Campiotti e il suo Mai più come prima

Dall'autore di 'Come due coccodrilli', una storia di rivelazioni e di dolori adolescenziali con un cast di giovanissimi.

L'autore di Come due coccodrilli, film del 1994 che dopo qualche difficoltà a trovare una distribuzione divenne un piccolo cult, torna con un altro film dalla gestazione sofferta: Mai più come prima è la storia di un gruppo di ragazzi che si ritrovano insieme in vacanza in montagna, per condividere un'esperienza cruciale e dolorosa. Il soggetto, ispirato ad un ricordo adolescenziale dello sceneggiatore e regista Giacomo Campiotti, fu concepito anni fa, ma non catturò l'interesse delle case di produzione. Per realizzare il film, Campiotti, forte dell'esperienza guadagnata sul set di un'importante fiction internazionale, Il dottor Zivago (con CAST>Sam Neill[/PEOPLE] e Keira Knightley), si è inventato produttore, e oggi grazie all'interessamento della Medusa, questo film tanto sentito arriva nelle sale italiane.

Così il regista racconta l'ispirazione di MAi più come prima: "Il film è ispirato alle forti emozioni che ho provato nella mia adolescenza quando ho vissuto delle esperienze simili. La storia del film ha poco a vedere con la storia vera. Ma ho cercato di non tradire le emozioni di allora, che avevano a che fare con l'adolescenza, la scoperta della morte proprio nel mezzo di un momento stupendo di scoperta della vita, nell'età in cui ci si sente onnipotenti e si pensa di avere davanti solo il futuro senzalimiti... l'esperienza di qualcosa di tragico apre una visione completamente nuova, che all'impatto sembra assurda, ma che è il problema centrale della nostra esistenza."

Questa vitale epifania ha come scenario le spettacolari Dolomiti, che finiscono per giocare un ruolo importante nella storia. Dice ancora Capiotti: "La montagna è potente, spero che dal film venga fuori l'amore per la natura che secondo me è sacra, un dono per tutti che abbiamo davanti tutti i giorni. Ma, ciechi e schiavi come siamo dei ritmi di oggi, dimentichiamo che veniamo proprio e solo da lì, è nel nostro DNA far parte della natura, anche se oggi un albero in fiore o un tramonto vengono considerati come qualcosa di melenso. c'è una cultura imperante del brutto... La natura è un elemento forte nella storia, anche se non è un film sulla natura, ma un film sui rapporti tra i ragazzi, parla della libertà di scegliere il proprio destino e di come trovare la fiducia in se stessi, un problema essenziale per i giovani. Il film vorrebbe far riflettere sull'energia che ognuno di noi ha, un enorme potenziale che spesso ignoriamo di avere."

Un'energia di cui i giovani sono depositari; giovani accusati quotidianamente dai media di superficialità, di indifferenza e di qualunquismo. "Il film è per i giovani. Credo che quando riusciamo a buttare giù il loro muro di indifferenza - che in realtà è solo una difesa - si può entrare in rapporto con gli adolescenti. Allora si trova una grande sensibilità ed un enorme bisogno di risposte che la famiglia, la scuola, la società e le istituzioni non riescono a dare. Quello che il film vorrebbe dire ai ragazzi è che bisogna cercare la forza dentro se stessi, che questa forza c'è per poter seguire i propri desideri ed ideali più belli... Ho fatto centinaia di provini ed ho scoperto una grande fragilità nei ragazzi, ma anche un desiderio vitale di trovare la propria unicità, contro i modelli imposti dalla televisione e dal mercato Questa storia è nata da alcune domande che mi sono fatto - partendo dalle cose che mi stimolano ed emozionano - per riflettere sulla libertà e sulla necessità per ognuno di noi di prendere in mano la propria vita. Ma spero che comunque tutto questo sia nascosto dentro alla storia... e spero che qualche emozione possa arrivare a loro."