Hop: intervista a James Marsden e ai doppiatori italiani

Il nostro incontro con James Marsden e con i doppiatori italiani Luca Argentero e Francesco Facchinetti, voci italiane del film che ha per protagonista un coniglietto pasquale desideroso di diventare un celebre batterista; e sull'importanza del messaggio di questa favola i tre concordano in pieno: 'Non bisogna mai rinunciare ai sogni'.

Dopo Harvey, Bugs Bunny e Roger Rabbit, il mondo del cinema è pronto ad accogliere un nuovo coniglio nell'empireo delle creature animate. Si tratta di C.P., il coniglietto pasquale protagonista di Hop, il nuovo lungometraggio prodotto dalla Illumination Entertainment di Cattivissimo Me, diretto da Tim Hill (Alvin superstar), in uscita nazionale il prossimo primo aprile in 400 copie. E al grido di Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, le due stelle del cast vocale italiano, Francesco Facchinetti e Luca Argentero, e l'interprete James Marsden hanno incontrato la stampa questa mattina a Roma in una conferenza dai toni decisamente leggeri. Com'è spensierata questa commedia che mescola CGI e Live Action. Indirizzata ad un pubblico di giovanissimi la pellicola è una favola che vede come protagonista l'erede di una lunghissima dinastia di conigli pasquali (doppiato appunto da Francesco Facchinetti), un tenero eroe che in realtà sogna di diventare un celebre batterista, con sommo dispiacere del bonario padre (doppiato in originale da Hugh Laurie). Fuggito via da quel mondo fantasmagorico situato nell'Isola di Pasqua (e dove sennò?), approda a Hollywood e stringe amicizia con Fred (James Marsden, doppiato da Luca Argentero), 'bamboccione' di buona famiglia, poco propenso a lasciare gli agi della sua vita con mamma e papà (Elizabeth Perkins e Gary Cole), nonostante la presenza di una sorella in gamba (Kaley Cuoco), che lo sprona in più di un'occasione. Dopo un'iniziale antipatia, tocca proprio al ragazzo il compito di aiutare C.P. a realizzare il desiderio di diventare musicista, grazie anche all'intercessione di David Hasselhoff; dal canto suo il coniglietto percussionista deve bloccare l'esilarante golpe tramato da Carlos il pulcino e per far tornare il suo regno alla normalità non esita a chiedere l'ausilio di colui che reputa un amico a tutti gli effetti. Anzi, un socio vero e proprio.

Visto che il film ha per protagonista il Coniglio Pasquale, vi chiedo quale sia il vostro rapporto con la Pasqua e con questa figura fantastica....
James Marsden: Ho sempre avuto un bel rapporto con il Coniglietto di Pasqua. Per essere precisi, quando ero bambino ci credevo talmente tanto che non volevo assolutamente che fosse una finzione. Mi sarebbe dispiaciuto troppo scoprire che a portarmi tutti quei dolci fosse stato un altro. Oggi che sono padre di due bambini di dieci e cinque anni posso dire a gran voce che è stato davvero benevolo con me.
Francesco Facchinetti: Personalmente ho sempre odiato il Natale, con la corsa ai regali e tutto il resto, mentre amavo la Pasqua ed in particolare le grandi quantità di cioccolata che si mangiano in questo periodo. Sono sempre stato un tipo un po' particolare, attratto dal lato B delle cose, per questo sono felice di aver partecipato ad un film che reputo come la rivincita della Pasqua contro il Natale.
Luca Argentero: Beh, anche io amo la Pasqua e le uova di cioccolata. L'ho sempre vissuta come una ricorrenza gradevole da aspettare, questo indubbiamente grazie alla mia famiglia che mi ha permesso di festeggiarla nella giusta maniera ogni volta.

Sappiamo tutti che il doppiaggio è un lavoro difficile, potete raccontarci com'è stata la vostra esperienza in questo ruolo così particolare?
Luca Argentero: E' vero il doppiaggio è un lavoro molto tecnico e complicato, ma noi siamo fortunati ad avere al nostro fianco una professionista del calibro di Fiamma Izzo. Per quanto riguarda il divertimento, credo che Francesco sia sia divertito più di me. E' la seconda volta che doppio un film, la prima risale al 2008 quando ho lavorato a Beverly Hills Chihuahua, ma ho sempre prestato la voce ai personaggi umani, il che vuol dire rispettare con molta attenzione la versione originale dell'attore. Invidio chi ha la possibilità di doppiare un cartone animato, perché ti puoi prendere delle libertà che con un attore non puoi chiaramente avere. Avendo alle spalle una famiglia di doppiatori, lo so benissimo.
Francesco Facchinetti: Lasciatemi dire una cosa, in Italia abbiamo i più grandi doppiatori del mondo. Su questo non si discute proprio. Io mi sono sentito esattamente come un giocatore di calcetto che viene gettato nella mischia della serie A. Che dire, è stata un'esperienza davvero tosta. Poi io sono per metà toscano, per metà sardo, per metà brianzolo e per metà bergamasco. In sostanza ho tutti gli accenti sbagliati. Non avete idea di cosa voglia dire essere in una sala di registrazione, un posto in cui sei da solo, al buio, con una come Fiamma che ti ripete a intervalli regolari, Hai sbagliato, rifai, rifai! E questo per 6-7 ore di seguito. tantissimo. Sono affascinato dal talento di chi sa sfruttare l'armonia della voce in tutte le sfumature. Alla fine la mia salvezza è stata immedesimarmi nel coniglietto, lavorare ad un film il cui protagonista vuole essere un musicista. Per cercare di entrare in C.P. ho pensato che suo padre fosse il mio. In fondo, se lui è partito per Hollywood per realizzare il suo sogno, anche io sono andato a Milano per fare musica. La storia di Hop riuscirà ad attrarre tante persone, i piccoli ma anche i grandi.
James Marsden: Io non ho ancora visto la copia doppiata, ma mi hanno detto che loro sono stati straordinari. Anzi, credo che Luca abbia aggiunto qualcosa in più. In futuro, se non verremo tutti rimpiazzati da attori virtuali, vorrei condividere con loro un'esperienza cinematografica sullo stesso set. Quanto al doppiaggio, io ho prestato la voce ad un personaggio di Cats and Dogs e so cosa voglia dire avere a disposizione solo la voce e nient'altro, per comunicare tutte le emozioni. La voce è davvero uno strumento a parte.

