Recensione Jackass 3-D (2010)

Il fenomeno trans-mediale di Jackass è la perfetta incarnazione di tutti i paradigmi che dominano l'attuale immaginario dei media; uno degli indicatori più efficaci per misurare la spettacolarizzazione della società in cui viviamo. La terza dimensione accentua il grado di immersione dello spettatore, che viene così proiettato nelle squinternate e incoscienti esibizioni messe in scena da Johnny Knoxville e compari.

L'era dei saltimbanchi digitali

I saltimbanchi, gli atleti circensi, gli artisti da strada, hanno da sempre fatto parte del cinema. Anzi, in un certo senso, la Settima arte deriva proprio da queste forme di spettacolo ritenute (spesso a torto) minori e popolaresche. Si tratta però di una componente giullaresca e goliardica (legata in particolare all'esibizione del corpo e alla performance prettamente fisica), che non appartiene soltanto all'archeologia dell'immagine cinematografica. Molti teorici e studiosi hanno già sottolineato come gran parte del cinema di intrattenimento contemporaneo stia ponendo sempre più in secondo piano la dimensione narrativa, per accentuare invece progressivamente quella della pura spettacolarizzazione visiva. La diffusione massiccia delle moderne tecnologie digitali - e in particolare l'ultimo ritrovato della terza dimensione - di certo non fanno che confermare questa tendenza. La tecnica stereoscopica contribuisce, infatti, a determinare un effetto di "realtà aumentata", dove quello che conta è soprattutto il grado di immersione e di identificazione dello spettatore all'interno della finzione cinematografica.


Jackass 3-D è la perfetta incarnazione di tutti i paradigmi che dominano l'attuale immaginario dei media. Si tratta, anzi, di un vero e proprio fenomeno trans-mediale che interseca svariati mezzi di comunicazione. All'origine c'è l'omonima serie televisiva prodotta da MTV USA dal 2000 al 2002, che attirò l'attenzione del pubblico globale proprio per la spericolatezza, l'insensatezza e la sconcezza delle prodezze autodistruttive e dementi messe in scena dallo stuntman Johnny Knoxville e dalla sua svitata compagnia. Le proteste delle associazioni di genitori (che accusarono la trasmissione di istigare atti emulativi nei giovani) portarono a una cancellazione prematura dello show, il quale tuttavia trasmigrò al cinema senza mutare impianto e cast. Da allora Jackass ha dato vita a una trilogia su grande schermo, cui si aggiunge un ulteriore episodio in Dvd e perfino una trasposizione in videogame. Non bisogna però dimenticare che la vera origine del fenomeno ormai ultradecennale ideato da Knoxville risiede soprattutto nel Web 2.0. La proliferazione di portali per la condivisione di materiale audio-video tra utenti, come Youtube, ha fatto sì che nascesse un nuovo genere di filmati, fondati sull'immediatezza dell'effetto reality e sulla capacità di catturare l'attenzione dello spettatore attraverso performance e prodezze fuori dal comune.

Mentre in passato i saltimbanchi erano individui dalle capacità straordinarie - alimentate da un innato talento e da una pratica attenta e meticolosa - nell'era digitale i fenomeni da baraccone sono persone senza particolari qualità, se non quelle di possedere un'elevata soglia di sopportazione del dolore e un bassissimo livello di dignità. La rivoluzione di Johnny Knoxville è stata quella di abbassare la prodezza da stuntman alla ordinaria stupidità dell'uomo medio. Le oltraggiose gag inscenate assieme al suo manipolo di squinternati (tra cui Bam Margera, Steve-O, Chris Pontius, Ryan Dunn) hanno fatto scuola proprio perché rappresentano il sogno proibito, quello più istintuale e inconfessato, di migliaia di comunissimi adolescenti. Si tratta degli stessi teenager che proprio Mtv è riuscita a personificare alla perfezione nei due simbolici protagonisti della serie Beavis e Butt-Head, cui è guarda caso affidato il compito di introdurre questo Jackass 3D. E l'ebete coppia animata (non senza una certa dose di cattiva ironia) si prende persino lo sfizio di ridicolizzare la trovata della terza dimensione, sottolineando i limiti di cui soffre ancora questa tecnologia.
In effetti, la componente stereoscopica contribuisce - per forza di cose - in modo modesto alla messa in scena delle performance della gang di Knoxville. Questo perché non è ancora possibile ricreare la visione tridimensionale per le riprese effettuate con camera a mano, che rappresentano il cuore di uno show come Jackass. La terza dimensione è allora esaltata solamente in alcune esibizioni realizzate in uno spazio limitato, che accentuano la profondità attraverso le cadute spericolate degli stunt e l'irrompere di oggetti che attraversano lo schermo (alcuni dei quali decisamente politically incorrect, come feci, urina e persino falli di gomma). Tutto il resto è, ça va sans dire, storia: novantaquattro minuti di stunt incoscienti (tra cui il passaggio in un corridoio elettrificato e la caduta da un abete natalizio); accanimenti contro animali pericolosi (questa volta sono coinvolti serpenti, scorpioni, tori, un caprone e un maiale affamato) e ovviamente gag scatologiche che includono elementi corporali fluidi, solidi e gassosi. Celebrato ormai il suo decennale, l'inarrestabile banda capitanata da Knoxville riesce addirittura ad auto-citarsi, rielaborando classici come il "poo cocktail" in versione "supreme" (trattasi di un _bungee jumping _compiuto all'interno di una latrina ricolma di deiezioni), e riproponendo personaggi ricorrenti, come quello del cameramen dallo stomaco troppo delicato. Anche Jackass, in fondo, è l'ennesimo prodotto della società dello spettacolo. Forse non è proprio uno di quelli di cui andare più fieri, ma di sicuro rappresenta un indicatore efficace e puntuale del nostro grado di (in)civiltà.