Louis Leterrier, un francese 'titanico'

Movieplayer.it vi offre un'esclusiva intervista con il regista francese di Scontro tra Titani 3D realizzata nell'agosto scorso presso i Longcross Studios di Londra mentre era all'opera con megafono alla mano, in piedi e in mezzo alle centinaia di comparse e di tecnici di scena.

Dopo aver collaborato con registi del calibro di Luc Besson e Jean-Pierre Jeunet, Louis Leterrier esordisce dietro la macchina da presa nel 2002 con il brillante action The Transporter, prodotto dal suo amico Luc e interpretato da Jason Statham. Il risultato è veramente buono e la scalata verso Hollywood del ragazzo prodigio francese diventa rapida fino a trasformarsi in titanica. Besson lo accompagna anche nei film successivi, scrivendo e producendo anche Danny the Dog, l'action-thriller con Jet Li e Morgan Freeman, e il sequel Transporter: Extreme, ma la svolta arriva nel 2008 quando a soli trentacinque anni Louis viene reclutato per dirigere niente meno che il kolossal su L'Incredibile Hulk con protagonista un Edward Norton davvero inedito. Il successo è immediato e la chiamata per dirigere il remake in 3D di Scontro tra Titani anche. Lo abbiamo intervistato durante la visita al set del film nei dintorni di Londra ma non è stato un incontro come tutti gli altri. Con un occhio e un orecchio al monitor di scena, che mostrava il risultato delle riprese che si stavano effettuando davanti ai nostri occhi da due telecamere sospese a decine di metri di altezza, ed un occhio e un orecchio al gruppetto di giornalisti in visita che lo hanno seguito in religioso silenzio, tra un "Action!" e l'altro, Leterrier ci ha raccontato del suo rapporto con gli attori, delle difficoltà delle riprese nei vari set tra Galles e Tenerife. Sul set abbiamo anche avuto l'onore di incontrare il 'vecchio' Ray Harryhausen, storico creatore di effetti speciali di film come Il 7° viaggio di Sinbad, I Viaggi di Gulliver e La guerra dei mondi nonchè dello Scontro di Titani originale diretto nel 1981 da Desmond Davis.

Questo film è del tutto diverso dal film originale, lei ovviamente l'avrà visto, cosa ne pensa?

Louis Leterrier: Certamente, l'ho amato a suo tempo, sono cresciuto con questi film come voi, ricordo che lo vidi prima di Star Wars e ricordo anche che fu il primo film che mi lasciò letteralmente strabiliato per gli effetti speciali, ricordo che dissi: "Wow! che film ragazzi!". Il 'mio' Scontro tra Titani però è sicuramente diverso, non volevo fare un film in fotocopia scena per scena ma dare ad esso una mia impronta personale, questo remake contiene la 'mia' visione della storia di Andromeda e Perseo. Nel riscrivere la sceneggiatura ho quindi preso la storia originale e l'ho incorporata nella mia idea, cambiando moltissimo del contorno e dei personaggi principali pensando a questo progetto come a qualcosa in più di un semplice film, ho voluto creare un universo, qualcosa da estendere con al suo interno tanti personaggi con le loro storie che possono sbocciare all'improvviso o diventare assai complicate. Mi sono ispirato alla vastità delle opzioni che offre la mitologia, al suo essere così surreale e anche così poliedrica.

Quindi in caso di successo ci sarebbe la possibilità di vederla al timone anche di un eventuale sequel?
Louis Leterrier: Certamente sì, mi piacerebbe davvero l'idea, anche perchè ho già tutto in testa per un eventuale seguito della storia, sin da quando ho iniziato a lavorare a questo progetto non ho mai pensato ad un'evoluzione limitata degli avvenimenti di cui si parla, ho pensato sin da subito che sarebbe stato davvero troppo per un fim solo. Ci sono una miriade di personaggi e tutti hanno il loro fascino e un background non indifferente, ho voluto approfondire la storia originale ed è venuta fuori una storyline davvero lunghissima per un solo film. Non c'è ancora nulla di pronto e di deciso ma... ci sono buone possibilità.

