Dollface, la recensione: guida surreale per cuori infranti

La nostra recensione di Dollface, la comedy HULU con protagonista Kat Dennings dal 5 marzo su Disney+ Star con un episodio a settimana, subito riconoscibile nel vasto panorama attuale per originalità e intelligenza.

Kat Dennings Dollface
Dollface: Kat Dennings in una scena

Scrivendo la recensione di Dollface, la serie comedy HULU con protagonista Kat Dennings che ha debuttato nel "lontano" 2019 e ora arriva dal 5 marzo su Disney+ Star con un episodio a settimana, viene da sorridere pensando a come nel vasto panorama seriale di oggi per distinguersi bisogna trovare una chiave di lettura originale, soprattutto per un argomento inflazionato come le relazioni amorose e le amicizie. Dollface è immediatamente riconoscibile e ora vediamo di spiegarvi perché.

THE BREAK-UP

La protagonista di Dollface, Jules (Kat Dennings) si ritrova, dopo essere stata lasciata dal suo fidanzato storico Jeremy, costretta a rientrare metaforicamente e letteralmente nel mondo delle donne. Questo perché si era assuefatta alla relazione, diventando un tutt'uno con Jeremy e facendo qualsiasi attività con lui, togliendo spazio alla propria individualità e a chi le stava intorno come amica, vuoi anche per la componente "maschiaccio" che la caratterizza. Ora Jules si ritrova a dover salire sul pullman (metaforico e fisico) di chi è stato lasciato e deve ricostruire la propria vita. Tutto parte dalla testa di Jules e si espande nella realtà circostante, con una donna gatto (la Beth Grant di The Mindy Project) come spirito guida (pun intended), che offre un punto di vista originale e auto-ironico sul mondo femminile e sulla società tutta che è difficile da abitare come sappiamo, e in cui non tutti devono essere classificati in etichette. Ma Dollface - che è il nomignolo "sessista" con cui Jeremy chiamava Jules, a rappresentare il tono di asservimento che lei accettava per abitudine ma a cui ora si ribella - è una specie di lunga seduta psicanalitica tra feste, risate e disavventure nonché un percorso di auto-consapevolezza. Un'auto-riflessione su cosa vuol dire essere una giovane donna oggi, dare il giusto e prezioso valore all'amicizia e prima di tutto a se stessi, accettarsi per riuscire a stare bene con gli altri, accettare i propri pregi e soprattutto difetti per riuscire a farlo con quelli degli altri.

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Dollface: Kat Dennings in una scena della serie

Star: il sesto brand di Disney + pensato per un pubblico più maturo

FANTASIE, GATTI E MISFATTI

La showrunner Jordan Weiss, del resto, ha scritto la sceneggiatura dello show poco dopo essersi diplomata alla USC School of Cinematic Arts, quindi giovanissima. È proprio questo suo sguardo fresco uno dei punti di forza dello show, che attraverso un ritmo avvincente, battute al fulmicotone e riferimenti alla cultura pop (come quelli meravigliosi a Entourage) rende Dollface un prodotto intelligente, che facendo ridere gli spettatori li fa anche riflettere sulle loro relazioni e su ciò che li circonda, come ogni comedy dovrebbe fare. Kat Dennings è contagiosa, torna in tv con un personaggio che non è la fotocopia di Max di 2 Broke Girls ma in qualche aspetto ne prende spunto, è la disadattata che non sa stare al mondo e soprattutto nell'universo femminile, con quella punta di cinismo, ma anche tanta dolcezza, che non può che renderla adorabile agli occhi del pubblico.

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Dollface: una scena della serie

Le altre protagoniste, prima di tutto le migliori amiche ritrovate Brenda Song (Madison, una PR), Shay Mitchell (Stella, uno spirito libero e ricco) insieme alla new entry del gruppo Esther Povitsky (Izzy, collega di Jules a Woom), reggono altrettanto bene la scena, in un mondo in cui gli uomini fanno una figura tremenda, quasi volutamente monodimensionale. I personaggi e le situazioni in cui si muovono Jules e le amiche sono tanto al limite del surreale quanto legate ad alcuni cliché di genere (la serie inizia con una rottura e finisce con un matrimonio, come nella tradizione delle romcom) ma senza inciamparvi, piuttosto offrendo un variegato affresco delle relazioni nella società contemporanea. Con una fotografia coloratissima e una regia dinamica, che (di)mostra che sotto a quella punta di cinismo c'è speranza e ci sono tutti gli strumenti per ricostruire la propria vita, sentimentale e personale.

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Dollface: Kat Dennings in una fotodi scena

Tantissime le guest star che hanno accettato guarda caso di partecipare al serial, data la qualità di scrittura e l'originalità nel panorama delle comedy, che devono trovare un modo di ibridarsi per sopravvivere: da Malin Akerman a capo di Woom, l'azienda dove lavorano Jules e Izzy, anch'essa quasi estemporanea a metà strada fra un'azienda tecnologica e una SPA; Goran Visnjic nei panni del fidanzato "maturo" di Madison; Joey Lawrence nei panni di se stesso; e ancora Tia Carrere, Macaulay Culkin e nientemeno che Margot Robbie, tra le produttrici dello show insieme alla Dennings. Una seconda stagione di Dollface è in arrivo e non poteva che esserci augurio migliore per Jules, per tutte le donne... e anche per tutti gli uomini!

Conclusioni

Chiudiamo la nostra recensione di Dollface sperando di avervi convinto a dare una possibilità a questa comedy, che da subito si dimostra fresca, accattivante e divertente sul mondo femminile (e non solo) e riesce a muoversi in modo intelligente fra i cliché di genere, con un aspetto surreale nato dalla mente della protagonista (un’adorabile Kat Dennings) che la rende originale nonché una lunga seduta psicanalitica post-rottura.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • Kat Dennings è divertente, cinica ma dolce, spigliata e perfettamente in parte, e le altre protagoniste le danno manforte.
  • I siparietti “alternativi” sono la parte più originale della serie e danno quel tono diverso alla storia raccontata, che si pregia di una scrittura intelligente e attuale.
  • Malin Akerman e le altre guest star come Macaulay Culkin sono la ciliegina sulla torta.

Cosa non va

  • La serie giocoforza si muove tra alcuni cliché del genere, pur cercando sempre di scardinarli e di porre un punto di vista diverso e originale.