Recensione Segreti di famiglia (2009)

Leggendario innovatore e impavido vagabondo del cinema, Francis Ford Coppola si racconta e si reinventa in un film di rara bellezza, che racchiude nel titolo originale - Tetro - l'essenza del suo inimitabile genio narrativo, spesso cupo ed intriso di patimenti e inquietudini.

Specchio specchio delle sue brame

Mancano pochi giorni al suo diciottesimo compleanno ed è arrivato per il giovane Bennie (Alden Ehrenreich) il momento di scoprire la verità sui motivi che hanno spinto il fratello maggiore Angelo (Vincent Gallo) ad abbandonare la casa paterna di New York senza lasciare traccia di sè. Nella lettera di addio che gli aveva lasciato più di dieci anni prima gli aveva promesso che un giorno sarebbe tornato a prenderlo ma così non è stato. Sbarcato a Buenos Aires in tarda serata Bennie viene accolto amorevolmente da Miranda (Maribel Verdù), la fidanzata di Angelo, felicissima del suo arrivo e di conoscere l'unico familiare che Angelo non ha mai ripudiato come ha fatto invece con le sorelle e con il Grande Uomo, quel padre padrone che gli ha rovinato la vita e non gli ha permesso di realizzare i suoi sogni. Figli entrambi di Carlo Tetrocini (Klaus Maria Brandauer), uno dei più celebri ed ammirati direttori d'orchestra del mondo, ma di due madri diverse, Angelo e Bennie avevano un legame che sembrava indistruttibile ma qualcosa ad un certo punto ha turbato a tal punto il fratello maggiore tanto da costringerlo a fuggire per sempre e a rinnegare il suo nome. L'accoglienza non è delle migliori e se in un primo momento Bennie dimostra di non preoccuparsi troppo dell'atteggiamento scostante del fratello si rende conto che quello che ha di fronte ora non è più Angelo, anche perchè nessuno lo chiama più con il suo vero nome. Lavora come tecnico luci nei teatri più famosi e tutti lo conoscono come Tetro, abbreviazione di quel cognome che come un macigno grava sulle sue spalle da troppo tempo, è il migliore nel suo campo ma si sente comunque un fallito in quanto il suo unico desiderio era quello di diventare uno scrittore. Nè il fratello minore né la donna che ama, una psicologa conosciuta dall'uomo quando era in cura in clinica psichiatrica, riescono a capire cosa possa aver trasformato un fratello protettivo e premuroso pieno di passioni e di interessi in uomo aggressivo e lunatico, burbero e insoddisfatto, tormentato da un passato che di tanto in tanto riaffiora oscurando la sua mente e isolandolo dal resto del mondo.

