Da 5 Bloods - Come fratelli, recensione: Black Lives Matter, tanto in Vietnam quanto su Netflix

La recensione di Da 5 Bloods - Come fratelli, nuova collaborazione tra Spike Lee e Netflix che ci riporta in Vietnam per raccontare quanto sta accadendo proprio in questi giorni negli USA.

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Da 5 Bloods - Come fratelli: una scena del film

Se le cose fossero andate diversamente, questa recensione di Da 5 Bloods - Come fratelli l'avremmo scritta osservando il mare dalla Croisette e non i muri di casa: è cosa nota che questo nuovo film di Spike Lee avrebbe dovuto segnare il ritorno a Cannes da parte di Netflix nonché la tanto auspicata riappacificazione. La cosa paradossale di questa vicenda è che proprio il vedere questo film sul proprio televisore domestico - lontani dal glamour di Cannes ma piuttosto con un occhio sempre vigile sulle notizie di rivolta e protesta che arrivano dagli Stati Uniti - rende il messaggio di questo 5 Bloods - Come fratelli ancora più potente e attuale. Talmente attuale che davvero in alcuni momenti non sembra affatto di vedere un film, un'opera di finzione realizzata e montata mesi fa, ma quasi un reportage televisivo girato ieri per le tante piazze e strade delle metropoli statunitensi invase dai manifestanti al grido di "Black Lives Matter".

Una trama che comincia e finisce in Vietnam...

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Da 5 Bloods - Come fratelli: un'immagine sul set

Siamo a Ho Chi Minh City, quella che una volta era conosciuta come Saigon: Eddie, Malvin, Paul e Otis sono quattro veterani afroamericani, tornati a distanza di quasi 50 anni in quel paese che li ha visti combattere per tanto tempo una guerra che non sentivano propria e che ha portato all'uccisione di un loro "fratello", il caposquadra Norman, colui che li aveva ispirati non solo nelle battaglie della giungla ma anche quelle per i diritti black. Il motivo del loro ritorno non è dovuto alla semplice nostalgia, ma ad una doppia ricerca: quella del cadavere sepolto del loro ex leader e di un tesoro nascosto durante il conflitto. Durante questa avventura riaffioreranno ricordi, antiche ferite, segreti celati troppo a lungo ma anche quel sentimento di fratellanza che mai li ha abbandonati.

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... ma racconta l'America di ieri, oggi e domani

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Da 5 Bloods - Come fratelli: un momento del film

Quello di Spike Lee è un film complesso, tanto per i temi che affronta quanto per la sua struttura narrativa: Da 5 Bloods si muove infatti su due linee temporali - una legata al presente, l'altra ambientata nel 1970 - che ci mostrano innanzitutto quanto sia cambiato il Vietnam e come, nella maggior parte dei casi, per la popolazione locale il ricordo degli orrori e dei rancori passati sia, se non addirittura svanito, quantomeno messo in secondo piano. Se il Vietnam di oggi non è certamente quello di 50 anni fa, non si può dire altrettanto per gli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda la condizione dei neri: questa sembra essere la tesi di Spike Lee, e per portarla avanti il regista mescola abilmente una grande quantità di immagini di repertorio alla sua storia fittizia, formando un vero e proprio mosaico politico con una sua agenda ben precisa che punta dritto al cuore dell'America di oggi, della sua presidenza e del suo razzismo (nemmeno troppo) latente.

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Da 5 Bloods - Come fratelli: una sequenza del film

E se in altri tempi, sarebbero stati tanti, anche e soprattutto negli USA stessi, a criticare questa visione così estremizzata e militante di un intero paese, in questi giorni, con il caso George Floyd e tutte le sue conseguenze, non si può fare a meno che applaudire Spike Lee per la sua lungimiranza. E non si può fare a meno che notare di come ogni lavoro del regista, Da 5 Bloods - Come fratelli incluso, sia integrale alla causa che da sempre porta avanti e fondamentale per donare ad essa una sempre maggiore visibilità: un grande autore e regista sa vedere e cogliere certi aspetti della società in cui vive, ma Spike Lee è ben oltre tutte questo, perché da tempo non si limita più solo a raccontare, ma ad anticipare e quindi guidare un intero movimento.

