A Million Miles Away, la recensione: su Prime Video una storia vera tra cielo e terra

La recensione di A Million Miles Away, film ispirato alla storia vera di José M. Hernandez, figlio di braccianti agricoli diventato il primo astronauta di origini messicane ad andare nello spazio.

A Million Miles Away, la recensione: su Prime Video una storia vera tra cielo e terra

José M. Hernandez è figlio di braccianti messicani che hanno cercato fortuna negli Stati Uniti. Ancora bambino, José è la sua famiglia conducono una vita errante, che li vede spostarsi di volta in volta in determinati periodi dell'anno, per lavorare in diverse piantagioni del Paese che li ha accolti. Spesso sottopagati e in condizioni non facili, al punto che il padre di José gli consiglia di non farsi troppe ambizioni e cerca di castrare sul nascere le sue aspirazioni. José, che viene ad ogni modo spronato da una delle sue insegnanti, ha il sogno di diventare un'astronauta, dopo aver assistito in diretta televisiva al decollo dell'Apollo 11: un evento che lo ha segnato profondamente e che con il passare degli anni fa crescere in lui una passione costante per le stelle.

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A Million Miles Away: una scena

Come vi raccontiamo nella recensione di A Million Miles Away, nel frattempo il protagonista fa la conoscenza di colei che sarà la sua futura moglie, Adela, e viene assunto come ingegnere per una società statale. Ciò nonostante è determinato a ogni costo ad andare nello spazio e manda diverse lettere alla NASA sperando di essere ammesso, ma ogni volta gli viene risposto con un cortese rifiuto; ad ogni modo José non demorde e la sua tenacia sarà infine ricompensata.

Contro tutto e tutti

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A Million Miles Away: Michael Peña in una foto

Ispirato a una storia vera, già raccontata dallo stesso protagonista in un libro autobiografico, A Million Miles Away ci accompagna nell'incredibile epopea vissuta da José M. Hernandez, in quel lungo arco di tempo che da bambino in poi lo ha visto cullare quest'ambizione senza freni, portandolo infine a diventare il primo astronauta di origini messicane a superare i confini terrestri. Un film che cerca spunti di sorta anche nell'apparentemente ordinario, proprio a sublimare la differenza tra il contesto prettamente umano e terreno - attiguo alla normalità del quotidiano - e quello più fantastico e spaziale, con le fasi di addestramento e di relativo viaggio nello spazio a caratterizzare l'ultimo terzo di visione, glorificazione di un percorso durato anni. Anni filmici durante i quali lo spettatore avrà modo di affezionarsi a questo personaggio intrepido e cocciuto, anche per via dell'ottima interpretazione di Michael Peña, capace di far breccia nel cuore del pubblico.

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Con gli occhi all'insù

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A Million Miles Away: una scena del film

Tra cielo e terra, un discorso che si amplifica progressivamente mettendo a confronto le origini, con i lavoro nei campi che sembra essere la sola possibilità di sopravvivenza per José e le persone che ama, con l'apoteosi di un percorso che si imprime quale una sorta di rivincita verso quella società che sembrava aver già scritto per lui un destino ben più modesto. Comprensibile in tal senso una dose di sana retorica a tema, anche a sottolineare come la questione razziale sia ancora ben presente in molti ambiti della società a stelle e strisce. La sceneggiatura riesce a curare al meglio le psicologie dei vari protagonisti, con la relazione tra José e Adele a caratterizzare l'anima sentimentale e più emotiva delle due ore di visione: complice anche l'alchimia tra Pena e una altrettanto convincente Rosa Salazar - sì, proprio la protagonista di Alita - Angelo della battaglia (2019) - le dinamiche della coppia risultano verosimili e portano chi guarda a immedesimarsi con le relative controparti.

Così lontano così vicino

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A Million Miles Away: Michael Peña in una sequenza del film

La regista Alejandra Márquez Abella riesce a tratteggiare con la corretta sensibilità i vari elementi in campo, gestendo anche con una certa disinvoltura i passaggi temporali. A Million Miles Away risulta così scorrevole, privo di effettivi tempi morti e con una buona gestione delle atmosfere, districandosi con furbizia anche su tematiche complesse: lo spettro della Guerra Fredda aleggia nella prima metà di visione, ma resta sempre in sottofondo senza mai prendere il sopravvento sulla storia e i personaggi. Il fatto che nessuno sembri prendere sul serio José e il suo sogno non fa che spingerlo a dare il massimo per ottenere rispetto e soddisfazione, frutto di uno spirito tenace che lo ha portato fin lassù, dove "nessun messicano era mai giunto prima".

Conclusioni

La storia vera di José Hernandez è la rappresentazione dell'American Dream nel suo significato più originario e idealista, con questo bracciante messicano arrivato negli States da bambino che non ha mai abbandonato il suo sogno di diventare astronauta, insistendo allo sfinimento pur di avere un'opportunità di andare nello spazio. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di A Million Miles Away, ci troviamo davanti ad un bio-pic gradevolmente retorico nella sua quintessenza, che per due ore ci trascina nella vita del protagonista, pronto a tutto pur di realizzare le proprie ambizioni. Una storia di tenacia e amore, quello della sua famiglia - in particolare della moglie Adela - che gli è sempre rimasta vicino anche nei momenti più bui, qui messo in scena con un calore avvolgente grazie anche alle ottime interpretazioni del cast.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Ottimi Michael Peña e Rosa Salazar nei ruoli principali.
  • Retorica gradevole e mai eccessiva.
  • Buona gestione di ritmo e atmosfere.

Cosa non va

  • L'esaltazione dell'american dream porta sempre con sé luci e ombre.