Un colpo di fortuna, la recensione: la fortuna è solo il colpo di un cinico destino

La recensione di Un colpo di fortuna (Coup de chance): fortuna, cinismo irresistibile e gelosia criminale al centro del nuovo film di Woody Allen presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.

Un colpo di fortuna, la recensione: la fortuna è solo il colpo di un cinico destino

L'alba torna ad abbracciare le vie di Parigi; la mezzanotte è ormai passata, e così i fantasmi di un passato perduto come quelli di Midnight in Paris, si perdono tra i raggi di un sole che tutto prende e abbaglia. Ad attraversare veloci le strade cittadine sono adesso studenti, lavoratori, ma soprattutto uomini da una mascolinità tossica nascosta dietro strati di apparente perfezione, e donne colpite da un sogno romantico di una gioventù perduta.

Come sottolineeremo in questa recensione di Un colpo di fortuna, Parigi torna a sussurrare a Woody Allen nuove storie da indagare, nuovi crimini da scovare. Inebriato dai passaggi di una città che cammina veloce, il regista si lascia cullare da quella parlata così penetrante e sensuale; ne comprende il ritmo, ne assapora i contrasti, per poi lasciarsi trascinare fino alle rive di un guizzo narrativo che pareva perdutosi nello scorrere del tempo. Non solo teatro delle azioni, grazie a Parigi Allen prende in prestito la lingua francese per dar vita a un thriller sotto forma di commedia dove tutto il mondo è teatro, e l'eleganza della borghesia si macchia di vizi indicibili, sospetti esilaranti, esistenze grottesche. Un colpo di fortuna che si frammenta in tanti colpi di genio per una narrazione tanto semplice, quanto d'impatto.

Coup de chance: la trama

Niels Schneider E Lou De Laage In Coup De Chance Di Woody Allen
Coup de chance: Lou De Laage e Niels Schneider in una scena

Fanny e Jean sembrano la coppia di sposi ideale: sono entrambi realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi, e sembrano innamorati come la prima volta che si sono incontrati. Ma quando Fanny s'imbatte accidentalmente in Alain, un ex compagno di liceo, perde la testa. Presto si rivedono e diventano sempre più intimi. Un legame che accecherà di gelosia Jean, tanto da portarlo a macchinare il crimine perfetto. O quasi.

Coup de chance, Woody Allen: "La morte non si sconfigge, ma il segreto è non pensarci"

Il colpo di Woody Allen

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Coup de chance: Woody Allen approda al Lido di Venezia 2023

Strade affollate e parole che le riempiono senza attimi di ripresa; uomini e donne colti nei loro profondi turbamenti e frustrate fragilità; ambienti cittadini che respirano, vivono, partecipando come un personaggio onnipresente allo svolgersi delle azioni; e poi quella musica jazz che tutto accompagna e commenta, donando un ritmo a fiumi di pensieri pronti a riversarsi sull'ipocrita società borghese. Cambieranno i luoghi, gli accenti, i tempi, ma quello messo in gioco dalla macchina di Coup de Chance è il perfetto recupero di ogni parte stilistica dell'opera di Woody Allen. Come il tradimento coniugale di amici comuni, definito "crudele, ma grottesco", così la pellicola coglie appieno l'essenza di tale affermazione per applicarla perfettamente a ogni singola inquadratura. Crudele e grottesco: ecco cos'è Un colpo di fortuna. Figlio di quella ironia chiamata a edulcorare i crimini portati in scena come già compiuto in Scoop, e quella povertà umana di uomini tossici e manipolatori immortalati in Match Point, l'ultima fatica di Allen amalgama anime dicotomiche per generare un ibrido perfetto tra il riso e la minaccia, il senso di colpa e l'ossessione distruttrice.

Il teatro dell'imprevedibile (s)fortuna

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Coup de chance: Lou De Laage in una scena