Una guerra che non esplode...

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Da 5 Bloods - Come fratelli: un'immagine del film

Se questo Da 5 Bloods - Come fratelli è indiscutibile per quello che dice e per come lo dice da un punto di vista politico e tematico, abbiamo però qualche dubbio sugli aspetti più di "genere" che comunque sono parte integrante del progetto: non è e non vuole certamente essere un film di guerra, ma sono comunque presenti alcune scene che stuzzicano i nostri ricordi cinefili rimandandoci a veri e propri capolavori del cinema bellico... ovviamente però senza mai raggiungere, nemmeno lontanamente, certe vette. Anche la parentesi d'avventura, che a tratti quasi ricorda un altro grande classico come Il tesoro della Sierra Madre di John Huston, non sempre si dimostra all'altezza delle sue ambizioni.

... e un cast che non ringiovanisce

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Da 5 Bloods - Come fratelli: una scena del film

Molto interessante però una scelta di cast che trasforma questo film di Spike Lee in una sorta di "anti The Irishman": se Martin Scorsese con il suo ultimo film aveva speso centinaia di milioni solo in effetti speciali digitali volti al ringiovanimento dei suoi attori, in questo caso il regista di Atlanta va in controtendenza, come sempre se ne frega di tutto e tutti, e sceglie di mantenere i suoi (ottimi) attori anche nelle numerose sequenze flashback. Avete capito bene: gli attori principali, tutti quasi settantenni, interpretano lo stesso personaggio sia negli anni '70 che nel presente, spesso anche insieme ad attori molto più giovani quale il Chadwick Boseman di Black Panther, qui chiamato ad interpretare il leader della squadra morto tanti anni prima e, per questo motivo, mai invecchiato.

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Il risultato è tanto bizzarro quanto affascinante e ci permette di godere al meglio, e per tutta la durata del film, di quattro grandi attori ormai un po' fuori moda ma evidentemente in grado di funzionare al meglio in qualsiasi situazione, sia essa una scena d'azione, drammatica o anche comica. O, come nel migliore dei casi, un mix di tutto questo, come dimostrano alcune sequenze che probabilmente diventeranno subito di culto, come il ballo iniziale dei quattro amici, gli accompagnamenti musicali con le canzoni di Marvin Gaye o il delirante ma intenso monologo nel finale. Menzione speciale soprattutto per Delroy Lindo e Clarke Peters, carismatici come sempre ma qui aiutati anche da uno script che regala loro grande profondità e un conflitto personale niente affatto banale o scontato. Proprio come un film di Spike Lee.

Conclusioni

Come avrete capito da questa nostra recensione di Da 5 Bloods - Come fratelli, il film di Spike Lee ha più anime e non sempre tutto funziona come dovrebbe: chi si aspetta soprattutto un film di guerra o di avventura potrebbe almeno in parte rimanere deluso. Cosa che non accadrà invece a chi conosce e ama il cinema del regista americano e qui ritroverà i temi a lui più cari, così come quel pizzico di follia che da sempre è presente nelle sue opere più personali e più riuscite. Da 5 Bloods è Spike Lee allo stato puro, prendere o lasciare.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • Il regista ancora una volta si dimostra profetico e ci regala un film che sembra parlare dell'America del 2020 piuttosto che del Vietnam.
  • Il film è ambizioso, coraggioso, a tratti quasi folle: Spike Lee non si trattiene e firma un film molto personale e sentito.
  • I quattro anziani protagonisti sono strepitosi: in particolare Delroy Lindo e Clarke Peters che, alle prese con due personaggi antitetici, conquistano dalla prima all'ultima scena.
  • L'insistito utilizzo di Marvin Gaye per la colonna sonora è esemplare.

Cosa non va

  • Non tutti i molteplici elementi e generi del film sono ben amalgamati e funzionano allo stesso modo.
  • Da 5 Bloods non ha la pretesa di essere un vero film sulla guerra in Vietnam: chi si aspetta un Platoon in versione "black" rimarrà molto deluso.