Recensione Stick It (2006)

'Stick it' non brilla certo per analisi psicologica o per profondità nell'affrontare i temi che ne sono alla base, ma in definitiva non è totalmente da buttare per come li integra con leggerezza in una trama non originale ma godibile.

Dalle olimpiadi al grande schermo

In un'estate dedicata completamente al calcio, arriva nelle sale un film dal sapore olimpionico, che mette in scena uno sport dall'incredibile fascino, che però trova spazio nelle nostre televisioni solo in concomitanza dei giochi olimpici.

Protagonista del film è Haley Graham, una ragazza giovanissima, estremamente dotata, ma dal carattere complesso e non semplice da gestire, al punto da ritrovarsi coinvolta in situazioni oltre la legalità e ritrovandosi spesso in centri di recupero minorile. In occasione di uno dei suoi reati, il giudice le offre una scelta: accademia militare o un centro dove dedicarsi totalmente alla ginnastica.
Con gli allenamenti di Burt Vickerman, Haley sorprende sè stessa ed impara a rispettare le proprie compagne di squadra, integrandosi in un gruppo che saprà affrontare con lealtà ed unità un importante trofeo.

Scritto da Jessica Bendinger, di recente arrivata sui nostri schermi con Aquamarine ed autrice anche di Ragazze nel pallone (che invece ruotava intorno all'ambiente delle ragazze pon pon), Stick It affronta il mondo della ginnastica strizzando l'occhio ad un pubblico adolescente, di età non dissimile da quello delle sue protagoniste, interpretate da un gruppo di giovani attrici che, nonostante la limitata gamma di espressioni a loro disposizione, non sfigurano nel confronto su schermo con un veterano come Jeff Bridges, che veste i panni dell'allenatore Vickerman senza strafare, dosando bene la sua abilità per dare un minimo di approfondimeno al personaggio.
La regia della stessa Bendinger, qui alla sua prima prova in questo campo, risulta efficace nelle sue scelte nel costruire le scene e nei movimenti di macchina, che danno energia alle sequenze, rendendole piacevoli da guardare, con un montaggio che cerca di riprodurre le tecniche di ripresa sportive, con molte ripetizioni nel corso degli esercizi.
Ammiccante anche la selezione delle canzoni di accompagnamento, che comprende brani di Blink 182, Missy Elliott e Panjabi.

Nel complesso, il film non brilla certo per analisi psicologica o per profondità nell'affrontare i temi che ne sono alla base, dall'amicizia alla ribellione, all'unità nell'affrontare i problemi, ma in definitiva non è totalmente da buttare per come li integra con leggerezza in una trama non originale ma godibile.

Movieplayer.it

3.0/5