È un teatro della commedia attraversato da rigurgiti infernali, Un colpo di fortuna; i suoi sono parassiti che si insidiano in uomini deboli, elementari e viziati, che pur di non soffrire arrivano a sradicare la causa del proprio malessere eliminandola come erba alta. Sono uomini come Jean (Melvil Poupaud), tradito nel cuore e nell'orgoglio e per questo auto-insignitosi del diritto di eliminare quella fonte di gioia improvvisa per una donna che credeva di amare, ma che forse considerava solo come parte del proprio patrimonio. Geloso, egoista, l'uomo non può accettare di condividere il proprio bene con altri e allora tanto vale distruggerlo. Una questione di attimi, di decisioni istintive, che danno il là a una girandola di eventi immortalati da Allen con apparente semplicità e irresistibile cinismo. Già, perché se guardato da lontano Coup de Chance si mostra nelle vesti di un puzzle esteticamente minimalista e senza pretese, ma se osservato da vicino, ecco che il film rivela ogni singola componente strutturale maniacalmente concepita, e puntigliosamente realizzata. E così l'ombra del dubbio si fa materiale consistente pronto ad avvolgere il volto del protagonista, ammantandolo di mostruosa minaccia; la fotografia di Vittorio Storaro è un pennello mutevole e cangiante, pronto a cambiare la propria essenza cromatica per vestirsi adesso di tonalità calde e luminose, adesso di colori freddi e bui; le stesse inquadrature si adattano all'umore dominante sulla scena, restringendosi, o allargandosi, a seconda del sentimento di tensione, o apparente armonia, che lega a stretto contatto i personaggi in campo.

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Detective improbabili per omicidi improvvisati

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Coup de chance: Woody Allen approda al Lido di Venezia 2023

Quello di Allen è uno stile tanto riconoscibile quanto perfettamente adattabile al luogo che lo accoglie. Tra i boulevard parigini il regista riscopre un'essenzialità di racconto e di parola che pareva essersi perduta tra le gocce di pioggia del cielo di New York. E così, le battute, le azioni e i comportamenti forgiati in suolo francese sono copie caricaturali di una popolazione che al snobismo newyorchese alimentato da idiosincrasie e nevrosi, lascia spazio a un'eleganza apparente di una borghesia che dietro la maschera delle buone maniere e dei sorrisi forzati, cela ipocrisie, crimini e tradimenti. Non più pazienti di un salotto psichiatrico, i personaggi di Coup de Chance vivono di quelle fantasie da romanzi gialli che li spingono a tramutarsi in detective improvvisati e alquanto improbabili; le stesse fantasie che animavano i loro predecessori filmici, come Larry e Carol Lipton in Misterioso Omicidio a Manhattan.

Misterioso omicidio a Manhattan: Diane Keaton e Woody Allen in un momento del film
Misterioso omicidio a Manhattan: Diane Keaton e Woody Allen in un momento del film

Poco importa se il cattivo della storia viene immediatamente svelato, e l'omicidio non solo rivelato, ma anche sottolineato da un ironico gioco di raccordo con il Davide con la testa di Golia di Caravaggio. A trascinare gli spettatori in un gioco di continui scontri e ribaltamenti, è soprattutto il contrasto dicotomico tra la crudeltà delle azioni, e la sarcastica leggerezza con cui vengono mostrate. Uno scontro tra crimini e sorrisi, musica jazz e intenti omicidi, luci abbaglianti e grandangoli colmi di timore: Coup de Chance è il campo di battaglia di esistenze grottesche tra la crudeltà dell'istinto (dis)umano, dipinte da Allen con il pennello dell'ironia e tratteggiate da contorni caricaturali che attraggono lo spettatore, imprigionandolo nella propria rete psicotica e irresistibilmente cinica.

Immersi in uno spartito di jazz in cui la vita pare scorrere imprevedibile e senza note da seguire, Jean, Fanny, Alain e gli altri si ritrovano a essere pedine di un lungo prologo volto a mostrare, presentare, e spiegare motivazioni e psicologie complesse, relazioni instabili e tradimenti inaccettabili. Ma in un mondo come quello di Allen in cui tutto si ribalta all'improvviso, anche le vite dei protagonisti cambiano di ritmo, fino al raggiungimento di un epilogo inaspettato, e un colpo di scena finale volto a dimostrare che per quanto la fortuna possa essere creata, provocata, o auspicata, a vincere è sempre il caso, soprattutto quello sadico.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Coup de chance sottolineando come Woody Allen sia riuscito a recuperare l'ingegno di una volta, costruendo una perfetta macchina tra la denuncia dei vizi umani, e l'ironia di un racconto cinico e irresistibile. Adattandosi all'ambiente parigino, Allen ritrova la sua freschezza di narrazione, mescolando racconto giallo e commedia cinica. Un bel colpo di fortuna questo ritorno.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • L'essenzialità di racconto unita a un comparto visivo attento e d'impatto.
  • Il contrasto tra i fatti narrati, e il modo in cui ci vengono mostrati.
  • La fotografia di Storaro.
  • La capacità di adattarsi alle idiosincrasie e ipocrisie di stampo francese senza snaturare lo stile di Allen.
  • La forza del colpo di scena finale.

Cosa non va

  • Un prologo un po' troppo dilatato.
  • La poca attenzione rivolta al personaggio di Alain.