Recensione Tutti insieme inevitabilmente (2008)

Divertente e strampalata nella prima parte, più classica e convenzionale nella seconda, la commedia di Gordon diverte e conquista pur non brillando per originalità.

Quattro Natali da sballo

E' sempre complicato scrivere di una commedia, in particolar modo quando fa del disimpegno la propria arma principale. E' quasi impossibile sintetizzare, descrivere e sviscerare il lato "umoristico", essendo quella della risata una delle esperienze più soggettive che si possano fare al cinema.
L'unico strumento su cui fare leva è così la struttura narrativa, che in pellicole di questo genere tende solitamente a ripetersi. Troviamo così un breve prologo che occorre a tratteggiare i personaggi che ci accompagneranno per tutto il corso della visione, il climax dal quale scaturisce la situazione comica che caratterizza l'intero corso della storia, il diverbio e il riappacificamento condito dalla morale finale.
Non fa eccezione Tutti insieme inevitabilmente, il cui titolo italiano fa mendacemente riferimento ad un grande classico del cinema musicale statunitense - Quel Tutti insieme appassionatamente di Robert Wise, che ancora oggi, attraverso i dolci e segaligni tratti di Julie Andrews affascina un pubblico di ogni età - ma che in realtà, nella sua versione originale, suona Four Christmases, rivelando magari un minor potere evocativo, ma sicuramente una maggiore attinenza con le vicende narrate.

Brad e Kate sono una coppia felicemente fidanzata da tre anni. Giovani, di successo, in carriera, si godono la vita in una San Francisco colorata dai festoni di un incombente Natale. E, come "da tradizione", si accingono a piantare le proprie famiglie per godersi le feste in una località esotica: tocca alle Fiji quest'anno ospitare i due, in fibrillazione tra una valigia da preparare ed una balla da sciorinare ai familiari. Ma ecco che arriva l'imprevisto: una nebbia tremenda cala su Frisco, costringendo l'aeroporto a sopprimere tutti i viaggi. Gran casino, che, come ogni casino che si rispetti, attira la stampa. Ovviamente i due verranno intervistati, visti a casa, e dunque smascherati e costretti s passare la vigilia del viaggio rimandato dividendosi tra i quattro genitori divorziati.
Da qui il titolo, sia nella sua accezione anglofona dei Quattro Natali diversi (e strampalati) che saranno costretti a vivere, che in quella italiana, essendo costretti Brad e Kate a dover inevitabilmente trascorrere il Natale proprio con tutti i membri delle rispettive famiglie, nessuno escluso.
La diversificazione e la stereotipizzazione dei clichè sociali nei quali di volta in volta si immergono è efficace e mai esagerata. Per tutta la prima ora il film scivola via lievemente, tra risate e situazioni paradossali. Qualche didascalismo di scrittura ne mina a tratti la fluidità, che comunque è complessivamente buona.

Ottimo anche il cast, che affianca ai due protagonisti, Reese Witherspoon e Vince Vaughn (voci dal set parlano di fortissime liti fra i due, anche se sullo schermo l'intesa sembra eccellente), attori del calibro di Robert Duvall e John Voight, diretti dal quasi-esordiente Seth Gordon.
Il tortuoso e spassoso percorso tra le stramberie delle rispettive famiglie, porta però i due a riconsiderare la propria vita: quanto poco si conoscono, quanto labile sia il legame che li unisce, quanto poco libera sia la loro storia, stretta tra divieti di frequentazione dei parenti e impossibilità aprioristica di un futuro familiare. Giunti ad un crocevia, Brad e Kate dovranno imboccare la propria strada: sarà la stessa?