Ha parlato di qualcosa di molto 'personale' riferendosi al film, in che modo lo ha reso 'suo'?
Louis Leterrier: E' l'unico modo di rifare un film, renderlo personale e offrire una nuova visione allo spettatore. Ho riscritto interamente la storia, ognuno degli sceneggiatori, me compreso, ha definito l'aspetto della storia che voleva a tutti i costi far comparire nel film. Dal mio punto di vista ad esempio, guardandomi indietro non credo più che Perseo possa essere il tipo di uomo che intraprende un viaggio e un'avventura simile solo perchè si è innamorato di una principessa. E' un'avventura pericolosissima, più cupa e divertente dell'originale a mio avviso, c'è più azione e più movimento. L'abbiamo allungata e variata, ma voglio dire che ho veramente tantissimo rispetto per il film originale concepito e realizzato con il lavoro di Ray Harryhausen e del regista Desmond Davis, non potevo fare un film come il loro, sarebbe stato anacronistico. Era giusto però lasciare lo stesso titolo, avremmo potuto cambiarlo, ma perchè farlo...

Come ha convinto attori del calibro di Liam Neeson e Ralph Fiennes che non li avrebbe fatti apparire come delle caricature di se stessi o ridicoli? Sappiamo che erano abbastanza preoccupati sotto questo aspetto...
Louis Leterrier: Ho dovuto promettere solennemente che non gli avrei mai fatto indossare delle toghe come quelle del film originale, poi ho cercato di coinvolgerli nel film parlando loro della storia dei loro personaggi mentre scrivevo la sceneggiatura, cercavo di entusiasmarli, spedivo loro i nostri disegni e gli storyboard. E' stato davvero importante per me avere delle regole durante la scrittura. Gli dei non avrebbero indossato abiti in tessuto, sono noiosi e scontati, usano terra e metalli grezzi e trasformano il tutto in una sorta di armatura, ecco cosa indossano gli dei nel film.

Com'è lavorare con Sam Worthington? Ci ha raccontato che all'inizio il suo approccio è stato un po' timido con il progetto visto che proveniva da un film del tutto diverso come Hulk. Ora pensa di aver superato quella fase?

Louis Leterrier: All'inizio neanche sapevo chi fosse Sam Worthington, c'erano rumors, un brusio continuo su di lui, tutti a Hollywood ad un certo punto parlavano di lui ma io non lo conoscevo. Non avevo mai visto nessuno dei suoi film a parte Somersault e mi era molto piaciuto, ma era un film piccolo. Poi l'ho conosciuto, è uno coi piedi per terra, molto umile, aveva tantissime buone idee e c'era qualcosa di veramente interessante in lui, di 'difficoltoso', di profondo, per questo ho subito pensato a lui come un perfetto Perseo. Nella prima versione dello script, Perseo era molto simile a quello del film originale interpretato da Harry Hamlin, candido, smarrito a volte, stupito di se stesso, ma dopo aver conosciuto Sam non potevo non modellare Perseo a sua immagine, e necessariamente il personaggio si è incupito. Ho pensato subito che avevo in mano la chiave per costruire al meglio Perseo, era un ottimo inizio. Tra noi c'è stata subito intesa, ci siamo scambiati idee e consigli, e soprattutto ci siamo fatti tante domande, ci siamo modificati e consultati spesso strada facendo.

Rispetto alle sue esperienze personali con altri attori com'è stata?
Louis Leterrier: Non accade spesso quel che è accaduto tra me e Sam. Alcuni attori e registi sono inamovibili, fanno il loro compitino e basta, a me piace la collaborazione, specialmente quando può portarmi a migliorare il risultato finale, perchè rende il lavoro molto più interessante. E' per questo che a mio avviso lui dice che all'inizio sembravo timido, forse il termine giusto sarebbe stato 'formale', come quando conosci qualcuno per la prima volta, sei sempre un po' titubante e non hai confidenza. Con Edward Norton ho usato un metodo, era un altro tipo di film e un tipo diverso di attore, con Sam Worthington uno diverso, con Jason Statham e Jet Li ancora un altro. Ogni attore è diverso dall'altro e non si può pretendere di diventare amici al primo giorno di set, bisogna conoscersi piano piano e costruire un rapporto di comunicazione e fiducia giorno dopo giorno.

