Black Widow: cosa vorremmo vedere in un sequel (anche senza Scarlett Johansson)

Ecco cosa vorremmo vedere in un sequel di Black Widow, il film targato Marvel Studios dedicato alla Vedova Nera con protagoniste Scarlett Johansson e Florence Pugh.

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Black Widow: Scarlett Johansson in una scena

Black Widow, il ventiquattresimo film dei Marvel Studios e primo lungometraggio della tanto agognata Fase Quattro è finalmente disponibile anche su Infinity. Diretto da Cate Shortland, questo stand-alone, un prequel ambientato dopo gli eventi di Captain America: Civil War, con protagoniste Scarlett Johansson e Florence Pugh ha portato avanti un'evoluzione nel personaggio di Vedova Nera, Avenger che fino a questo momento era apparsa in secondo piano. L'ennesimo centro per i Marvel Studios, che stanno lentamente unendo all'intrattenimento di cui sono maestri un alto grado di riflessioni sulla contemporaneità, donando all'opera un maggior significato. Visto il successo del film, ben accolto da pubblico e critica, ci saranno i piani per un secondo capitolo dedicato alla Vedova Nera? Il finale del film sembra lasciare aperte molte porte per il futuro del personaggio, anche senza l'interprete originale. Ecco cosa vorremmo vedere in un sequel di Black Widow.

Il passaggio di testimone

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Black Widow: Scalett Johansson e Florence Pugh in una scena

L'intera Fase Quattro del progetto Marvel Cinematic Universe sembra puntare sul concetto di passaggio di testimone, di nuove generazioni che sono invitate a prendere l'eredità dei grandi eroi, inseguendone le loro orme e inserendosi come parte di un cambiamento. Non fa eccezione il personaggio di Vedova Nera, fino a questo momento interpretato da Scarlett Johansson e con il vero nome di Natasha Romanoff. Già nel corso di questo film siamo venuti a conoscenza di un'altra Vedova Nera protagonista, Yelena Belova, che, grazie alla scena posta alla fine dei titoli di coda, siamo sicuri ritroveremo nella miniserie dedicata a Occhio di Falco. Si potrebbe pensare a sequel cinematografico proprio con Florence Pugh come protagonista? Si sa, con la Marvel tutto è possibile e ogni fine non è mai una vera fine. Chiaramente questo stand-alone ha posto interessanti indizi proprio attraverso il conflitto tra le due Vedove Nere, appartenenti a due generazioni diverse e, tuttavia, legate dalla stessa famiglia. Differenze e analogie che risultano prevedibilmente un passaggio di consegne.

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Tra passato e futuro

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Black Widow: Florence Pugh in una scena

Non vogliamo negarlo: se dobbiamo immaginare un sequel di Black Widow ci piacerebbe una struttura particolare in cui passato e futuro parlino tra loro, un po' (per scegliere un esempio imparagonabile, ma comprensibile) come accaduto ne Il padrino: Parte II. Il futuro di Yelena, ingaggiata dalla Contessa Valentina Allegra de la Fontaine, raccontato alternando il passato di Natasha, ancora giovane, ingaggiata dallo S.H.I.E.L.D., ancora una volta per simboleggiare le divergenze tra generazioni e tra Vedove Nere. Oppure, approfittando delle ottime impressioni lasciate da Ever Anderson, figlia di Milla Jovovich, che nel film interpreta una giovanissima Natasha nel prologo del film, non ci dispiacerebbe approfondire l'infanzia perduta e il legame tra le due "sorelle" nel periodo in cui erano addestrate nella Stanza Rossa del Generale Dreykov. Essendo stato un personaggio parecchio sacrificato nel corso delle precedenti fasi del MCU, sentiamo ci sia bisogno di non ripetere lo stesso errore con la "nuova" Vedova Nera. Per questo è necessario rappresentarne un passato nel migliore dei modi, capace di dialogare col presente.

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Noi siamo Vedova Nera

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Black Widow: una scena dal nuovo trailer

Vedova Nera, però, non è solo la storia di un personaggio femminile, ma il grido d'emancipazione di una femminilità più collettiva. Mai come in questo caso, il nome da supereroina risulta adatto (e comune) a un insieme di individualità diverse. Il finale di Black Widow pone le basi su una lotta comune: liberare tutte le altre Vedove rese prigioniere (anche mentalmente) dal controllo del patriarcato. Ci piacerebbe, di conseguenza, un approccio più globale, proprio in virtù di quella collettività che il nome possiede. Un'avventura attraverso varie parti del mondo, quindi, proseguendo il discorso che riguarda meno l'apparato spettacolare del film. Scelta di casting interessante quella di Olga Kurylenko nei panni di Taskmaster, ovvero Antonia, figlia di Dreykov, che alla fine del film viene liberata dal controllo mentale del padre. Potrebbe essere una figura chiave per un eventuale sequel, proprio perché uno dei personaggi che meglio simboleggiano una rinascita e la scoperta di una libertà mai avuta. I suoi occhi potrebbero farsi portatori di uno sguardo coinvolgente per gli spettatori. Ogni figlia liberata ha bisogno di una madre: Milena Vostokoff (Rachel Weisz) è un personaggio che, in assenza di Natasha, potrebbe diventare grembo materno per le nuove Vedove Nere. Anche in questo caso, sentiamo che la sua storia sia ancora da raccontare.

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Questione di titolo

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Black Widow: una scena dal nuovo trailer

Proprio concentrandosi sul gruppo, anziché soffermarsi su un singolo personaggio, potrebbe differenziare il sequel dal resto della produzione Marvel. Per questo, parlando di un probabile titolo, aggiungere un semplice numero 2 risulterebbe troppo pigro e poco affascinante. Meglio l'idea che un sequel di Black Widow, con un cambio di protagoniste, possa approfittare della creazione di un gruppo, di una comunione d'intenti per farsi ancora più politico rispetto all'opera originale. Ci piacerebbe che persino il titolo rispecchiasse il contenuto più profondo e interessante del film di Cate Shortland. Se l'attenzione di questa nuova Fase Quattro si pone sul passaggio di testimone e sull'eredità, e se narrativamente i singoli eroi possono formare trilogie con film coesi tra di loro anche senza inserirsi nel mosaico più grande del MCU, allora la scelta di un titolo come Black Widows ci appare la più giusta. D'altronde, è la stessa lunga storia dei Marvel Studios che si promette di coinvolgere sempre più individualità e riscoprirne un piacere di massa.