A Venezia è il giorno di Ozon e del suo Potiche

Si parla del ruolo delle donne nella società e nella politica nella nuova divertente commedia di Francois Ozon presentata oggi alla Mostra di Venezia. Protagonista una strepitosa Catherine Deneuve nei panni di una 'bella statuina' alla riscossa, una moglie inutile che un bel giorno si ritrova, con successo, a sostituire il dispotico marito alla guida dell'azienda di famiglia.

Liberamente tratto dall'omonima piece teatrale francese di Barillet e Grédy, Potiche (in francese termine dispregiativo usato spesso per le donne accessorio, ma con il quale si indicano soprammobili senza utilità che si tengono in casa per abbellire gli ambienti) narra la storia di una donna di mezza età che si prende la sua rivincita dopo aver passato la vita intera ad assistere passivamente un marito distratto e cinico interessato unicamente al denaro. In un momento in cui il consorte attraversa una grave crisi psico-fisica, dovuta a problemi di salute aggravati dalla rivolta dei lavoratori della fabbrica di ombrelli da lui guidata, Suzanne Pujol prende in mano le redini della situazione e in pochi mesi riporta l'azienda ai fasti di un tempo, quando alla guida c'era suo padre, il vero fondatore di quello che è divenuto un piccolo e prezioso impero. Nel film, uno dei più brillanti e meglio scritti visti sinora in Mostra, Catherine Deneuve appare in una forma davvero smagliante ed è affiancata da grandissimi attori quali Gerard Depardieu, un rivoluzionario comunista nonché vecchia fiamma della protagonista, Fabrice Luchini nei panni dell'insopportabile fedifrago marito e Karin Viard nel divertentissimo ruolo di Nadége, la segretaria tuttofare e amante del marito che alla fine diventerà la sua amica più fidata. Presenti alla conferenza stampa di presentazione, durante la quale non sono mancate battute al vetriolo su Berlusconi e Sarkozy, il regista Francois Ozon, una sorridente e luminosa Catherine Deneuve (in delizioso tailleur beige), Fabrice Luchini, Judith Godrèche e Karin Viard, insieme ai produttori Eric Altmayer e Nicolas Altmayer.

Signor Ozon, ci racconta il percorso che l'ha portata a realizzare Potiche, cosa l'ha portato dal teatro di boulevard ad adattare una piece e farne una commedia per il grande schermo da presentare a Venezia?
Francois Ozon: Potiche è un'opera che conoscevo da tempo, avevo pensato di adattarla per il cinema già prima di 8 Donne e un mistero, mi ci è voluto tanto tempo per adattarla perchè volevo che, al contrario del pezzo teatrale, il film fosse più legato alla condizione attuale delle donne francesi. Con la parabola di Ségolène Royal ho capito che era il momento di fare il film e di lasciare sì l'ambientazione negli anni '70 ma anche di dare alla storia un taglio moderno. Nonostante si parli di argomenti molto seri, di donne e del loro ruolo rispetto alla società, di rapporti di coppia e d'amore ho tentato di fare un film divertente che usasse l'ironia per arrivare al punto cruciale. Potiche è un'opera molto conosciuta in Francia e la sua protagonista Jacqueline Maillan, è un'attrice molto celebre, per questo non ho voluto prendere una protagonista che recitasse in un personaggio che fosse il doppione esatto del suo ma ho pensato subito a Catherine per farne la variante che volevo. Pensai subito anche a Fabrice, anzi vi confesso che in un primo momento di delirio creativo pensai di dare a lui il ruolo di protagonista al maschile al posto del personaggio femminile originario, poi avevo paura di allontanarmi troppo dalla piece teatrale e ho desistito (ride).

Si è mai sentita bistrattata nella vita come accade al suo personaggio nel film?
Catherine Deneuve: Penso che ci siano stati alcuni momenti nella mia vita nei quali ho avuto l'mpressione di essere usata per il mio aspetto più che per quel che valevo come donna, ma non sono mai arrivata alla situazione descritta in Potiche, la donna che interpreto non parla, si muove e pensa solo a far stare bene le persone che le stanno intorno.

