Recensione L'incredibile viaggio della Tartaruga (2009)

L'incredibile viaggio della tartaruga è una fiaba ecologica che ci augura buona immersione negli abissi dell'oceano in compagnia di una piccola tartaruga in crescita.

2009: Odissea nell'oceano

Destinata ai piccoli amanti degli animali e del mare e ai più grandi spettatori abituali di National Geographic, L'incredibile viaggio della tartaruga è una bella favola ecologica in HD che ci accompagna nel faticoso e lungo viaggio di una tartaruga marina. È un'enorme produzione cinematografica che si avvale della regia di Nick Stringer, apprezzato e premiato documentarista della natura, le cui riprese, dice, "sono durate ben due anni e attraverso un po' di tutto: dalle meduse velenose agli squali, dai predatori del mare alle tempeste che non finivano mai, ma niente in confronto al viaggio delle tartarughe, che devono combattere dalla nascita per la sopravvivenza".

L'incredibile viaggio della tartaruga, specie oggi in via di estinzione, inizia più di 200 milioni di anni fa sulla terra e si alterna all'avvincente diaspora di questa piccola creatura marina e terrestre. Dalla nascita sulle spiagge lungo la costa della Florida, dove la vita viene subito messa a repentaglio dai minacciosi granchi, alla fuga verso il mare in cui trova la libertà da madre terra verso gli abissi dell'oceano la piccola tartaruga, protagonista assoluta del film, cresce e prova con tutte le sue forze a sopravvivere. A bordo di una zattera di alghe approda tra i ventagli di corallo caraibici, raggiunti tra mille peripezie e disavventure, tra pesci bizzarri come le caravelle portoghesi dai tentacoli gommosi e pericolosissimi ed esseri magici come i cavallucci marini. Ma quella non è la sua destinazione: sulle tracce invisibili e ancestrali dei suoi antenati la tartaruga ritornerà alla sua indimenticata casa.

Inno a una natura, purtroppo, contaminata dalle macchie nere del petrolio e i rifiuti degli uomini, il film circolare di Stringer, narrato dalla voce àtona di Paola Cortellesi, centra il suo ambizioso obiettivo: raccontare ai bambini la storia di una specie in pericolo senza abbandoni troppo compassionevoli . Tra respiri oceanici e sguardi acquatici la pellicola sottrae allo spettatore il piacere della visione per sostituirlo con una mirabolante immersione che ci fa trattenere il respiro fino alla fine, anche se non saremo abbastanza abili quanto la nostra eroina. Il regista dipana la storia secondo la logica dell'evoluzionismo darwiniano, concentrandosi sulla difficile missione di sopravvivenza delle tartarughe, ma sa ritagliarsi precisi spazi di riflessione ecologica, scevri di facili moralismi, che pongono interrogativi, che non passano certo inosservati.
La bellissima e lucida fotografia, il sicuro ed equilibrato montaggio, la musica incalzante e decisa catturano l'attenzione e attribuiscono alle immagini un effetto di realismo davvero magnetico mentre la fitta presenza alternata di riprese aeree e subacquee, di primissimi piani e di soggettive, più volte tarlate da imprecisioni visive, sciorinano un virtuosismo registico inadeguato all'opera. Ma il piccolo pubblico non si accorgerà di certi difetti tecnici mentre il suo cuore sarà riscaldato dal messaggio di speranza che il film riesce a trasmettere nella tenera immagine della maternità e nel chiaro omaggio alla vita.