Recensione The Twilight Saga: New Moon (2009)

Il secondo episodio della saga introduce il tema inevitabile della crisi sentimentale adolescenziale, ammiccando a suggestioni shakespeariane e mantenendo inalterate atmosfera e look del prototipo.

Perché la notte appartiene agli amanti. Umani e non.

I due fidanzatini Edward e Bella sono in crisi. Come potrebbe essere altrimenti? Lui è un vampiro ultracentenario con le sembianze di un adolescente, lei una (neo)diciottenne che ha appena vissuto esperienze straordinarie, e pericolose, proprio a causa dei moderni nipotini di Dracula. Difficile far finta di essere una normale coppia di teenager, ancora più difficile non pensare al fatto che, mentre il corpo di lui resterà bello e giovane (e con il viso statuario di Robert Pattinson) quello di lei tanto lentamente quanto inevitabilmente inizierà ad invecchiare, finendo infine per rispecchiarsi in quello della defunta nonna; come ben prefigurato dalla riuscita scena dell'incubo che apre New Moon, secondo episodio della saga vampiresca tratta dai libri della scrittrice Stephenie Meyer. Così, la serie da una parte introduce il tema inevitabile della crisi sentimentale adolescenziale, prefigurando l'abbandono e la fine di una storia impossibile, dall'altra occhieggia addirittura Shakespeare e il suo Romeo e Giulietta, agitando lo spauracchio di un possibile epilogo, drammatico quanto temuto. Nel frattempo, i pericoli per Bella sono tutt'altro che finiti, con la vampira Victoria che cerca vendetta per la morte del suo compagno, avvenuta nell'episodio precedente, e una nuova temibile minaccia: una stirpe di lupi mannari che rivaleggerà (in molti sensi) con i succhiasangue protagonisti.

Sbaglia chi insiste nel paragonare, dispregiativamente, i film della serie Twilight a modelli lontanissimi per concetti e intenti come il recente Lasciami entrare o il mai dimenticato Il buio si avvicina diretto da Kathryn Bigelow. Diversissimi sono il target di riferimento e l'approccio al soggetto, che resta solo superficialmente lo stesso (una versione genericamente moderna del vampirismo). I libri della Meyer, rivolgendosi a un pubblico di giovani e giovanissimi, hanno legato la figura del vampiro ai turbamenti e agli amori dell'adolescenza, costruendo, di libro in libro, una sorta di feuilleton moderno che il cinema si sta limitando, coerentemente, a riprodurre. Non hanno certo pretese di rinvigorire un mito, queste storie, né di operare chissà quale rivoluzione nei confronti di un soggetto senza tempo come quello del vampirismo: semplicemente, mettono in scena l'archetipo shakespeariano dell'amore impossibile, della passione totalizzante tipica dell'adolescenza, riportandolo in una forma moderna, intelligentemente contaminata con una figura che non ha mai smesso di esercitare il suo fascino.
Così, questo New Moon prosegue coerentemente la storia di Edward e Bella laddove il capitolo precedente l'aveva interrotta, con la promessa, sussurrata e sempre rimandata, di un morso che vale mille baci, pegno d'amore che significherebbe legame indissolubile ma anche dannazione eterna. La sceneggiatura abbandona un po' troppo rapidamente il personaggio di Victoria e la sua sete di vendetta, si concentra sullo struggimento per la separazione e sulla nuova attrazione tra Bella e il suo amico Jacob, a sua volta portatore di un terribile segreto. A complicare le cose, l'entrata in scena dei Volturi, antichissima e crudele stirpe di vampiri protettori della legge, che a loro volta porranno i protagonisti di fronte a una difficile scelta.
La regia di Chris Weitz (non nuovo agli adattamenti letterari: suo era il fantasy La bussola d'oro, ma anche la riuscita versione cinematografica del romanzo About a Boy- Un ragazzo di Nick Hornby) indugia quanto basta sullo smarrimento e sul dolore della protagonista, si concentra sulle apparizioni di Edward trasformato in una sorta di fantasma digitale, si diletta con mestiere a mostrare scontri tra vampiri e lupi mannari, e infine segue i protagonisti fino a un borgo medievale italiano dove si consumerà l'ultimo atto di questo secondo, interlocutorio ma importante episodio. I due protagonisti confermano l'impressione ricevuta dalle loro performance nel capitolo precedente: leggermente statico Robert Pattinson, bravina e à la mode quanto basta Kristen Stewart, mentre tra i Volturi sono almeno da segnalare gli inquietanti Michael Sheen e Dakota Fanning. L'appuntamento, per tutti i teenagers e i romantici dalla filosofia (neanche troppo) dark, è per il 2010 con l'annunciato The Twilight Saga: Eclipse, che vedrà un nuovo cambio di regia: a dirigerlo sarà infatti l'esperto di videoclip David Slade. Quello che non cambierà, ne siamo certi, sarà la riposta del pubblico, che ha ormai inserito, piaccia o no, questa serie tra le più popolari di questa fine decennio.

Movieplayer.it

3.0/5