Recensione Trashed - Verso rifiuti zero (2012)

Trashed ci mostra come il problema dello smaltimento dei rifiuti sia tutt'altro che limitato ai luoghi interessati, come quello che facciamo nel metaforico giardino di casa nostra influenzi la vita stessa sulla Terra.

Agire con saggezza

Dall'alto il mondo sembra pulito, ordinato, come dovrebbe essere. Le ferite inferte dall'uomo invisibili. Ma purtroppo non è così ed ormai tutti lo sappiamo bene. Un problema in particolare sta acquisendo sempre maggior importanza ed è quello dello smaltimento dei rifiuti, che è cresciuto in modo esponenziale nell'ultimo secolo. Il motivo è molto semplice: la quasi totalità dei nostri manufatti è sempre stato biodegradabile in tempi più o meno lunghi e bastava seppellire i nostri scarti da qualche parte affinchè la terra pensasse al resto. Cibi, carta, legno, persino il ferro ed altri metalli, si decomponevano senza lasciare residui dannosi per il pianeta. Non è più così da quando abbiamo iniziato ad usare materia plastica per realizzare prodotti duraturi, anche troppo duraturi, che rappresentano un valore aggiunto per il consumatore, ma un dramma per il nostro pianeta.


Dall'alto, per esempio, non si notano le montagne di spazzatura sulle coste del Libano che ci vengono mostrate in Trashed, documentario prodotto e condotto da Jeremy Irons presentato fuori concorso a Cannes 2012. Nè le migliaia di discariche più o meno opprimenti che sorgono ovunque, indifferentemente in tutti i paesi del mondo, spesso al limite della loro capienza. Eppure sono i segnali più evidenti di qualcosa che non va nel nostro ciclo produttivo, un vicolo cieco alla fine del percorso di una società basata sul consumismo come la nostra.
Proprio a Cannes un altro documentario, Polluting Paradise di Fatih Akin (leggi la recensione), aveva analizzato il problema concentrandosi su un caso locale, sollevando anche i problemi pratici per la popolazione del luogo, ma Trashed va oltre e ci mostra come il problema sia tutt'altro che limitato ai luoghi interessati, come quello che facciamo nel metaforico giardino di casa nostra influenzi la vita stessa sulla Terra: il Polo, per esempio, che appare così candido e pulito è tra i luoghi più inquinati al mondo, perchè lì si va a concentrare una massiccia dose di sostanze inquinanti. E gli oceani non sono da meno, pieni di microresidui plastici che vanno ad alterare l'intero ciclo vitale della flora e della fauna marina. Microparticelle presenti in proporzione di 6 a 1 rispetto al plancton che rappresenta il nutrimento basilare di tanti pesci, che a nostra volta noi mangiamo. Residui che si sommano ed accumulano, diventando sempre maggiori nei predatori più grossi, tanto da rendere le balene tra le specie più contaminate.

Trashed mostra tutto ciò ed anche di più, immagini catturate in giro per il mondo che fanno riflettere, che lo stesso Irons illustra spostandosi da una parte all'altra del pianeta, dal Libano all'Ingilterra, dall'Asia all'America, intervistando chi si interessa al problema da diversi punti di vista. La regista Candida Brady è puntuale nella ricostruzione, precisa nelle informazioni fornite, sottolineando più volte alcuni aspetti di base, con l'intrigante accompagnamento della musica composta da Vangelis.
Ma non si limita a questo e l'ultima parte del documentario guarda al futuro: dando per scontato quello che accadrà se continuiamo su questa strada, si concentra su quali siano le soluzioni per invertire la rotta, per evitare di produrre rifiuti piuttosto che insistere inutilmente sullo smaltimento. Sistemi di compostaggio, negozi che vendono prodotti sfusi per evitare ciò che rappresenta la maggior fonte di rifiuti non riciclabili, gli imballi delle merci, e tutto ciò che può permetterci di ridurre drasticamente i rifiuti che giorno dopo giorno produciamo. Perchè, suggerisce il documentario citando Einstein, "l'uomo intelligente risolve i problemi. L'uomo saggio li evita".

Movieplayer.it

3.0/5