Recensione The Losers (2010)

Lo script di Peter Berg e James Vanderbilt sa mantenere alto il ritmo della narrazione, arricchendola con una ricca dose di (auto)ironia e con personaggi dalle diverse personalità.

Un allegro gruppo di perdenti

Il passaggio dalle pagine dei fumetti al grande schermo è ormai un processo consolidato e redditizio per le casa cinematografiche, ma se da una parte abbiamo i colossi del settore alle prese con i vari Spider-man, Iron Man e Batman di turno, non mancano produzioni più piccole che si ispirano a personaggi e serie meno note del mondo dei comics. E' il caso di The Losers, film dal cast interessante e vario che Sylvain White costruisce partendo dal fumetto scritto da Andy Diggle e disegnato da Jock ispirandosi ad un'opera precedente di casa DC che raccontava di un gruppo di soldati della Seconda Guerra Mondiale. Il comic di Diggle, così come il film di White, sposta l'azione ai giorni nostri, rendendo i Losers del titolo una squadra di forze speciali che sa un po' di A-Team e che si ritrova a scontrarsi con la CIA. A capo della squadra troviamo il Clay di un Jeffrey Dean Morgan duro con stile, assistito per quanto concerne gli aspetti tattici delle missioni da Roque, che ha il volto di Idris Elba; accanto a loro Jensen (un simpatico Chris Evans) si occupa di comunicazioni, mentre Pooch (Columbus Short) è l'esperto di veicoli ed armi pesanti e Cougar (Oscar Jaenada) è il cecchino del gruppo.

La storia del film di White prende le mosse in Bolivia, da una missione andata storta nella giungla durante la quale i Losers vengono ingannati da un fantomatico Max ed abbandonati, in attesa di far ritorno in patria, ma soprattutto di vendicarsi del misterioso avversario. L'occasione arriva attraverso Aisha, una Zoe Saldana carismatica anche senza la pelle azzurra di Avatar: dopo l'inevitabile lotta corpo a corpo con Clay, la donna offre al gruppo il suo aiuto per tornare a casa e la squadra non può far altro che accettare le sue condizioni. Il ritorno in patria del gruppo dà il via all'azione vera e propria, fatta di operazioni ben orchestrate che sanno offrire sia divertimento che spettacolo, ma anche di tensioni interne che completano il quadro di un film ben calibrato tra i suoi diversi elementi.
Lo script di Peter Berg e James Vanderbilt non sarà particolarmente articolato in termini di intreccio, ma sa mantenere alto il ritmo della narrazione, arricchendola con una ricca dose di (auto)ironia e con personaggi dalle diverse personalità che, nonostante lo spazio limitato a loro disposizione, sono abbozzati e descritti con precisione dagli autori, rendendo più semplice il lavoro ad un cast efficace ed intrigante.

Allo stesso modo la regia di White sa costruire sequenze visivamente complesse e d'impatto, rendendo giustizia ad alcune delle trovate suggerite dagli autori, come accade nel caso delle pistole telecinetiche di Jensen in una delle sequenze più riuscite del film.
Il pregio del regista è di riuscire (quasi) sempre a non abusare delle costruzioni visive che riesce a mettere in piedi, dando spazio ai momenti e le situazioni più d'impatto quando necessario per accrescere l'aspetto più spettacolare del film, evitando di far perdere l'efficacia sperata, senza rischiare di annoiare lo spettatore, come spesso capita in casi simili. Intrigante anche la scelta delle canzoni che accompagnano l'azione, varie e coinvolgenti, che spaziano dagli Skunk Anansie ai The Kills, con una menzione speciale per Don't Stop Believin' dei Journey, usata sia sui titoli di coda che nella brillante sequenza che si chiude con la già citata scena che ha come protagonista Jensen.
In Italia The Losers arriva nelle sale alla fine di un torrido mese di luglio e conferma che a volte, sapendo scegliere tra le produzioni che la distribuzione nostrana riserva al periodo estivo, si riesce a trovare qualcosa di discreto ed interessante da vedere.

Movieplayer.it

3.0/5