Un giorno frugando per casa Bennie trova una valigia con dentro gli scritti segreti che il fratello ha abbozzato su carta durante la fase più acuta del suo squilibrio mentale e decide di provare a decifrarli. La scrittura usata da Tetro non è infatti solo in codice ma anche al contrario. Munito di specchietto e animato da un profondo amore per il fratello, Bennie trascrive i pensieri e i segreti che hanno sconvolto la mente di Tetro e li trasforma in una piece teatrale completandola con il finale che mancava. Quando per caso l'uomo scopre che con l'aiuto di Miranda il fratello minore ha curiosato nella sua vita più intima da in escandescenze e lo caccia via di casa tagliando di nuovo tutti i ponti con lui. A riunire i due sarà proprio la messa in scena dell'opera organizzata dalla compagnia di attori con cui Tetro collabora da anni, scelta tra le finaliste che concoreranno al premio di critica teatrale più prestigioso del Sudamerica. Sarà proprio durante il viaggio verso la Patagonia ed in particolare durante la serata finale del festival che tra i due fratelli avrà finalmente luogo il faccia a faccia tanto atteso, un confronto in cui usciranno fuori verità nascoste che cambieranno per sempre le loro vite. Nella stessa sera, per uno scherzo crudele del destino, i due riceveranno anche la notizia della morte del padre, colpito da ictus a New York, città in cui tutti i parenti li aspettano per dare l'ultimo saluto al grande Carlo Tetrocini...
I panni sporchi vanno lavati in casa, questo è risaputo, ma a settant'anni Francis Ford Coppola apre il forziere dei suoi Segreti di Famiglia e decide di scrivere, produrre e dirigere il suo film più personale, un viaggio immaginifico nel suo lavoro, nelle sue insicurezze di artista, nei ricordi, nei dolori più profondi che hanno trasformato la sua esistenza in un viaggio continuo alla ricerca di una dimensione ed hanno alimentato per decenni la sua infinita brama di vagare. Nell'arte visiva, nella musica, nella poesia, nella danza, nella pittura, nel teatro, nella scultura e nella pittura, nel Cinema dei grandi classici, nei meandri del suo inconscio, nei fallimenti e nei successi ottenuti, nelle sperimentazioni. Leggendario innovatore e impavido vagabondo del cinema, Francis Ford Coppola si racconta e si reinventa in un film di rara bellezza, che racchiude nel titolo originale - Tetro - l'essenza del suo inimitabile genio narrativo, spesso cupo ed intriso di patimenti e inquietudini. Girato in un bianco e nero scintillante, prezioso come gli Swarovski con cui si autocelebra in una delle scene finali, Segreti di Famiglia è l'unica sceneggiatura originale scritta da Coppola negli ultimi trent'anni, nata nella sua mente già durante la lavorazione di Un'altra giovinezza. Un capolavoro straziante che cattura corpo e mente, che racchiude tutto il suo percorso autoriale, che nutre e si nutre di cinema. Due ore di viaggio in lungo e in largo nell'universo artistico di un poeta che diventa attore di se stesso. Un film ingenuamente tronfio, autoreferenziale, amaro, rigoroso e autoritario, nel finale anche volutamente autocompiaciuto.
La storia narrata è quella di una famiglia spaccata, lacerata da rivalità, competizioni, segreti, bugie, ripicche e gelosie, molto di più di un autoritratto per il grande Francis, un omaggio alle sue origini italiane, all'Argentina, paese in cui gli sarebbe tanto piaciuto vivere e lavorare, di cui adora la musica, la cultura e la cucina, al quartiere bohemien di La Boca di Buenos Aires popolato dalle famiglie dei tanti immigrati italiani giunti in cerca di fortuna. Nonostante la narrazione sia spesso contorta e poco fluida il film scorre veloce e si scava il suo percorso nel cuore di chi guarda fino al sopraggiungere del finale sovraccarico di drammaticità con cui Coppola ci regala un'innovativa visione tridimensionale di se stesso e del suo sguardo: l'epilogo tragico dell'opera messa in scena e scritta dai due fratelli si sovrappone in un crescendo di tensione e cupezza a quello risolutivo della disputa di sangue tra i due appesantita dal sopraggiungere della morte del Grande Uomo, e a quello dell'opera immaginaria in cui appare la sua visione più intima, l'astrazione danzata di una tragedia che trasforma i protagonisti in ballerini che fluttuano sul lucido parquet del palcoscenico, una superficie che magicamente si trasforma in un bagnasciuga baciato dalla luna e dalle morbide labbra del mare.
La musica tipica del folklore argentino che unisce clarinetti, sassofoni e fisarmoniche, una fotografia incentrata sui contrasti e una dedizione attoriale totale e incondizionata da parte dell'intero cast internazionale vanno ad arricchire un mosaico non sempre regolare di incastri narrativi incentrato sull'amore incondizionato. Per il cinema, per la professione e per l'arte figurativa, per la famiglia. Segreti di Famiglia è un film sospeso tra sogno e realtà, tra verità e finzione, tra entusiasmo e depressione, una piece per il grande schermo che appare bellissima ma imperfetta come imperfetto è un amante senza amore o un poeta senza poesia, come imperfetta è anche l'immagine riflessa in un un vetro opacizzato dal tempo o ancor di più nello specchio delle brame che il grande Francis, come ognuno di noi, conserva nel proprio intimo con infinito pudore. Il verdetto è stato emesso ed è positivo: non sarà di certo il più bravo ma è certamente lui uno dei più belli del reame.

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4.0/5