Recensione Welcome to the Rileys (2010)

La giovane attrice di Twilight si mette alla prova con un ruolo molto diverso da quello che le ha dato la notorietà internazionale.

Ragazza e attrice: in fuga da sè stessa

Il rischio della serialità, sia televisiva che cinematografica, per un interprete è quello di restare legato indissolubilmente al personaggio di cui si sono vestiti i panni per lunghi periodi, o quantomeno a quella tipologia di personaggio. E' così che per molti Sarah Michelle Gellar sarà sempre Buffy o David Duchovny sempre Fox Mulder, o ancora Daniel Radcliffe difficilmente si scrollerà di dosso occhiali e cicatrice di Harry Potter. E' un rischo che corre concretamente anche Kristen Stewart che, pur brava e con esperienze passate, fin dal Panic Room di David Fincher girato da giovanissima, è ormai indentificata con la Bella Swan di Twilight.
Un rischio che si combatte proponendosi in ruoli diversi, come il già citato Duchovny ha fatto con l'Hank Moody di Californication, una strategia che la Stewart cerca di mettere in pratica fin da ora e lo riprova il difficile personaggio che si è scelta per Welcome to the Rileys, secondo film di Jake Scott, figlio del più celebre Ridley (che con il fratello Tony è qui anche produttore), con discreta esperienza in ambito pubblicitario e musicale (suo, per esempio, il bellissimo video di Everybody Hurts dei R.E.M.).

Nel film la Stewart è infatti Mallory, sedicenne scappata di casa che si guadagna da vivere facendo la spogliarellista, il cui percorso di vita si incrocia con quello di Doug Riley, a New Orleans per una convention di lavoro. Doug non sta vivendo un periodo felice con la moglie Lois a causa della recente perdita della figlia adolescente in un incidente d'auto, un dramma che ha inevitabilmente influenzato il loro matrimonio. In Mallory (il cui vero nome è in realtà Allison), Doug vede la figlia che non ha più e si lega a lei profondamente, decidendo di trattenersi in città per badare a lei, di rendere migliore la sua vita con interventi pratici, piuttosto che tentare di riportarla ad uno stile di vita meno trasgressivo.
Tra i due si instaura un rapporto quotidiano ottenuto con difficoltà, tra strappi e concessioni, che viene alterato dall'arrivo di Lois, insospettita dalla lunga assenza del marito.

E' proprio la sequenza dell'arrivo di Lois una delle più intense di Welcome to the Rileys ed evidenzia la riuscita alchimia tra i tre interpreti principali, James Gandolfini, Melissa Leo e la Stewart. Se Gandolfini, noto ed apprezzato per il suo ruolo de I Soprano, è efficace nel mostrarsi paziente e paterno, mantenendo quella malinconia di fondo che dà spessore al personaggio, e la Leo risulta credibile nella sua parte di moglie/madre tormentata, è la Stewart a stupire per la sua performance, opposta alla Bella che le ha fatto fare il salto di qualità in termini di popolarità.
La sua Allison/Mallory è sempre al limite, capace di passare dall'essere una o l'altra, dall'essere ragazza indifesa a trasformarsi in stripper mangiauomini e volgare da un momento all'altro, risultando credibile in entrambi i casi e soprattutto dimostrando di meritare, anche senza tener conto di Twilight, di essere considerata una delle giovani attrici più interessanti.

Movieplayer.it

3.0/5