James, quanto è stato difficile recitare senza mai confrontarti con il tuo partner?
James Marsden: E' complicatissimo, credetemi. Non è quel genere di esperienza che ti porti appresso per tutto il resto della giornata, quando torni a casa e magari ti metti a pensare a come hai recitato. In questo caso si parla di una pura esperienza 'tecnica'. Dovevo recitare le mie battute, immaginare che C.P. camminasse davanti a me, seguendo un percorso preciso. Insomma, ho dovuto lavorare di fantasia, interagendo con un personaggio che non c'era. Mi sentivo un po' folle, ma è stata un'esperienza straordinaria.

Hop parla di sogni e soprattutto della testardaggine che serve a realizzarli...
Francesco Facchinetti: Per me, come per tante altre persone, avere un sogno è il motore della vita. L'ho detto, ad un certo punto sono andato a Milano per spiccare il volo. Ho avuto la fortuna di avere un padre che ha cambiato la storia della musica italiana e amo poter condividere con lui questo sogno. Capirai, adesso che sta per diventare nonno è già entrato in ansia. In Italia ci sono tanti ragazzi bravissimi, che hanno delle conoscenze e capacità enormi, il punto è che non applicano questa conoscenza, sono angeli senza ali. Mi sento di dire una cosa ai loro genitori, dovrebbero imparare ad assecondare le passioni dei figli e non i loro vizi. Capisco che sia più facile comprare un jeans firmato o una maglieta griffata piuttosto che accompagnare un figlio a lezione di recitazione o di chitarra, ma ripeto, bisogna alimentarle le passioni. Così come hanno fatto i miei genitori con me.
Luca Argentero: Fatta a me questa domanda ha un sapore particolare. Nella mia vita tutto mi aspettavo tranne che finire a fare l'attore. Penso che il personaggio di Fred racconti bene questo aspetto e cioè che ci vuole una fortuna incredibile per trovare un lavoro che rispetti le tue ambizioni, ma che ti piaccia fare. So bene che in un momento così complicato trovare un mestiere che ti entusiasmi è un lusso, ma a me è successo. E ne sono grato. Tengo sempre a mente un consiglio che mi diede un collega celebre, preoccupati quando smetterai di preoccuparti.
James Marsden: Sono d'accordo con loro. Sono stato fortunato perché i miei mi hanno sostenuto dall'inizio. Nasco in Oklahoma nel Midwest, una terra in cui nessuno pensa a fare l'attore e anche io un giorno ho deciso di andare a Hollywood. Non avevo un "piano B", quindi se non fossi riuscito non so cosa sarebbe successo di me. In fondo, Hollywood è come Las Vegas, si gioca d'azzardo e non sai come andrà a finire. Per uno che ci riesce, altri non riescono a indovinare la giusta combinazione della slot machine. La verità è che ho una grande passione per quello che faccio e spero di farlo fino a quando sarò vecchio. Bisogna amare quello che si fa, già questo può rappresentare un successo.

James, tu riesci a spaziare tra i generi. Ti abbiamo visto in The Box e X-Men, hai preso parte al remake americano di Funeral Party e anche questa volta ti vediamo impegnato in un ruolo diverso....
James Marsden: Sì, mi piace confondere gli spettatori. Una delle cose più belle dell'essere attori è il fatto di non essere bloccati in un solo personaggio, ma puoi esplorare personaggi e situazioni sempre diverse. è bello saltare da un genere all'altro. Prima di girare con Tim Hill ho lavorato nel remake del durissimo Straw Dogs e quando è arrivato Hop mi sono sentito rinascere. Mi piace essere costantemente sfidato da ruoli diversi.

Francesco, questo per te è un momento d'oro. Sei reduce dal successo di X-Factor e stai anche per diventare papà. La tua carriera artistica può dirsi completa?
Francesco Facchinetti: Odio definirmi per essere qualcosa. Ho cantato, ma non sono un cantante. Ho doppiato, ma non sono un doppiatore. Ho presentato alcuni programmi televisivi, ma non sono un presentatore. Forse la definizione che mi calza a pennello è quella di DJ. Ho preso sempre spunto dai grandi con cui ho lavorato, da Claudio Cecchetto a Lorenzo Cherubini, passando per Fiorello e altri grandi personaggi. Noi stiamo correndo una maratona e non fa niente se ti superano, non bisogna per forza essere i più bravi. E' bello anche se arrivi terzo o quarto. Questo viaggio mi ha portato a presentare programmi belli come X-Factor e addirittura a cantare al festival di Sanremo, ma non posso dire di essere arrivato, anzi. Quando sarò vecchio racconterò di questi grandi viaggi ai miei nipotini e siccome cerco ancora tante storie, spero di viaggiare il più possibile.

James, Sei davvero un fan di David Hasselhoff come asserisci nel film?
James Marsden: Certo, la sua immagine ce l'avevo sul cestino in seconda elementare....