Pensa che questo film possa fungere da spinta per cambiare un po' la situazione femminile?
Catherine Deneuve: Vorrei davvero pensare che un film come Potiche possa aiutare le donne ad avere una maggiore considerazione nel mondo, lavorativamente e umanamente parlando, in tutto il mondo le donne vengono retribuite meno di un uomo, purtroppo questo film descrive e riflette una realtà ancora precaria per le donne, speriamo riesca a smuovere un po' le cose. Specialmente in alcune parti del mondo.

E' stato bello vederla sullo schermo fare jogging in tuta da ginnastica, un'ulteriore prova della sua 'insolenza' di attrice. Non ha più paura di nulla sullo schermo o c'è ancora qualcosa che la spaventa nel suo lavoro?
Catherine Deneuve: Certo che ho paura, nel momento in cui si smette di avere paura si diventi incoscienti, c'è consapevolezza alla mia età, questo si, ma c'è sempre una certa apprensione prima di iniziare un nuovo film, quando poi si inizia la lavorazione e si instaurano sul set i rapporti giusti con attori e regista allora tutto fila liscio e ci si rilassa.

Com'è cambiata secondo lei la situazione delle donne dagli anni '70 ad oggi? E' migliorata?
Catherine Deneuve: Certo che si, anche se molto lentamente, non c'è ancora la parità con l'uomo in tutto, la donna ha sicuramente più indipendenza rispetto a quell'epoca e ci sono più donne che lavorano. C'è anche da dire che oggi gli uomini sono assai più consapevoli di questo cambiamento, e questo è un gran bene.

Qual'è ad oggi il suo rapporto con Gerard Depardieu che la affianca nel film nei panni del rivoluzionario?
Catherine Deneuve: Lavoro con Gerard da almeno 25 anni, anche se fuori dal lavoro non ci frequentiamo. Ci incontriamo spesso e quando lo incontro sul lavoro so che è sempre per un buon progetto, siamo sempre molto vicini quando si lavora insieme, è un partner attento e adorabile sul set.

Potiche offre una divertente analisi del machismo e del maschilismo, un problema drammatico che affligge molte culture, soprattutto i paesi latini, e anche l'Italia, un paese in cui il machismo criminale tocca purtroppo livelli molto alti. Il vostro film è particolarmente efficace sotto questo aspetto, fa sorridere e graffia toccando i tasti giusti, per questo forse è ancora più intelligente.
Francois Ozon: Nel film il marito non picchia e non uccide la moglie, ma mantiene quell'elemento che mi piaceva molto nella piece teatrale e cioè la sagacia e la ferocia delle battute. I rapporti venivano descritti con grande realismo, le scene iniziali specialmente sono piuttosto crudeli. Mi sono divertito molto ad osservare come mia nonna e mia madre, che hanno vissuto quel periodo, si sono identificate in Catherine.

Signor Luchini, come si è trovato nei panni del padrone cattivo e autoritario, un po' despota e un po' bamboccio? Ci si è riconosciuto?
Fabrice Luchini: Sono stato scelto per questo ruolo e ne sono stato molto contento. Adoro lavorare in film in cui il cast è composto da tantissimi bravi attori e sono anche molto felice di presentare al pubblico personaggi al limite dell'ignobiltà, è troppo facile presentare uomini buoni che non fanno mai nulla di negativo, mi affascinano gli esseri meschini, i reazionari, uomini mediocri e ignobili, alla fine dei conti molti politici sono così ne avete un esempio anche voi qui in Italia con Berlusconi e noi con Sarkozy, non c'è nulla di meglio, da attore, che interpretare questi ruoli.

Ci sono battute prese da dichiarazioni o battute di Sarkozy nel film?
Francois Ozon: Certo, quella che recita "lavorare di più per guadagnare di più" ad esempio, oppure "chi baderà ai bambini?". Sono tante le battute prese dalla realtà, il bello è il modo in cui Fabrice le recita, lo fa in modo cattivo, divertente e sarcastico.

