Recensione Il ragazzo con la bicicletta (2011)

Vivido, essenziale e lineare nella scrittura, il film è caratterizzato da una regia poco ostentata ma precisa ed efficace. Se poi Cécile De France è una sicurezza, è soprendente il lavoro dei Dardenne con il giovanissimo Thomas Doret, un'autentica forza della natura che i registi belgi arginano, plasmano, illuminano per raccontare una storia di semplice e toccante umanità.

Cyril e Samantha

Lasciato in un istituto "per un mese al massimo" da un genitore inetto e codardo, il dodicenne Cyril cerca disperatamente e instancabilmente di ritrovare le tracce dell'uomo che è l'unica famiglia che abbia al mondo. Una donna incontrata per caso, Samantha, ritrova la sua bicicletta, venduta dal padre bisognoso di spiccioli, e accetta di prenderlo con sé nei fine settimana. Per il ragazzo è solo il primo passo nell'accettazione dell'abbandono paterno, un processo in cui troverà l'assistenza generosa e solidale di Samantha.

Fedeli al loro stile, i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne non si dilungano nei proemi e nelle spiegazioni, e ci introducono immediatamente nel mondo di Cyril, ragazzo pieno di rabbia e di energia, che sfugge come un fulmine alle mani degli assistenti sociali che lo hanno in affidamento, e schizza per le strade della città con la sua fedelissima bici, sfogando così una rabbia esplosiva a mala pena tenuta in scacco. Ma non c'è davvero bisogno di dettagli esplicativi, non quando lo sguardo di un bambino è così eloquente, né quando i dialoghi sono così ben scritti e immediati da suggerire il background e i meccanismi di difesa, non quando le reazioni sono così naturali da farci dimenticare la finzione in cui siamo immersi. Allo stesso modo, non abbiamo bisogno di sapere perché Samantha decida di fare entrare nella sua vita questa piccola furia in deficit affettivo, perché abbracci con tanta prontezza le difficoltà e la sofferenza che l'impresa di aiutarlo e di amarlo le impone. Ci basta sapere che è stato perché lui glielo ha chiesto: c'è forse una ragione migliore?
Vivido, essenziale e lineare nella scrittura, Il ragazzo con la bicicletta è caratterizzato come sempre nell'opera dei Dardenne da una regia poco ostentata ma precisa ed efficace. Se poi Cécile De France è una sicurezza, è soprendente il lavoro dei fratelli belgi con il giovanissimo Thomas Doret, un'autentica forza della natura che i Dardenne arginano, plasmano, illuminano per raccontare una storia di semplice e toccante umanità.

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3.0/5