Abbiamo sentito dagli attori che le location scelte sono state davvero proibitive a volte, com'è andata a Tenerife? E' stato complicato girare lì?
Louis Leterrier: Non è stato Tenerife il vero problema è stata una lunga permanenza, questo sì, ma tutto è filato liscio ed è stato confortevole in confronto alle riprese effettuate in Galles. Lì è stato davvero terribile, pioggia dappertutto, sopra, sotto e di lato, non avevo mai visto una cosa del genere, roba da matti. Non riuscivamo più a distinguere le direzioni, nè a orientarci, ma è probabilmente per questo che tutto nel film sembra così reale...

Una straordinaria qualità del film originale era che le creature andavano oltre gli effetti speciali, erano concepite come veri e propri personaggi. State facendo la stessa cosa qui oppure c'è una concezione diversa?

Louis Leterrier: E' giustissimo usare il termine 'creatura' anzichè 'mostro', quest'ultimo non mi piace e non si addice alla storia. Stiamo provando a fare la stessa cosa in questo film, abbiamo dei grandi professionisti della CGI che si stanno occupando di dar vita alle creature e di renderle quanto più reali possibili. Non vengono usate solo per creare azione o per fare scena, vanno oltre il film e si mescolando con gli attori e gli altri personaggi in carne ed ossa. Avete visto il nuovo personaggio dello sceicco Solomon, l'uomo fatto di legno, beh, questo è l'esempio perfetto del mondo mitologico che stiamo creando. Non è nè storia nè fantasia, ma è una via di mezzo, una cosa che io amavo tantissimo quando andavo a scuola, mi piaceva la mitologia perchè tutta questa roba, creature, personaggi bizzarri e pieni di poteri mi facevano sognare.

Ci può spiegare qual è per lei la differenza tra mostri e creature?
Louis Leterrier: Non nominare mai la parola 'mostro' davanti a Ray Harryhausen. Tutti hanno paura dei mostri, di una creatura no, è diverso, può rivelarsi anche una presenza amica. E' questo il modo in cui noi stiamo approcciando a questi personaggi soprannaturali. I mostri sono negativi mentre le creature non necessariamente lo sono.

Ha mai chiesto a Harryhausen cosa pensa di questo remake?
Louis Leterrier: All'inizio ha sicuramente avuto delle perplessità, quando ha saputo che un ragazzo francese avrebbe rifatto il 'suo ' film si sarà messo le mani nei capelli (ride). Poi gli ho spiegato io personalmente come intendevo procedere e alla fine si è convinto, ha capito cosa volevamo fare e ne è stato davvero orgoglioso.

Ci sono omaggi e riferimenti al film originale che i fan potranno riconoscere?
Louis Leterrier: Un paio di riferimenti ci saranno sicuramente, ed è normale, visto che si tratta di un remake. Non è come quando ho fatto Hulk, lì era impossibile non fare riferimento alla serie tv. Qui l'intero film è un vero e proprio omaggio al film originale, mi inchino di fronte ai creatori di quel film unico nel suo genere all'epoca. Potrete vedere alcune cose, effetti e scenografie realizzati con grandi innovazioni tecniche, ma non sempre è una cosa positiva questa per i fan. Volevo solo fare soltanto un buon film, non sono qui per guadagnarmi la gloria nei confronti dei fan.

Ci ha detto che secondo lei i fan amano le storie serie, le avventure ma solo quando sono mixate con l'action e il sentimento. Come ha bilanciato questo aspetto nel film per cercare di trovare il giusto equilibrio tra serio e moderno?
Louis Leterrier: Questo film non è decisamente serio (ride) è semplicemente un film ricco d'avventura e non un action movie e neanche un film di fantascienza. E' un film avventuroso. Ci sono gli dei, tanti tipi di dei, creature mitologiche, umani e semidei, niente è bianco o nero ma in ogni caso nella mia testa c'è un desiderio segreto, spero che un giorno in qualche classe scolastica del New Jersey qualcuno arrivi a dire "Ehi ragazzi, oggi parleremo di mitologia greca e per introdurvi il discorso vi mostreremo il film Scontro tra Titani" (ride). Sarebbe davvero eccitante una cosa del genere, credo che la cosa migliore che possa succedere ad una persona sia entusiasmarsi, specialmente per uno come me che è chiamato ad immaginare mondi che non esistono.