99 Homes: Michael Shannon e Andrew Garfield a Venezia 71

L'appassionato Ramin Bahrani ringrazia i due straordinari interpreti del suo film dedicato a Roger Ebert incitando i giornalisti a sostenere il potere dell'arte.

Il fil rouge di questa 71 Mostra veneziana sarà la crisi? Tra governi corrotti, associazioni criminali che imperversano, ladri di cadaveri e popoli vessati in ogni modo possibile le pellicole presenti nelle varie sezioni portano sulla pelle i segni dell'incuria dei tempi. Tra le più crude vi è senza dubbio 99 Homes, che segna il ritorno nella competizione ufficiale di Ramin Bahrani, coraggioso autore indipendente che affronta di petto una delle piaghe che hanno segnato l'America post default di Wall Street: gli espropri delle abitazioni dovuti ai mutui non esistinti. Bahrani non cerca scorciatorie realizzando una pellicola lucida e cruda che non stonerebbe nel palmares e che gode delle magnifiche interpetazioni dei suoi protagonisti: Michael Shannon e Andrew Garfield, che del film è anche produttore esecutivo.

99 Homes ha richiesto una lunga preparazione e un'attenta e dettagliata stesura della sceneggiatura cofirmata da Bahrani insieme al suo mentore Amir Naderi. Parlando della genesi del lavoro, il regista spiega che "non solo negli Stati Uniti, ma anche nel resto ormai ormai la corruzione è sistematica. Per scrivere 99 Homes sono stato molto tempo in Florida, ho parlato a lungo con i reduci degli sfratti che vivono nei motel e ho passato del tempo con gli avvocati che si occupano di quesi casi. Dopo un mese che ero lì ero quasi confuso da questa corruzione presente a tutti i livelli. E poi ho avuto la fortuna di lavorare con due attori straordinari che hanno fatto delle richerche per conto loro per prepararsi al meglio. Credo che Michael e Andrew siano i migliori interpreti con cui abbia mai lavorato".

Due interpreti d'eccezione

Venezia 71: un primo piano di Michael Shannon, coprotagonista di 99 Homes
Venezia 71: un primo piano di Michael Shannon, coprotagonista di 99 Homes

Michael Shannon, nel film, interpreta un cattivo colluso col sistema, un imprenditore del ramo immobiliare che lavora per le banche sfruttando la situazione per arricchirsi a spese degli sfrattati, ma anche dello stesso governo. Shannon si distanzia dal ruolo spiegando: "Per prepararmi al ruolo ho passato del tempo con una persona, di cui non farò il nome, che fa un lavoro molto simile a quello del mio personaggio e ho passato molto tempo nelle case espropriate. In realtà non sapevo niente del mercato immobiliare e anche adesso, dopo il film, non ne capisco molto di più, ma sono sempre stato sospettoso nei confronti di questo mondo. Non posseggo immobili, anzi, mi tengo alla larga da questo tipo di investimenti. Devo dire che questo film ha confermato le mie idee".

Aggiugne Ramin Bahrani: "Il personaggio di Michael, Rick Carver, fa parte di un sistema, non è cattivo per natura, ma deve sopravvivere. Appartiene alla classe operaia e ha un desiderio di rivalsa che lo porta a lottare per sopravvivere. Dal '70 in poi c'è stata una deregulation che ha dato benefici solo a chi era particolarmente ricco. La crisi globale si è generata proprio dalla crisi dall'edilizia in Florida, ma nessuno è andato in prigione. Il sistema è fatto per chi vince e il personaggio di Michael vuole essere un vincente". Per quanto riguarda Dennis Nash, l'operaio interpretato da Andrew Garfield, l'attore afferma di essersi concentrato "sul punto di vista delle vittime. Sono stato a lungo in Florida, ho vissuto in un motel e ho incontrato molte famiglie rimaste senza casa. Mi ha colpito la vulnerabilità di queste persone persone, è impossibile fare un film come questo senza onorare coloro che vivono questa realtà ogni giorno". Riflettendo sulle possibili somiglianze col suo personaggio, Garfield spiega che il punto di contatto con la parabola di Nash è stato "il fatto che mio padre è un uomo d'affari. Io sono molto distante dal suo mondo, non sono stato in grado di assorbire la sua eredità. Questo mi ha aiutato a rendere bene l'idea degli sforzi di Nash per entrare in un sistema fatto per derubarti. Tutti noi siamo stati toccati da situazioni come questa. Tutti abbiamo visto un genitore spaventato all'idea di non poter mettere il cibo in tavola per i figli. Pur non sapendo niente del mercato immobiliare, questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto".

L'arte può cambiare il mondo?

Venezia 71: un primo piano di Andrew Garfield, protagonista di 99 Homes
Venezia 71: un primo piano di Andrew Garfield, protagonista di 99 Homes

La Florida di 99 Homes è lontata da quel luogo ideale scelto dai pensionati americani benestanti come buen retiro per il clima gradevole. "Per me le location sono un ingrediente essenziale" spiega Ramin Bahrani. "Ho scelto di girare a Orlando perché la realtà della crisi immobiliare è stata più forte in Arizona, Nevada e Florida. Tra queste regioni la Florida era la più idilliaca e l'ho scelta proprio per questo. Il mio film gioca con le tentazioni del diavolo, incarnato in un certo qual modo da Michael Shannon, e ha un ritmo da gangster movie. Non posso negare l'infuenza di opere come Faust, The Wolf of Wall Street, ma anche di Training Day. Non so se tra vent'anni leggeremo la crisi con questo film. Questo sta al pubblico deciderlo. Io volevo raccontare un film di personaggi e sentimenti. Mi sono concentrato sul lato emotivo della storia. Il giorno del mio compleanno l'ho trascorso con Andrew Garfield a lavorare sul personaggio per renderlo più emotivo".

Andrew Garfield e Michael Shannon in 99 Homes
Andrew Garfield e Michael Shannon in 99 Homes

Dopo aver ringraziato Amir Naderi, Bahrani spiega la dedica al critico Roger Ebert, posta a chiosa di 99 Homes. "Il film è per Roger Ebert. Gran parte della mia carriera deriva da Roger. Siamo diventati amici, abbiamo condiviso tanto sui libri e sulla vita. Roger non ha potuto vedere il film, ma gli ho raccontato la storia e mi ha dato l'ok. Avrei voluto che lo vedesse e spero che dedicandoglielo gli arrivi. La stampa qui presente qui dovrebbe proseguire la sua lotta per un cinema di emozioni e di argomenti concreti. Vorrei che il cinema fosse più di un selfie. Sta a voi mettere fine a questo processo. Il fatto che un film non possa cambiare la realtà può mutare e noi siamo qui a Venezia proprio per questo. L'arte è più forte del potere!".