Una folle notte con Steve Carell

Accanto a Tina Fey, il talentuoso protagonista di The Office è l'interprete di Notte folle a Manhattan, una commedia di Shaw Levy che ha già conquistato il pubblico USA e ha trionfato al box-office. In attesa che il film arrivi nelle nostre sale, ci ha anticipato qualcosa su questo nuovo lavoro esilarante e ricco di scene d'azione.

Folle ma credibile al tempo stesso, questa è la formula che ha conquistato il pubblico americano lo scorso week-end, assegnando ai due strepitosi protagonisti di Notte folle a Manhattan, Steve Carell e Tina Fey, lo scettro di campioni del box-office. Il film di Shawn Levy, che è riuscito a vincere la sfida ai botteghini contro un blockbuster come Scontro tra titani 3D, racconta la storia di Claire e Phil Foster, una coppia come tante, il cui menage matrimoniale - compresa la cenetta mensile in città - è diventato pura routine. Per riaccendere il loro rapporto, decidono di recarsi a Manhattan, in un bistrot molto trendy, dove a causa di uno scambio di persona, si ritroveranno a vivere una notte decisamente movimentata, durante la quale riusciranno a ritrovare la complicità di un tempo. In attesa che il film arrivi nelle nostre sale - è atteso per il 7 maggio, distribuito dalla 20th Century Fox - abbiamo fatto una chiacchierata con Steve Carell che ci ha anticipato qualche dettaglio su questa commedia: con lui abbiamo parlato di relazioni matrimoniali, di una "meravigliosa scoperta" come Tina Fey, di punti di riferimento comici come Jack Lemmon, e di scene d'azione decisamente pericolose, tra tuffi nell'East River e scontri con bambini.

Steve Carell, c'è qualcosa di autobiografico nel Phil Foster di Notte folle a Manhattan?

Steve Carell: Beh, il mio matrimonio non è certo al punto in cui si trova quello dei Foster nel film, ma senz'altro ci sono cose che vengono dalla mia vita privata e anche da quella di Tina che abbiamo usato per creare questa coppia cinematografica. Ne abbiamo parlato con Shawn Levy, il regista, e abbiamo tirato fuori delle idee. Tanto per fare un esempio, il mio personaggio lascia sempre i cassetti aperti, una cosa che ammetto essere un mio difetto.

Non dev'essere stato facile interpretare una commedia allo stesso tempo così divertente ma anche così terribilmente seria, perché la vita di coppia è un argomento molto difficile da affrontare, specialmente dopo tanti anni passati insieme e due figli a cui badare... Steve Carell: Questa è stata proprio una delle ragioni che ha spinto Tina e me ad accettare il film, l'assoluto realismo dei due protagonisti. Ce ne sono tante di coppie come i Foster, che sono arrivate a un punto della loro vita in cui si trovano in un vicolo cieco e alla ricerca di una maniera per ricominciare ad avere un dialogo complice. Avere un personaggio su cui lavorare che abbia questo tipo di credibilità aiuta il pubblico a identificarsi nell'azione del film...

...per quanto incredibile possa essere ciò che accade ai Foster in Notte folle a Manhattan... Steve Carell: In effetti il fatto che i Foster siano due pesci fuor d'acqua che si ritrovano ad avere a che fare con poliziotti corrotti, spacciatori, boss della mala è la cosa che fa veramente ridere del film, ma è anche il suo punto di forza nell'analisi della vita matrimoniale.

Cosa le ha insegnato questo film? Steve Carell: Non posso dire d'avere avuto una particolare epifania, ma di certo posso dire che lavorare con Tina Fey è stata una meravigliosa scoperta.

E certamente che non è il caso di rubare la prenotazione di qualcun'altro in un ristorante di Manhattan... Steve Carell: Assolutamente, anche se devo dire la verità, mia moglie e io non frequentiamo di solito locali di questo genere, siamo per posti più alla mano, hai presente quei ristoranti in cui ordini dalla macchina parlando dentro a un microfono...

A proposito della inedita accoppiata con Tina Fey, avete dei ritmi e dei tempi fantastici, sembrate Jack Lemmon e Goldie Hawn in una commedia di Herbert Ross degli anni Settanta...

Steve Carell: Ti ringrazio, Jack Lemmon è il mio idolo da sempre e anche se non ho affrontato il film specificamente pensando a lui, Phil Foster è un personaggio che andava costruito proprio come Lemmon solitamente creava i suoi ruoli, ovvero un carattere che fosse sempre molto umano e reale, anche se costretto a spingersi oltre i suoi limiti per le più disparate ragioni, come in Notte folle a Manhattan. Questa caratteristica era uno dei punti di forza del talento di Jack Lemmon e cerco sempre di tenerla bene a mente anche io.

Spesso gli attori televisivi hanno delle difficoltà ad affrontare il grande schermo, ma nè lei nè Tina Fey sembrate avere questo problema... Steve Carell: Sotto questo punto di vista, credo sia molto importante lo stile del singolo attore. Per esempio, un attore di teatro può avere più problemi nel passare a una produzione televisiva, ma non è detto, perché dipende anche da che tipo di piéce è abituato a portare in palcoscenico e in che teatri si esibisce, quanto grandi e con quanto pubblico, perché anche a seconda di queste variabili cambia il metro interpretativo. Allo stesso modo nel cinema, un'inquadratura molto stretta è capace di cogliere qualunque sfumatura espressiva, mentre in televisione anche quando pensi d'avere dato il massimo, ti accorgi invece di avere fatto poco e niente.

In Notte folle a Manhattan ci sono anche molte scene d'azione non proprio semplicissime...

Steve Carell: Devo dire la verità, non sono uno di quegli attori che smania per eseguire personalmente le scene d'azione. E comunque, la scena veramente pericolosa del film l'abbiamo girata davvero Tina e io ed è quella in cui all'inizio del film i bambini ci saltano addosso mentre siamo ancora a letto. Non avete idea, i bambini sono tutti gomiti e ginocchia e non c'è alcun calcolo in quello che fanno, ci sono semplicemente saltati addosso. Alla fine della ripresa ho sentito Tina lamentarsi: "Credo di essermi rotta qualcosa...".

Quindi, a parte questo, si è trattato di una lavorazione tranquilla... Steve Carell: In realtà ho fatto una scena davvero pericolosa, perché sono saltato nell'East River, alla fine della scena dell'inseguimento, una cosa che non consiglio a nessuno, perché è davvero molto sporco, infatti avevo tappi nel naso, nelle orecchie, protezioni per la bocca. E in quello stesso punto dove mi sono tuffato io, due giorni dopo hanno trovato un cadavere. Probabilmente era quella cosa strana in cui sono incappato mentre cercavo di tornare a riva...

(Si ringrazia Alessandro De Simone di Alphabet City)