio chiave come quello di Zendaya solo nella parte finale; lo fa Final Fantasy VII Remake confinandoci per tutto il gioco nel contesto ristretto, per quanto ricco, di Midgar. In tutti e due i secondi capitoli c'è un'apertura a qualcosa di più ampio respiro, sia in termini narrativi che ambientali, aggiungendo ampiezza e profondità, dando la stessa sensazione che si prova quando si esce all'aperto partendo da un luogo ristretto, confinato, chiuso.

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Se c'è un maggior respiro, la sensazione è quella di aver a che fare con un mondo che percepiamo come più articolato e complesso. O almeno la sensazione di vederne finalmente quella complessità che in prima battuta ci era solo suggerita. È il ruolo dei secondi capitoli, soprattutto quelli ipotizzati sin dall'inizio, quello di sviluppare ciò che il primo atto aveva introdotto (e magistralmente, come dei due casi in esame). È come, per proseguire con le metafore, essere rinchiusi in uno splendido e grande appartamento e rendersi conto di quanto fosse ristretto e limitante solo una volta aperta la porta per far capolino all'esterno.

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Consolidare il vecchio, aggiungere il nuovo

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Dune - Parte Due: Austin Butler in un primo piano

Un'operazione di ampliamento portata avanti con consapevolezza, con i tempi e i modi corretti per fare una duplice operazione, quella che ogni secondo capitolo dovrebbe riuscire a fare: consolidare quanto introdotto in precedenza, aggiungere qualcosa di nuovo che vada ad arricchirlo. Lo fa Villeneuve, lo fa in modo similare Square Enix con Final Fantasy VII. Entrambe le opere lo fanno sia sul piano dell'ambientazione, fornendoci quanto necessario per darci una visione più ampia e completa del contesto narrativo, lo fanno anche per quanto riguarda i personaggi, arricchendo di background e relazioni interpersonali quelli che già conosciamo, affiancandoli con figure nuove in grado di fornire nuovi spunti narrativi e nuove dinamiche che possano dare scossoni alla storia, deviare il flusso del racconto che ha iniziato a scorrere già nella prima parte. Nuovi luoghi e nuovi personaggi, quindi, ma anche nuove sfide in cui coinvolgerli.

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Ampliare la portata emotiva

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"La prima lama solleva il pelo, la seconda lo rade più a fondo" diceva una vecchia pubblicità. E un po' vale anche per questi due secondi capitoli che arrivano a travolgerci negli stessi giorni. Travolgerci, perché in entrambi i casi è questo l'effetto su noi spettatori/giocatori: se Dune - Parte Due lo fa soprattutto sul piano visivo, con sequenze di una maestria tecnica impressionante, Final Fantasy VII: Rebirth lo fa sia sul piano grafico che sull'emozione che accompagna il cammino dei suoi personaggi. Tutti e due lo fanno salendo sulle spalle del capitolo precedente per ottenere un risultato più elevato e di maggior impatto. Dopo la doverosa introduzione, le due opere entrano nel vivo del racconto e sfruttano alla perfezione le opportunità che questo fornisce, sviluppando in maniera netta ma naturale quanto presentato col primo capitolo. E preparando i rispettivi terzi e conclusivi atti, che non vediamo l'ora di vedere e giocare. Inizia una lunga attesa per Dune - Parte Tre e il terzo gioco dei questo ambizioso remake di Final Fantasy VII.