Si sentono spesso parole come rivoluzione, comunismo, sindacato, il suo è un film perfetto nei tempi ma non trova che certi argomenti siano divenuti un po' demodé? Il rapporto padrone-sindacato-lavoratore è una cosa un po' vecchia...
Francois Ozon: Ho semplicemente rispettato la storia di quegli anni, prima che fosse eletto Mitterand il sindacato era ancora una cosa importante, mi sono rifatto a quegli anni di grande subbuglio, all'epoca in cui la borghesia e i comunisti erano due mondi talmente separati da non incontrarsi mai. L'ho trovato un argomento assai propizio da raccontare in una commedia.

Signora Deneuve, ha visto la piece teatrale originale o incontrato l'attrice teatrale per chiederle qualche consiglio? Ha cambiato qualcosa rispetto alla sua performance?
Catherine Deneuve: Si, ho conosciuto Jacqueline Maillan ma non abbiamo mai parlato di lavoro o della piece, tanto meno del personaggio. Ho preferito aspettare per vederla in teatro, la vedrò tra qualche giorno a Parigi, quando il film sarà uscito in Francia. Sarò sicuramente più rilassata e la potrò vedere con maggiore serenità.

Lei ha recitato in film sempre tanto diversi tra loro, politici, sentimentali e drammatici. Come si è trovata a recitare in una commedia così complessa?
Catherine Deneuve: Non sono un'attrice comica ma se mi impegno riesco anche a far ridere, ho già fatto delle commedie in passato, ma è un genere difficile oggi da fare. Quando ho accettato la parte ho fatto molta attenzione al fatto che è ambientato negli anni '70 perchè questa differenza di epoca permette di affrontare alcuni argomenti che oggi non sarebbe più possibile affrontare.

Signor Ozon, lei pensa che a Tarantino questo film possa piacere?
Francois Ozon: Siamo stati molto sorpresi di essere stati scelti per Venezia, è difficile che in festival importanti come Venezia e Cannes possano venir scelte delle commedie in concorso, quando mi ha chiamato Muller per averlo in concorso sono rimasto davvero di stucco. Un amico sceneggiatore una volta mi disse che la commedia è un po' un genere a parte, anche in Francia sono molto amate ma poco stimate.
Catherine Deneuve: Sembra quasi che sia un genere poco adatto per i festival cinefili, il che è un po' un'assurdità.

Signor Ozon, cosa pensa di Gerard Depardieu? In questo film interpreta un personaggio sottile ed elegante, e pensare che lo rimproverano sempre di accettare troppo spesso ruoli in film brutti, di fregarsene della qualità dei progetti in cui si butta a capofitto...
Francois Ozon: E' la prima volta che lavoro con lui, lo reputo una persona intelligente, quando gli interessa un progetto e sente con esso un legame particolare ci si butta senza pensarci troppo. Non sempre certi bravissimi attori come lui riescono a trovare dei buoni film da interpretare, ma in questo caso credo si sia divertito molto, sia per aver ritrovato Catherine, che per aver interpretato il ruolo di un deputato comunista che deve avergli scatenato qualcosa dentro, visto l'entusiasmo con cui ha lavorato sul set. Forse a volte è un po' bulimico, cinematograficamente intendo, ma è un attore straordinario che può permettersi di recitare qualsiasi cosa.
Catherine Deneuve: Gerard non riesce a star fermo, deve lavorare, che sia in un film bello o brutto poco gli importa.

I progetti futuri di Francois Ozon?
Francois Ozon: Non so cosa farò nei prossimi anni, spero di trovare un'altra storia divertente che riesca ad avere dei tocchi drammatici e malinconici, che parli del tempo che passa, che sia in grado di permettere agli attori di recitare in modo naturale. E' un equilibrio difficile da trovare e che richiede tanto tempo, ma mi pare che in Potiche tutto questo funzioni. Il melodramma mi piace ma mi piace molto far ridere la gente, spero di essere stato capace di unire bene le due cose.