Up: a Cannes si vola con la Pixar

Il regista Pete Docter, il suo co-sceneggiatore Bob Peterson e i due produttori, Jonas Rivera e il leggendario fondatore della Pixar, John Lasseter hanno presentato a Cannes il loro ultimo gioiello.

La Croisette è invasa da centinaia di palloncini colorati e la giornata inaugurale di questo 62. Festival di Cannes inizia come meglio non potrebbe, con la presentazione di uno dei film più attesi della selezione fuori concorso, l'ennesima delizia targata Pixar: Up. Alla conferenza stampa sono accolti con calorosi applausi il regista Pete Docter, il suo co-sceneggiatore Bob Peterson e i due produttori, Jonas Rivera e il leggendario fondatore dello studio John Lasseter.

Un anziano burbero, un ragazzino chiacchierone e una casa volante: da dove è nata l'idea? Pete Docter: E' nata semplicemente dalle mie conversazioni con Bob Peterson: tra le cose che ci sarebbe piaciuto animare c'era quest'idea del signore anziano scontroso e solitario, e questa casa sollevata da una enorme quantità di palloncini colorati. Proponemmo la cosa a John e a lui piacque subito.
John Lasseter: Tutti i nostri film vengono dalle idee e dalle esperienze personali e umane dei creativi. L'elemento essenziale per noi sono sempre il cuore, le emozioni. Walt Disney diceva che "per ogni risata deve esserci sempre una lacrima", e io ho fatto tesoro di questo insegnamento. Sin dall'inizio ho pensato che Up sarebbe stato sicuramente un film inusuale, ma anche una storia dal grande cuore.

Lasseter, dieci film e neanche un buco nell'acqua fino ad ora. C'è mai stato un momento in cui ha temuto di non arrivare al traguardo? E questo traguardo in particolare, l'apertura del festival di Cannes con un evento 3D, quanto è importante per la Pixar e per l'animazione in generale? John Lasseter: E' uno dei momenti più belli e memorabili della nostra carriera. Non vedo l'ora di vedere, alla premiere, una schiera di persone in vestito da sera inforcare gli occhialini 3D! Quanto al resto, dovete credermi: ogni film della Pixar, in un momento o nell'altro della lavorazione, mi sembrava il più brutto di tutti, ma non ci siamo mai scoraggiati e abbiamo creduto in quello che facciamo, al nostro impegno e al lavoro che profondiamo in ciascuna storia perché funzioni davvero. Ci sono sequenze che rifacciamo anche quaranta volte perchè funzionino.
Bob Peterson: E ci sono anche alcune sequenze che rimangono inalterate sin dall'inizio del procedimento.
John Lasseter: Certo, è stato così per tutta la parte iniziale di Up, quella sorta di "prologo" con l'incontro e la vita di Carl e Ellie. Ed è rimasta esattamente come è stata concepita anche l'immagine di Carl che vede la sua casa volare lontano.
Carl assomiglia a Spencer Tracy, è un effetto voluto? Pete Docter: Sì, assomiglia un po' a Spencer Tracy e un po' a Walter Matthau, ma soprattutto è un mix di persone che abbiamo conosciuto nella vita: una sorta di greatest hits dei nostri nonni. Up, infatti, è stato anche una bellissima occasione per ricordare e omaggiare proprio loro. Per quanto riguarda il 3D è qualcosa che ho imparato da John: è stato come scartare un nuovo meraviglioso giocattolo e iniziare a procedere per tentativi per imparare a usarlo. Qui abbiamo utilizzato il 3D per rendere l'ambiente intorno a Carl prima claustrofobico poi arioso, aperto.
John Lasseter: Noi abbiamo sempre in mente il pubblico e le sue possibili reazioni. A volte il 3D più spinto, con gli oggetti che danno la sensazione di volarti addosso e cose del genere, distraggono, portano l'attenzione altrove a sfavore del coinvolgimento emotivo. Noi abbiamo cercato di portare il pubblico dentro e non fuori dalla storia.

Mr. Lasseter, quale è stata l'influenza di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli sul suo lavoro? Johna Lasseter: Sono appassionato del lavoro di Miyazaki dai tempi del suo primo lungometraggio, Il castello di Cagliostro. Lui mi ha insegnato soprattutto a celebrare i moneti tranquilli: i film diventano sempre più frenetici e dinamici, Miyazaki invece sa fare tesore dei momenti di calma.

Avete una vostra avventura da sogno? Bob Peterson: Un film come questo parla del valore delle piccole cose, ed è un valore che sento anche io. La mia avventura da sogno è semplicemente andare in vacanza con la mia famiglia, non importa dove. Ho tre figli, e sono loro la mia più grande avventura.